Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 4 dicembre 2019

Mons. Fang Xingyao: La patria prima della Chiesa; la legge cinese prima delle regole canoniche

Trovate l'indice degli articoli sulla questione cinese in calce al messaggio del Card. Zen ze-Kiun.

Il vescovo di Linyi (Shandong) è membro del Comitato permanente del Cpcpc (Conferenza politica consultiva del popolo cinese), presidente dell'Associazione patriottica; vicepresidente del Consiglio dei vescovi cinesi. Il dispiacere di molti cattolici. Per la Santa Sede amore alla patria e amore alla Chiesa stanno sullo stesso piano. Ma la Chies chiede anche libertà religiosa e potersi “adoperare per la giustizia”.
Pechino (AsiaNews) – “L’amore della patria deve essere superiore all’amore verso la Chiesa e la legge del Paese è superiore alle regole canoniche”: è quanto avrebbe affermato mons. Fang Xingyao alla Conferenza politica consultiva sulle religioni tenuta il 26 novembre scorso nella capitale. L’incontro, presieduto da Wang Yang (v. foto), presidente del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (Cpcpc) e membro del Comitato centrale del Partito comunista, si è tenuto nella Sala dorata della sede del Cpcpc ed ha visto la partecipazione di esperti, accademici, personalità religiose e consiglieri politici.
Il raduno mirava a sviluppare “un sistema ideologico religioso con caratteristiche cinesi in linea con le richieste dei tempi”, secondo la linea della “sinicizzazione” voluta dal presidente Xi Jinping, che fa rischiare una sottomissione delle religioni al dominio del Partito comunista anche dal punto di vista teologico.
Mons. Giovanni Fang Xingyao è vescovo di Linyi (Shandong) ed è membro del Comitato permanente del Comitato nazionale del Cpcpc. Egli è anche presidente dell'Associazione patriottica cattolica cinese e vicepresidente del Consiglio dei vescovi cinesi. Entrambi questi due organismi non sono riconosciuti dalla Santa Sede.
Le frasi di mons. Fang Xingyao sono riportate in un lungo articolo pubblicato sul sito del Cpcpc, che dà anche sintesi degli interventi dei rappresentanti delle altre religioni ufficiali in Cina, tutti esaltanti il patriottismo.
Le parole di mons. Fang Xingyao, sulla maggiore importanza dell’amore alla patria e della legge nazionale, sono spiaciute a diversi cattolici cinesi come qualcosa che inquina il rapporto di unità con la Santa Sede. Da sempre la Santa Sede afferma che “un buon cattolico” è anche un “buon cittadino”, mettendo sullo stesso piano l’amore alla patria e l’amore alla Chiesa. Anche Benedetto XVI, nella sua Lettera ai cattolici cinesi (del 2007) sottolinea questa parità, chiedendo al governo spazi di libertà religiosa per la Chiesa e per il suo “adoperarsi per la giustizia” (n. 4).

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiace di non conoscere seriamente Confucio, lessi da giovane un libro su di lui e nella età pienamente adulta i Detti, comunque sia ne ho avuto sempre un'ottima impressione. Certamente a ben conoscere Confucio, che fu pensatore ed uomo di stato, le sue regole non si discosteranno molto dalle regole canoniche. Quindi, a mio parere, ne discende che mons. Fang Xingyao conosce solo la dottrina comunista/capitalista attuale e poco sa di Confucio e delle regole canoniche della fu chiesa cattolica, parimenti tutti coloro che sono andati in rappresentanza della fu Santa Sede non avevano studiato Confucio e forse poco il dritto canonico. Questo per dire che coloro che si muovono su un elevato piano morale possono trovare punti di incontro, se la morale è lassa ed unidirezionale, cioè ideologica, è difficile trovare punti di contatto e prevarranno sempre e solo i punti di forza di uno sull'altro.

Viator ha detto...

Ai corrotti della conferenza episcopale non sta bene la beatificazione dell'arcivescovo John Fulton Sheen!
A differenza loro mai implicato in alcun caso che abbia portato scandalo alla chiesa cattolica o in qualsiasi altro ambito.
Dei miserabili che rimandano a data incerta la beatificazione di un uomo dal fulgido esempio cristiano, che aveva profetizzato "quel corpo mistico dell'anticristo e quella contro-chiesa guidata dal grande umanitario" del quale tutti oggi possiamo osservare i frutti marci. Un vero discepolo di Cristo al quale viene (almeno per il momento) negato un riconoscimento che mai potrà essere per i Suoi subdoli detrattori. https://www.lifesitenews.com/news/breaking-vatican-postpones-beatification-of-fulton-sheen-after-request-by-some-us-bishops

Catholicus ha detto...

