Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 7 dicembre 2019

Totem della sinistra. Francesco Agnoli: “Vi spiego perché Nilde Iotti non è un’eroina”

Il professor Francesco Agnoli ha dedicato una paginata su la Verità del 3 dicembre su Nilde Iotti, intitolata Gli omissis nella santificazione della Iotti, e ha dedicato alla Iotti e alle donne comuniste alcune pagine del suo Donne che hanno fatto la storia, in uscita a marzo per Gondolin. Lo abbiamo intervistato per capirne qualcosa di più.

Agnoli, perchè questo articolo?
Proprio perché certe santificazioni sono strumentali, oltre che fasulle. Rai 1 celebrerà in questi giorni la Iotti, a 30 anni dalla sua morte, presentandola come un’ “eroina”, espressione di “una classe politica degna di stima e rispetto la cui competenza, a differenza di oggi, non era messa in dubbio. Una classe politica dotata di profondo senso etico dello Stato e abituata a considerare la propria missione altissima, irreversibile. Abbiamo bisogno di modelli così». In questa definizione retorica e pomposa non c’è nulla di vero.

Perché?
Anzitutto perché qualcuno dimentica che la Iotti è stata la compagna di Palmiro Togliatti, un uomo che propugnò sempre il comunismo sovietico, arrivando a giustificare qualsiasi crimine, persino il patto tra Stalin e Hitler che nel 1939 scatenò la II guerra mondiale. Togliatti scrisse ai compagni comunisti sconvolti per la notizia, che occorreva obbedire a Mosca, perché Mosca non sbaglia mai! Anche la Iotti conobbe Stalin, e non prese mai le distanze da quel feroce dittatore che il giornale del suo partito, l’Unità, salutava, nel 1953, con un sottotitolo in prima che recitava così: “Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione per il progresso dell’umanità“. Ricordo anche che la Iotti ebbe a dichiarare il suo orgoglio per aver brindato con un Lambrusco d’annata, insieme a Togliatti, nel 1956, quando i carri armati sovietici entrarono a Budapest. È questa la classe politica di cui dovremmo sentire nostalgia?

Però lei parla anche di molto altro…
Certamente quello che mi urta di più è il tentativo di far credere che il partito comunista valorizzasse le donne. Si tratta di propaganda pura. Pochi sanno che per lo più i partiti di sinistra furono quelli che fino ad una certa data ostacolarono il voto alle donne, perché le ritenevano “cattoliche”, “conservatrici” ecc. La stessa Rosa Luxenburg spiegava che le donne sono il peggio della reazione e della conservazione, dai tempi delle donne che si opponevano ai giacobini… Il Partito comunista italiano in buona parte finse di valorizzare le donne perché dopo l’introduzione del suffragio femminile bisognava strapparle alla Democrazia cristiana (il cui padre nobile, don Luigi Sturzo, aveva posto il suffragio femminile tra gli obiettivi del PPI già alla fondazione, nel 1919).

Ci spiega meglio?
È semplice: la Iotti venne eletta nella Costituente anche perché era una delle poche militanti laureate. Questo nonostante si fosse iscritta al partito Fascista (cosa che viene spesso nascosta) nel 1942, e nonostante la sua partecipazione alla Resistenza fosse stata tardiva e marginale. Il suo curriculum impallidisce in confronto a quello di Rita Montagnana, la moglie di Palmiro Togliatti…

Chi era la Montagnana?
Era una socialista storica, presente già alla fondazione del Partito Comunista del 1921, che aveva attraversato il ventennio sempre in battaglia. Eletta anche lei alla Costituente, e non perché moglie del capo, fu in breve messa da parte dal cinico Togliatti. Il quale, saltabeccando tra una donna e l’altra, si era infine invaghito, proprio durante i lavori della Costituente, della Iotti: ben più giovane della Montagnana, e anche di lui (Nilde aveva 27 anni meno di Palmiro).

E quindi?
Accadde che Togliatti prima cercò di nascondere il suo nuovo amore, tanto da spingere la Iotti, rimasta incinta, ad abortire. Dove? Sembra nella clinica del suo medico personale, il dottor Mario Spallone, il cui nome balzerà agli onori delle cronache molti anni dopo, perché anche una volta approvata la legge 194, continuerà a praticare aborti clandestini e tardivi (sino all’ottavo mese!), nella sua clinica privata, villa Gina. Abbiamo quindi un capo partito che spinge l’amante ad abortire, e lei che obbedisce. Sembra che la Iotti non fosse tanto contenta di farlo: la troveremo, anni dopo, battersi per il divorzio (e si capisce, vista la sua storia personale), ma assai tiepida riguardo alla legalizzazione dell’aborto… come, del resto, tante donne comuniste che gli uomini del partito metteranno in riga, costringendole a cambiare opinione (molte donne comuniste, infatti, ritenevano che legalizzare l’aborto avrebbe significato deresponsabilizzare gli uomini).

