Leone XIV parla con Netanyahu.
Confronto tra Israele e la Santa Sede.
Confronto tra Israele e la Santa Sede.
Leggo sul Corriere che papa Leone XIV ha parlato al telefono con Netanyahu con "toni irritati". Si accenna all'incubo che il Medio Oriente diventi l'epicentro di tutti i conflitti.
Ma quel ch'è ancora più interessante e significativo è il successivo intervento di Parolin, chiaramente concordato parola per parola col Pontefice; il che, nel certificare che la telefonata non basta a cancellare quanto è avvenuto negli ultimi giorni e mesi, segna anche il recupero della Segreteria di Stato vaticana come cuore del governo della Santa Sede dopo gli anni convulsi di Francesco, confermando una lettura condivisa e coordinata della strategia mediorientale. Ed anche il giudizio netto e duro dopo il bombardamento israeliano della chiesa cristiana della Sacra Famiglia a Gaza.
Il timore più grande è che i massacri e le ritorsioni rendano il Medio Oriente il potenziale epicentro di una Terza guerra mondiale: una guerra che oltre a uccidere migliaia di civili innocenti potrebbe lacerare il dialogo religioso.
Probabilmente Israele sperava che l'elezione di un Papa statunitense, potesse essere un elemento in grado di cambiare sensibilmente l’atteggiamento della Santa Sede. Ma la presa di posizione di Parolin fa capire che questo può avvenire solo se cambia anche l’approccio di Netanyahu.
Senza trascurare la questione, delicatissima, di evitare che l’ostilità diffusa nei confronti di Netanyahu alimenti un sentimento non solo antiisraeliano ma antisemita anche nel mondo cattolico, col quale i rapporti sono sempre stati difficili, perché la popolazione cristiana è in gran parte araba e palestinese.
Negli ultimi mesi la situazione è apparsa insostenibile perfino a un cardinale incline al dialogo come il patriarca latino di Gerusalemme, Gianbattista Pizzaballa, in missione a Gaza dopo l’attacco alla chiesa di padre Gabriel Romanelli, rimasto ferito. L’altolà vaticano arriva su questo sfondo nel quale la spirale del conflitto sembra sempre meno governabile. E nella stessa società israeliana la volontà di sradicare Hamas e l’esasperazione sugli ultimi ostaggi in mano ai terroristi di Gaza divide sostenitori e avversari del governo.
Scrive il Corriere che la presa di posizione di Parolin cerca di spezzare questa spirale. Punta a interrompere un dialogo inquinato. E mira a indurre il governo di Gerusalemme a capire che, se perfino il Vaticano è costretto a alzare la voce, non esistono più alibi per eludere l’esigenza e l’urgenza di una tregua. Il fatto che il premier israeliano abbia voluto parlare col Papa al telefono e lo abbia invitato a visitare il suo Paese è considerato un fatto positivo. È il riconoscimento del peso non solo morale ma politico del capo del cattolicesimo. Ma il Vaticano adesso chiede un passo ulteriore, più concreto, in direzione della pace: come se le parole di rassicurazione non bastassero più, contraddette da troppi episodi che vanno in senso opposto.
E chissà, forse nella Roma papale sanno che questa ricerca tormentata, sanguinosa di una tregua va molto oltre il rapporto tra Vaticano e Israele. E incrocia le preoccupazioni crescenti degli Stati uniti, non solo dell’Europa.
4 commenti:
En fait, Netanyahu applique aux Palestiniens le même plan que Morgenthau aux Allemands. Une ignominie.
https://plumenclume.com/2025/07/23/affamer-a-mort-les-gazaouis-comme-les-allemands-selon-e-michael-jones/
Per come la vedo io, il Papa dovrebbe apparire poco, lo stretto necessario, per potere
avere il tempo indispensabile per avere intimita' con Dio, per dedicarsi a dipanare i moltissimi nodi in cui si e'/ e' stata avviluppata la Chiesa cattolica almeno da sessanta anni. Revisionare l'insegnamento nei seminari, esami psicoattitudinali per accedervi, insegnamento del latino per capire le fonti, preghiera e rosario e adorazione almeno tre volte al giorno : al mattino, prima di pranzo, dopo cena; controllo degli insegnanti che siano fedeli e non rivoluzionari. Risoluzione della Efebofilìa e pedofilìa nella Chiesa una volta per tutte. Rapporto frequente dei Cardinali e dei Vescovi . Risoluzione della crisi della liturgìa affinche' torni ad essere cattolica cioe' universale. Le Catechesi puo' sempre scriverle e pubblicarle su Vatican.va.Ecc.ecc.ecc.