Ma in Veneto i vescovi stanno veramente perdendo il ben dell’intelletto, oltre ala fede: Leggete qua: il vescovo di Treviso “sta con le maestre . il presepe non è un obbligo”, avete mai sentito un vescovo parlare in questo modo? Magari Scalfari, o la Cirinnà, o Zingaretti, ma un vescovo, suvvia, roba da psicanalista:
https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2019/12/04/news/il-presepe-non-e-un-obbligo-il-vescovo-di-treviso-sta-con-le-maestre-1.38049163

Catholicus ha detto...

Ha dimenticavo, il vescovo di Treviso,Tomasi, ha già richiamato l'attenzione anche del bravo Lamendola, con le sue uscite http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/8073-pastori-infedeli-convertitevi

Quadro fosco ma purtroppo reale ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2019/12/04/uomini-sullorlo-di-una-crisi-di-fede/amp/

Insegnare la fede tradizionale e assumere la leadership spirituale, essenziale per combattere la cultura nichilista che spinge molti alla disperazione. Questo l’appello rivolto da un gruppo di uomini canadesi ai loro vescovi.

La richiesta, che contiene anche la raccomandazione di tornare alla Santa Messa in rito antico, è contenuta in una lettera aperta, intitolata Chiediamo fede, firmata da  ventinove uomini di età compresa tra i diciotto e i quarantaquattro anni. Tra loro ci sono studenti universitari e professionisti, tutti accomunati dal desiderio che si possa offrire un’alternativa alla vita di tanti maschi canadesi francofoni  ormai vittime quotidiane di “una cultura della morte che li deruba del desiderio di vivere e di trasmettere la vita”.

La lettera aperta, inviata ai ventitré vescovi delle diocesi canadesi di lingua francese e alla Conferenza episcopale del Canada (Campagne Québec-Vie) è stata sottoscritta, in seguito, da altre duecento persone, tra cui alcune donne e due sacerdoti: padre Daniel Couture, superiore del distretto canadese della Società San Pio X, e padre Jean-Real Bleau, sacerdote  diocesano di Montreal.

Anonimo ha detto...

Cari amici, sapete cosa ci sarebbe da replicare: caro Vescovo, se il Presepe non é indispensabile, a maggior ragione non lo sei tu. Quindi, rendi la veste e l'anello e sappi che perdi i 5000€ mensili di "stipendio". Dopodiché...vai a lavorare!

Anonimo ha detto...

Però forse il nodo del problema é proprio il dolo dell'intenzione. Vale a dire: l'effetto ricercato da chi impone la pratica del nichilismo é proprio quello, che la gente precipiti in un abisso nero di disperazione e non veda più futuro, né religioso, né morale in senso lato, né materiale.

Anonimo ha detto...


"e sappi che perdi i 5000 € mensili..".
Così tanto prende un vescovo?
Suppongo sia una cifra al netto.

Catholicus ha detto...

Sempre a proposito del vescovo di Treviso: ricordo che anni or sono Alessandro Gnocchi scrisse che se avesse seguito il suo vescovo (di Bergamo, mi sembra) avrebbe perduto la fede in una settimana. Oggi i vescovi te la farebbero perdere in un giorno, la fede, si sono votati anima e corpo alla distruzione delle fede cattolica dalla faccia delle terra, ma ne renderanno conto a Cristo Giudice, non si illudano di farla franca; poveri loro, che fine faranno !

Anonimo ha detto...

"Non possiamo permettere che il nostro desiderio di relazioni migliori – con la Cina, il mondo musulmano o le forze laiche in mezzo a noi – ci impedisca di parlare di alcune dure verità e di agire su di esse. Qualsiasi cosa in meno significherà ulteriori sofferenze e morte proprio per le persone che abbiamo la responsabilità di proteggere”.
Robert Royal su The Catholic Thing 

https://www.thecatholicthing.org/2019/12/02/the-vaticans-china-syndrome/

Anonimo ha detto...

Propongo di creare una "MAFIA MONDIALE DI SAN MICHELE ARCANGELO" per lanciare e sostenere la candidatura del cardinale ZEN a PAPA della CHIESA CATTOLICA. Avremmo innanzitutto un uomo con gli attributi amante della Verità e delle verità e, rispetto allo squallore che è meglio non qualificare dell'attuale curia romana, un esempio luminoso di rigore e coerenza.
Non avrebbe neppure bisogno di usare la frusta per liberare il Tempio: i ladri scapperebbero prima del suo arrivo.
Scegliamolo come riferimento, teniamolo come modello personale e soprattutto come pietra d'inciampo per i tanti che "dicono" ma non fanno.
Raccogliamoci (TUTTI  - TUTTI - TUTTI ) intorno a lui e cerchiamo di dare forza alle sue iniziative e faremo un servizio a tutto il mondo.

Paolo Montagnese

P.s.  Spero che se dovesse tornare a Roma trovi il "suo popolo" che lo appoggia e lo sostiene.

Paolo Montagnese

Felice ha detto...

Anonimo delle 14:24 hai ragione da vendere! Per certi pastori il ministero è diventato un modo per sbancare lautamente il lunario senza lavorare poi molto!