Nella differenza delle formule di benedizione dell'ulivo segnaliamo uno dei tanti tagli alle rubriche del Novus sul Vetus, purtroppo significativi, che non finiamo mai di scoprire.
Ricordo ancora una volta Michael Davies: “nel nuovo rito anglicano della messa, quello del Prayer book del 1549, non troveremo affermate delle eresie, ma omesse verità di fede essenziali. Le omissioni, il “taciuto”, in liturgia è sempre grave, perché rinunciare ad affermare con completezza e chiarezza tutte le verità di fede implicate, può portare a un vuoto di dottrina nei sacerdoti e nei fedeli che nel futuro apre il campo all'eresia: in parole semplici oggi sei cattolico con una messa eccessivamente semplificata, domani senza saperlo ti ritrovi protestante perché la forma della tua preghiera non ha nutrito più la tua fede. Ecco cosa dicono i vescovi cattolici inglesi: “Per dire le cose brevemente, se si compara il primo Prayer Book di Edoardo VI con il messale (cattolico), vi si scoprono sedici omissioni, il cui scopo era evidentemente quello di eliminare l’idea di sacrificio”. Precedenti qui - qui - qui - qui - qui.
Differenza tra la benedizione dell'ulivo
nel Rito Antico e nel Nuovo
Forma più antica
Forma più antica
Bene ✠ dici Signore, te ne preghiamo, questi rami di palma e concedi che quanto il tuo popolo ha celebrato materialmente in tuo onore, lo compia spiritualmente con somma devozione, *vincendo il nemico* e corrispondendo con profondo amore all’opera della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Preghiamo.Signore Gesù Cristo, Re e Redentore nostro, in onore del quale abbiamo cantato lodi solenni, portando questi rami, concedi propizio che la grazia della tua benedizione discenda dovunque questi rami saranno portati e che *la tua destra protegga i redenti togliendo di mezzo a loro ogni iniquità ed illusione diabolica*. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. R. Amen.
Novus ordo
Come è evidente, è scomparso ogni riferimento alla protezione dal demonio, conferita all'ulivo benedetto con la benedizione costitutiva.
Dio onnipotente ed eterno, benedici † questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che seguiamo esultanti Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. R/. Amen.
Oppure:Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te e concedi a noi tuoi fedeli, che oggi innalziamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone.
Per Cristo nostro Signore. R/. Amen.
Come è evidente, è scomparso ogni riferimento alla protezione dal demonio, conferita all'ulivo benedetto con la benedizione costitutiva.
10 commenti:
Dio ci parla nella Chiesa. Tu non lo ascolti se non divieni discepolo dei Padri, dei Santi, se non vivi in contatto e in unione viva con la Tradizione. La Chiesa è l'unità nel tempo. Guai se rompiamo il legame che ci unisce alla Chiesa di sempre. Io non posso riconoscere la Chiesa di oggi se questa non è la Chiesa del Concilio di Trento, se non è la Chiesa di Francesco, di Tommaso, di Bernardo e di Agostino. Io non so che farmene di una Chiesa che nasca oggi. Se si rompe l'unità, la Chiesa è già morta perché io come figlio di Dio e figlio della Chiesa ricevo la vita dalla Santa Chiesa di Dio chi me la comunica.
D. Barsotti
Manca l'elemento della militanza, della lotta, finalizzata all'unione con Dio (non solo nella Gerusalemme celeste): senza lotta (contro un nemico del quale non si crede più l'esistenza) non puo' essservi vittoria.
Federico Chabod, storico valdostano, sottolineava, in un ciclo di lezioni del secolo scorso, che la Rivoluzione francese divampo quando la borghesia ebbe piena coscienza di sé.
Se così realmente fu, noi, neanche come una sola parte dei cattolici e come una sola parte degli italiani, abbiamo piena coscienza di noi stessi.
Modesti operai di questa grande opera, lavoriamo nel silenzio e nella speranza. Preghiamo: è la condizione del successo: ripariamo, poiché il dolore supremo è il vedere Dio oltraggiato e bestemmiato; soffriamo, lottiamo, moriamo se occorre, sicure che lassù una Provvidenza veglia, l'Onnipotenza ci assiste e riuscirà vittoriosa; la Bontà tiene conto di tutto, l'Amore infinito si china verso di noi per condurci ai suoi fini divini. Noi siamo della stirpe di Maria, che Dio stesso ha posto nell'inimicizia perpetua con la razza di Satana, stirpe alla quale Egli ha dato la vittoria per mezzo di Gesù Cristo, senza però esimerci dalla fatica, né privarci dell'onore e del merito della lotta.
Beata suor Maria Deluil-Martiny
Sei seriamente disturbato.
La Rivoluzione francese prese corpo quando la parte alta del terzo stato, la borghesia, fu pienamente cosciente di sé stessa. Che cosa significa essere coscienti di sé stessi? Significa aver sperimentato le proprie forze in campo lavorativo, organizzativo, militare, intellettuale e religioso , con rigore di vita, i borghesi erano chiamati gli uomini onesti da una aristocrazia ormai in decadenza. Evidentemente noi, come cattolici italiani, non abbiamo piena coscienza di noi stessi, cioè non sappiamo, non conosciamo, non abbiamo messo alla prova tutte le potenze buone del nostro spirito, della nostra anima e del nostro corpo. Ed è per questo che siamo servi di poteri dispostici sia religiosi che statali e internazionali.
Penso che "disturbato" davvero sia chi non è in grado di comprendere la gravità di un taglio così significativo e la necessità della militanza, cioè dell'abbandono della passività e della necessità dell'azione coraggiosa del miles Christi. Posto che esiste la Chiesa militante, insieme a quella purgante e a quella trionfante...
E la militanza sarebbe protestare perché la benedizione dell’ulivo “non va più bene”?
Intanto la militanza riguarda la vita intera.
E qui non si protesta, si denuncia con doloroso sgomento, per diffondere la consapevolezza sui danni della chiesa conciliare alla retta fede... Tant'è che c'è chi neppure comprende ed equivoca le nostre ragioni che non sono altro che testimonianze...
"E quel Sangue dai padri imprecato
Sulla misera prole ancor cade,
Che, mutata d'etade in etade,
Scosso ancor dal suo capo non l'ha".
(A. Manzoni, La Passione)
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