Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 31 luglio 2025

Sul collasso morale dell'Occidente

A meno che non si ritrovi il posto di Dio e la necessaria relazione con Lui. La riflessione è interessante ma ha stimolato alcune chiose in linea con la premessa.

Sul collasso morale dell'Occidente

L'Occidente è un concetto strano, recente e spurio.

Con "Occidente" si intende in effetti una configurazione culturale che emerge con l'unificazione mondiale dell'Europa politica e di quello che dal 1931 prenderà il nome di "Commonwealth" (parte dell'impero britannico). Questa configurazione raggiunge la sua unità all'insegna del capitalismo finanziario, a partire dal suo emergere egemonico negli ultimi decenni del '900.

L'Occidente non c'entra nulla con l'Europa culturale, le cui radici sono greco-latine e cristiane.
L'Occidente è la realizzazione di una politica di potenza economico-militare, che nasce nell'Età degli Imperi, che sfocia nelle due guerre mondiali e che riprende il governo del mondo verso la metà degli anni '70 del '900.

Purtroppo anche in Europa l'idea che "siamo Occidente" è passata, divenendo parte del senso comune.
L'Europa storica, ad esempio, ha sempre avuto legami strutturali fondamentali con l'Oriente, vicino e remoto (Eurasia), mentre l'Occidente si percepisce come intrinsecamente avverso all'Oriente. Così l'Europa culturale è in ovvia continuità con la Russia, mentre per l'Occidente la Russia è totalmente altro da sé. 
[Il problema è che è andata spegnendosi la nostra identità di Occidente Europeo (quello delle radici) confluita e degenerata in quella dell'Occidente atlantico di conio calvinista coniugata con quella dell'ateismo marxista che ha permeato tutti gli ambiti della cultura e della politica... - ndr].

Questa premessa serve a illustrare una grave preoccupazione di lungo periodo, che non riesco a trattenere.

La preoccupazione è legata al fatto che l'Occidente, plasmato attorno all'impianto - mentale non meno che pratico - del capitalismo finanziario, ha sradicato l'anima dei popoli europei.

La cultura e spiritualità europea, quella efflorescenza straordinaria che va da Sofocle a Beethoven, da Dante a Marx, da Tacito a Monteverdi, da Michelangelo a Bach, ecc. ecc. [nonché i grandi Santi e le loro opere -ndr] è la prima vittima della cultura occidentale, cultura utilitarista, strumentale, abissalmente meschina, che comprende la bellezza dell'arte, dei territori, delle tradizioni solo se è un "asset" trasformabile in "cash".

Noi abbiamo imparato ad accettare questa misurazione di ogni valore come prezzo, e di ogni prezzo come margine di profitto.
La nostra società, la nostra educazione, le nostre comunità sono state spinte a forza ad accettare queste equivalenze che desertificano l'anima. Ed è stato fatto perché prometteva di preservare uno statuto di potenza, di predominanza ed egemonia materiale dell'Occidente sul resto del mondo.

Per quanto molte persone abbiano tentato, anche con qualche successo, di opporsi a questa deriva desertificante, tuttavia essa si è imposta nelle istituzioni, nelle accademie, nella scuola. Chi vuole resistere a questo immiserimento deve farlo in modo carbonaro, come resistenza individuale, pagando prezzi personali, mentre tutto il resto, finanziamenti, programmi, prebende, vanno in direzione opposta.

Ma oggi siamo arrivati al capolinea, al giro di boa.

Quella desertificazione dell'anima che l'Occidente ha prodotto ha plasmato una tra le classi dirigenti più moralmente infami che la storia ricordi. Prima dell'emergere della mentalità occidentale, un secolo e mezzo fa circa, ci sono certo stati tiranni più sanguinari dei leader occidentali odierni, ma nessuna forma di vita altrettanto cinica. L'Occidente non uccide e stermina per odio, né per convinzione, né per dare l'esempio, neppure per schietto senso di superiorità. No, l'Occidente uccide perché fatica sempre di più a percepire come rilevante la distinzione di valore tra la vita e la morte. Perché è, in profondità, una cultura di morte nel senso fondamentale in cui non riconosce una divergenza di valore essenziale tra la vivacità di un conto in banca e quella di un bambino, tra quella di un algoritmo e quella di un cucciolo.

L'Occidente odierno, quello esemplificato oggi in maniera paradigmatica dalle classi dirigenti americane e israeliane, ma rappresentato altrettanto bene dalla servile spazzatura che parla a nome dell'Unione Europea, sta raggiungendo livelli di abiezione raramente toccati.

Non è più questione di "doppi standard".