Non vorrei piu' vedere un Papa che gira come una trottola che scambia zucchetti, selfie, pupazzetti.Basta ! Vorrei vederlo in piazza solo a Natale a Pasqua a processioni penitenziali a Rogazioni. Stia come le claustrali di un tempo, dentro le mura.
Buon lavoro! Amen.
Fuori tema:
Dalla Russia dicono, citando il Vangelo: "non diamo perle ai porci", in merito alla vergognosa decisione, pare anche su pressione del nostro ministro della Cultura (di cui non cito il nome per evitargli pubblicità), oltre che ovviamente dei noti "democratici" europeisti, di annullare il concerto del grande maestro russo Gergiev previsto alla Reggia di Caserta.
E' incredibile come riusciamo a farci male da soli in Italia, e dopo un lampo di saggezza (vedasi il rifiuto governativo degli emendamenti totalitari della OMS), si caschi nel politicamente e masochisticamente corretto.
IL QUOTIDIANO DELLA C.E.I. "AVVENIRE" DA' SCANDALO E CELEBRA UN CANTANTE SATANISTA E' appena morto Ozzy Osbourne, il cantante fondatore del gruppo rock dei Black Sabbath e, in pratica, creatore del genere heavy metal. Uno studio anche sommario della sua vita fa capire che modello incarnasse: tossicomane, alcolizzato, dedito a ogni eccesso, nelle sue canzoni ha celebrato spesso temi di carattere schiettamente satanista. Il metal più di ogni altra forma di musica leggera è stato connotato del resto da testi e da una simbologia violentemente anticristiana e satanista. Ora che senso ha dedicare un lungo articolo celebrativo a un simile personaggio in un giornale, in teoria, cattolico? Nessuno, evidentemente. Eppure è proprio ciò che ha fatto oggi "Avvenire", il giornale quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. Non una parola di critica alla pessima ideologia veicolata dalla musica di Osbourne, ma una partecipata ed emozionata esposizione della vita "avventurosa" di tale orrido "musicista"; quasi un invito ad ascoltarlo e a conoscerlo. Forse era già troppo ricordare un simile nemico di Cristo con un articolo severamente critico (significava già dargli troppo spazio). Ma arrivare addirittura a celebrarlo è cosa che grida veramente vendetta al cielo. Ora l'opera di riforma della Chiesa che attende papa Leone XIV è immensa, ma essa dovrebbe tenere conto della esplicita apostasia e dell'odio per la Chiesa che infettano "Avvenire" e molte altre testate cattoliche. Un articolo come quello che ho citato si spiega solo con il più deleterio modernismo, la più grande tiepidezza, il più profondo accecamento spirituale. La fede cristiana implica un'incessante militanza contro l'errore e contro il male e non permette, se è viva, che sia mostrata alcuna simpatia per il vizio e per l'errore. Un articolo come quello che ho citato potrebbe scandalizzare i piccoli nella fede, tanti giovani sinceri, ma ingenui, che, vedendo che un giornale cattolico apprezza simile cantante, inizia ad ascoltarlo. "Avvenire" ha dunque dato scandalo, ha compiaciuto il mondo, ha parlato di un argomento di cui parlano tutti i giornali nell'ansia di non apparire bigotto e retrivo. Preghiamo Dio che il Papa intervenga presto e faccia pulizia con la decisione che è necessaria. Un direttore di giornale cattolico che permette la pubblicazione di un simile articolo non merita di rimanere al suo posto.
@matteodamico
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