Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 30 dicembre 2017

Quando ragione e amore s'incontrano realizzano grandi cose. Il nuovo libro di P. S. Lanzetta

È da poco uscito un nuovo libro di P. Serafino M. Lanzetta per i tipi della Casa Editrice Leonardo da Vinci: La porta della fede. Quando ragione e amore s'incontrano, Roma 2017. Il saggio con un taglio teologico-fondamentale esamina il rapporto circolare tra ragione e amore - fede e carità. Ragione e amore sue come due grandi ali dello spirito umano, due direttrici dell'essere, due pilastri del reale. Insieme in un amichevole abbraccio preparano il terreno per la sinergia di fede e carità a livello soprannaturale. La ragione senza l'amore diventa freddo calcolo matematico, mentre l'amore senza la ragione puro sentimento. Così la fede senza la carità sarà cieca, mentre una carità senza la fede un coacervo di buone intenzioni, pie ma inutili. Dio è ragione e amore, Logos e Agape. Chi trova Costui trova il vero Dio, il Tutto. Anche il mio animo infatti desidera il vero e vuole conoscere l'amore, il vero Amore. Insieme ragione e amore possono fare davvero grandi cose.

Dalla Presentazione di Mons. Antonio Livi: 

L'Autore sviluppa «un’analisi antropologica sul rapporto tra la volontà e l’intelletto, per illustrare come di fronte a un oggetto che risulta soltanto “credibile” (e quindi non evidente di per sé), la persona può credere solo se vuole: e, nel caso specifico della rivelazione divina, solo se vuole rispondere con fiducia all’Amore salvifico che gli si è manifestato attraverso la testimonianza dei Profeti, prima, e poi definitivamente con la vita e la dottrina del Verbo Incarnato. Questa analisi antropologica deve a sua volta essere completata dall’esame teologico di ciò che Dio stesso ci ha rivelato circa l’aiuto interiore che Egli assicura misericordiosamente all’uomo che deve decidersi a credere».

Dall'Introduzione:

«Il problema della fede non è la sua negazione, che può avvenire in nome della ragione. La ragione non è mai contro la fede. Anzi la fede poggia su di essa. Certamente la fede non principia dalla ragione, è un oltre, e la sua origine è nella Rivelazione soprannaturale, ma ha la ragione come presupposto noetico. La fede accetterà solo ciò che non è contrario alla ragione. Non potrà mai accettare la contraddizione o le favole. La fede, dunque, come atto umano, parte dalla ragione o, in altre parole, è un atto a partire dalla ragione, quindi dalla capacità dell’uomo di accogliere la verità nella conoscenza della realtà. La fede è reale, non ideale o un mero ideale. Ci parla della realtà, ci fa accogliere la realtà più vera, quella che si nasconde dietro le cose, e che già la ragione intravede come necessaria anche senza vederne il volto o capirne il significato. La battaglia della vita non è quella della ragione contro la fede, ma della ragione e della fede da un lato, contro il sentimento e il capriccio o gli umori dall’altro. Gli umori cambiano ma non la ragione. Se la mia fede è basata sugli umori allora è possibile “perderla”, come si suol dire. Ma non ci si può illudere di essere atei puri se non si supera comunque la tentazione di affidare ogni certezza agli umori e non piuttosto alla ragione. Se la mia ultima certezza è il mio stato d’animo presente, l’emozione, e non l’evidenza razionale, allora dovrò rinunciare anche ad essere ateo. Un vero ateo, quello che crede veramente nel suo ateismo, è un uomo che si affida alla ragione e non al sentimento».
[...]
«La ragione deve essere accompagnata dall’amore. La ragione è per l’amore e l’amore vive nei confini della ragione. Ragione e amore insieme sono le due dimensioni che costituiscono il grande orizzonte umano: tutto è tangibile attraverso queste due direttrici dello spirito umano. Ragione e amore sottintendono il retto rapporto tra verità e libertà, intelletto e volontà. La grande questione filosofica del rapporto tra verità e libertà deve essere ricondotta ad una circolarità armonica in cui la verità guida la volontà e la libertà, che è il proprium più bello e più nobile dell’uomo e muove l’intelletto nella conoscenza, potendosene anche distanziare senza dover seguire pedissequamente. La volontà è libera non perché è contro la ragione ma perché va oltre la ragione, la supera e così la completa». [Fonte]

4 commenti:

Note da inserire a pie' di pagina ha detto...

"Ho iniziato a insegnare il latino ai nostri bambini di 4 e 6 anni e al mondo attraverso il latino", ha scritto. "'Nuntii Latini' ha dato ai miei figli la lezione di essere un cittadino del mondo, di prendersi cura del nostro passato, da dove veniamo".
http://catholicherald.co.uk/commentandblogs/2017/12/29/latin-news-show-saved-after-global-outcry/?platform=hootsuite

Anonimo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/quei-laici-perplessi-su-papa-bergoglio-1478695.html

Anonimo ha detto...

Di Maio, gli immigrati, il Pd e le buone intenzioni...

Ho visto un video in cui Di Maio ci rivela che il nostro pseudogoverno ha detto sì all'UE sul fatto di essere l'unico Paese in Europa a dover far entrare senza limiti gli immigrati.
Di Maio giustamente ci dice che questo spiega per esempio perché in un anno in Spagna ne sono entrati 8.000 e in Italia 180.000 (ufficiali).
Di Maio dice che questo è stato il prezzo che Renzi fa pagare agli italiani per poter avere i famosi 80 euro con cui comprarsi i voti degli idioti.
Di Maio, giustamente, dice che questo è tradimento e che bisogna rimediare a questo schifo di governo.
Di Maio ha perfettamente ragione.
Di Maio però dimentica di dire che il suo partito un giorno urla a destra che bisogna fermare l'immigrazionismo e un giorno urla a sinistra che è a favore dell'immigrazionismo (solo in maniera un poco meno "esagerata"... di quella del Pd). Gli immigrati devono, per Di Maio, comunque portare voti.
Esattamente come per il Pd, il quale, paradossalmente, è più coerente e onesto in questo.
E milioni di beccaloni italiani dimenticano che il governo del Pd è appoggiato da Berlusconi.
Così termina in Italia il 2017.
Che buone intenzioni abbiamo per l'anno nuovo?
(Massimo Viglione)

Altro tesoro. ha detto...

La colonna e il fondamento della verità è tra i più suggestivi capolavori della spiritualità ortodossa e un raro esempio di felice e creativo confronto tra ragione e fede. “Saggio di teodicea ortodossa in dodici lettere”, Florenskij delinea in quest’opera un percorso di ricerca della verità che intreccia le più rigorose argomentazioni teoretiche con pagine di grande spiritualità e speculazione teologica.Pavel Aleksandrovic Florenskij
http://mimesisedizioni.it/la-colonna-e-il-fondamento-della-verita.html