Si tratta di un impegno quotidiano nella menzogna illimitata, nella schietta accettazione che ogni affermazione, ogni parola, ogni pensiero conta solo per gli effetti in termini di denaro-potere che può produrre.
Si può dire tutto e il contrario di tutto. Si può negare l'evidenza e poi negare di averla negata.
Si possono infrangere le promesse e i trattati.
Si può svolgere una trattativa e intanto cercare di uccidere quello con cui si trattava, e poi protestare con la faccia seria perché l'altro non vuole più proseguire a trattare.
Si può manipolare l'informazione ufficiale h24 e poi chiedere punizioni esemplari per contrastare il potere manipolatorio sui social della parrucchiera Pina.
Si può costruire, a Milano come a Londra, la società più classista, gentrificata, oligarchica ed escludente, mentre si predica soavemente l'accoglienza e l'inclusività. Si può assistere a un genocidio in diretta mondiale per due anni e spiegare che è legittima difesa.
Ecc. ecc.

Ecco, il mio problema, oltre al disgusto per tutto quanto avviene, consiste nella consapevolezza che alla condanna storica di questa oscenità spirituale non potremo sottrarci.

Vi saremo coinvolti anche se non abbiamo personalmente approvato nulla, anche se lo abbiamo contestato in tutti i modi che ci erano disponibili.
Vi saremo coinvolti perché questa depravazione è l'Occidente e abbiamo accettato questa etichetta, abbiamo imparato a pensarci come Occidente e il mondo così ci percepisce.

Quando verremo chiamati a pagare il conto dai 7/8 del pianeta - e nessuno si illuda che non accadrà - sarà incredibilmente difficile, forse impossibile, spiegare che la grande, millenaria, cultura europea non ha niente a che spartire con il deserto nichilista dell'Occidente contemporaneo.
Come nell'immediato dopoguerra molti non riuscivano a sentir parlare tedesco - la lingua di Goethe e Mozart - senza un moto di disgusto (qualcuno dei meno giovani lo ricorderà senz'altro), così, ma in modo molto più radicale potrebbe accadere per tutto ciò che odorerà, a torto o a ragione, di Occidente.

"Dopo tutto, se studiare Dante, Cervantes o Shakespeare vi hanno portato a due guerre mondiali e poi al nichilismo conclamato, quale lezione il mondo dovrebbe apprendere da questa tradizione?"
- Questo ragionamento, nella sua crudezza, ci può sembrare irragionevole solo perché siamo abituati a essere sempre quelli che giudicano e mai quelli che vengono giudicati.

Perdere l'egemonia mondiale è oramai fatale, e lungi dall'essere un problema, sarà una benedizione.

Ma perdere la stima e comprensione per tutto ciò che è stata la lunga storia europea, questo in parte è già avvenuto per involuzione interna e il colpo di grazia potrebbe essere inferto a breve. Perdere l'anima è immensamente più grave di perdere il potere.
Andrea Zhok
[Ancor più grave è perdere il senso ontologico che la nostra anima dovrebbe mostrare al mondo per trasformarlo secondo la volontà di Dio, che è Padre... -ndr] 

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrive l'articolista: "quella cultura e spiritualità europea che va da Sofocle a Beethoven, da Dante a Marx......". MARX??? Del pensiero di Marx avremmo fatto volentieri a meno, forse anche i russi e gli altri europei orientali, forse anche i cambogiani e i cinesi.
Pur con tutti i suoi difetti e le sue perversioni l'Occidente resta un miraggio per i tanti che premono per raggiungerlo, visto che le alternative in molti casi sono quei coni d'ombra, veri e propri tunnel infernali dove il marxismo allunga i suoi artigli o i fondamentalismi religiosi (quelli delle false religioni) divorano le loro prede.
¥¥¥

Anonimo ha detto...

Russofobia. Politici, ci Siete o ci Fate? Ecco perché sempre meno Persone Vanno a Votare.
https://www.marcotosatti.com/2025/07/31/russofobia-politici-ci-siete-o-ci-fate-ecco-perche-sempre-meno-persone-vanno-a-votare/
Mamma mia, in che mani....in che intelligenze....Q.I.?

Contro il collasso ha detto...

I cuori della Sacra Famiglia

Cuore di Gesù, ti adoro!
Cuore di Maria, ti imploro!
Cuore di Giuseppe, puro e giusto!

In questi tre Cuori ripongo la mia fiducia!

Anonimo ha detto...

Oggi, 31 luglio - l'Ufficio Stampa Vaticano ha annunciato la decisione di Papa Leone XIV di dichiarare presto San Giovanni Enrico Newman dottore della Chiesa, la prima dichiarazione del suo pontificato.

St. John Henry Newman è stato un cardinale britannico, originariamente un intellettuale anglicano che in seguito si è convertito al cattolicesimo. È stato beatificato da Papa Benedetto XVI nel 2010 e canonizzato da Papa Francesco nel 2019.

Un dottore della Chiesa è una figura cattolica riconosciuta per aver dato contributi significativi alla teologia e alla dottrina spirituale attraverso la loro vita e i loro scritti.

Anonimo ha detto...

Concordo. Di Marx avremmo volentieri fatto a meno. E di crpto - marxismo siamo ancora affetti. Basta rivolgere il pensiero all'eurodeputata Ilaria Salis e al suo sostegno ai vandali della Valsusa.
Trascurando, ovviamente gli altri suoi pronunciamenti contro la legge, pronunciamenti espressi riscuotendo un lauto stipendio pagato con i soldi delle nostre tasse.

Anonimo ha detto...

Se qualcuno vuole capire da dove nasce la russofòbia puo cercare un articolo sul foglio , mi pare fosse di Micol Flammini in cui si afferma che il termine nacque ad opera della nobilta' russa occidentalizzata contro quel popolo che restava legato ai propri valori tradizionali. Siamo cioe' prima della rivoluziòne russa.

Resurrexit! ha detto...

Regina coeli, laetare, alleluia.
Quia quem meruisti portare, alleluia.
Resurrexit, sicut dixit, alleluia.
Ora pro nobis Deum, alleluia. 

Anonimo ha detto...

Un articolo pieno di complessi di inferiorità, succube della retorica dell'Occidente colpevole di tutti i mali. A parte le semplificazioni, come mettere in un unico calderone Dante, Marx, Cervantes etc. Il marxismo è stato uno degli eversori dell'Occidente e non solo, ha sovvertito e tuttora sovverte i valori tradizionali in tutto il mondo: guarda a certi paesi sudamericani e al comunismo asiatico.
Senza l'ascesa al potere dei bolscevichi, nel novembre del 1917, non ci sarebbe stata la seconda guerra mondiale. Senza il comunismo al potere in Russia e impegnato a mandar per aria tutto il resto del mondo, non ci sarebbero stati fascismo e nazismo. E difficilmente ci sarebbe stata la II gm. La II gm tra l'altro si iniziò in Asia non in Europa, con l'attacco massiccio del Giappone alla Cina, nel 1937. Si scontravano l'imperialismo molto aggressivo e megalomane dei giapponesi con quello del rinascente gigante cinese.
L ' ideologia marxista è certamente il prodotto di filoni importanti della cultura europea ma la sua variante leninista e trotzkista è tipicamente russa e quindi in parte "asiatica". La Russia è infatti euroasiatica, anche per essersi estesa sino alla Siberia cioè all'Asia profonda. In Germania, si sviluppò anche un marxismo democratico, quello della socialdemocrazia tedesca, anteriore alla I gm, che voleva conciliare le conquiste borghesi con le esigenze del proletariato, cosa impossibile in Russia.
A proposito del concetto politico e culturale di Occidente, bisogna ricordare che già ai tempi dell'impero romano si parlava di Occidente e Oriente. Bisanzio era la Roma d'Oriente. La parte occidentale era latina, quella orientale greca.
Nel II dopoguerra, per chi se lo ricorda, l'Occidente appariva come un mondo nel quale la potenza americana garantiva certe essenziali libertà individuali e lo Stato di diritto, di contro alla barbarie rappresentata dal comunismo sovietico, che al tempo aveva il suo capo carismatico in Giuseppe Stalin, uno dei più feroci tiranni che la storia ricordi.
Adesso l'Occidente si è decomposto nei suoi valori ma non è cadendo in una certa retorica antioccidentale per partito preso che si può pensare a tentare di risollevarlo.

Anonimo ha detto...

Non vanno a votare per colpa della cosiddetta "russofobia"?
Non vanno a votare perché non gliene frega assolutamente niente. Stop.
Niente di niente, a cominciare dalla Patria, che per loro non esiste.
(e basta con questa "russofobia", un vocabolo fesso come "islamofobia",
"omofobia", buono solo per la propaganda: se solo critichi la Russia, sei
subito etichettato come "russofobo", senza che i tuoi argomenti vengano
in alcun modo discussi).

Anonimo ha detto...

Mi scusi, ma la rivouzione bolscevica fu successiva allo scoppio della guerra tra ĺ'impero zarista e gli imperi centrali. Ma la propaganda marxista era gia' molto avanti. Sono un dilettante ma , per capire cosa accadde in quei tempi vi potrei consigliare un romanzo di un generale zarista Krasnoff, il cui libro , testimonianza diretta anche se romanzata di quegli anni, e' stata ripubblicato dalle Editiòns des Syrtes. Casa editrice svizzera di proprieta' di un nobile russo , e di sua moglie, tal Margherita Agnelli.

Laurentius ha detto...

1° agosto, San Pietro in Vincoli

Condivido per intero questo ottimo articolo di Andrea Zhok.

Anonimo ha detto...

"...come mettere in un unico calderone Dante, Marx,.."

Mi ha incuriosito questo calderone, così ho guardato su Wikipedia la voce : Karl Marx, solo una scorsa veloce veloce, il ragazzo mi ha dato l'idea di essere intellettualmente dotato. Andate e leggete.
Sugli sviluppi dei suoi pensieri e della loro attuazione è un' altra storia.