Prosegua pure…
Ecco, ci furono altre donne comuniste, sempre nella Costituente, come l’onorevole Teresa Mattei, che di fronte all’imposizione del partito “abortisci!”, si ribellarono. La Iotti invece obbedì. Abbiamo altre donne, sempre la Mattei, che davanti alle avances di Togliatti, le respinsero, anche per rispetto della Montagana, figura, lo ripeto, storica e “venerata”. La Iotti no: nessun riguardo verso la moglie di Togliatti, che venne subito emarginata senza tanti complimenti.

Cosa successe?
Accade che la Iotti rimase in parlamento, guarda caso, sino alla morte, nel 1999, per ben 53 anni! Mi viene anche qui da chiedere: sono questi i politici di cui dobbiamo avere nostalgia? 53 anni di fila in Parlamento! Ma soprattutto mentre lei venne sempre ricandidata in collegi sicuri, la Montagna e la Mattei vennero fatte fuori da Togliatti e, dopo la Costituente, in Parlamento non entrarono più. Insomma, l’amante del capo confermata, nonostante la brevissima e opaca militanza, la moglie più anziana, militante da sempre, liquidata, in un batter d’occhio. La base del partito non prese bene tutto ciò, ma Togliatti impose e la Iotti certo non dissentì.

E la Motagnana?
Accantonata come un ferro vecchio, si dedicò a curare Aldo Togliatti, il figlio dimenticato dall’impegnatissimo Palmiro. Aldo, come ricorda Bruno Vespa nel suo Donne d’Italia, era “rimasto traumatizzato dalla vita a Mosca negli anni più cupi dello stalinismo e dalla permanenza in un istituto sovietico” ed era diventato schizofrenico, con spunti autistici.

In conclusione?
In conclusione mi chiedo chi dobbiamo celebrare? Certi personaggi del passato, se raccontati per quello che fecero davvero, permettono solo di rivalutare anche i peggiori dei politici odierni. Persino un Renzi, il peggio che il nostro paese abbia visto negli ultimi 30 anni, a mio modesto avviso, fa bella figura, al fianco di Togliatti e della Iotti! - [Fonte]

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Ricordo inoltre che la Iotti scrisse un libro per esaltare le imprese del dittatore romeno Ceausescu. Politici del genere devono solo essere posti nel museo delle anticaglie. Codesta gente si merita solo,la damnatio memoriae.

Silvio Brachetta ha detto...

«La divinità suprema di questa civiltà può assumere vari nomi: "Riforma", "Progresso", "Evoluzione", "Marcia dei tempi", "Superamento", "Dialettica", "Aggiornamento".
Tutto dev'essere un fluire, un incalzare che non si sa dove di preciso vada a parare, una corsa nella notte; bene è il correre, male è soffermarsi, malissimo voler sapere dove si va e perché ci si vada».
Elémire Zolla

E.P. ha detto...

Segnalerei un articolo sull'imminente entrata in vigore del sistema di "credito sociale" in Cina: la distopia è già arrivata, e a breve verrà entusiasticamente importata anche nell'occidente.

Anonimo ha detto...

De mortuis nihil nisi bonum........ma, ma, in fondo era l'amante giovane del grande capo che ha salvato la cadrega per oltre 50 anni, ma che si dovrebbe dire di quelle regioni dove da 74 anni i padroni del vapore sono sempre gli stessi? Okkio, talora la pioggia salva le sardine che, coperte dagli ombrelli e non visibili in volto, sono più o meno i reduci del'68........

Anonimo ha detto...

A proposito del fluire, L'Oceano Atlantico e l'Oceano Pacifico NON si mischiano.

https://www.youtube.com/watch?v=8fIh1JDVel8

Il Motivo per cui due Oceani non si Mescolano

Così altre acque. Quindi anche le grandi acque liquide, fluide, hanno confini dettati dalle loro diversità, dalla loro identità...a buon intenditore!

Felice ha detto...

Proprio vero che, come disse Oscar Wilde quando gli fu chiesto cosa ne pensasse del buon tempo andato, che il tempo è sempre buono quando è andato!

Anonimo ha detto...


Su Nilde Jotti

solo due aggiunte.

dal punto di vista del "personale" spopolava di fronte alla Montagnana.
Il che forse spiega molte cose. togliatti sembra fosse uno "sciupafemmene",
come tanti altri "compagni" (i tempi dell'omofilia non erano ancor giunti).
Non si tirò certo indietro di fronte alla procace Nilde...

E' stata per tanti anni presidente della Camera. Sembra però che abbia
esercitato il suo mandato con una certa obiettività, non totale ma
apprezzabile. Quando Almirante fu ferito in un attentato, lo andò
a trovare in ospedale, se ben mi ricordo. Certo,
si poteva considerare in teoria un atto dovuto, in quanto Almirante
era un onorevole e lei era la presidente della Camera.
Se non l'avesse fatto, se ne sarebbe lamentata solo l'estrema destra,
alla quale si considerava appartenere il MSI.

Anonimo ha detto...

Aggiungo CHE, dato che la Iotti aveva studiato dalle suore, tra i vecchi capi comunisti ci fu chi la sospettò di essere una spia del Vaticano .

Anonimo ha detto...

C'è dire anche che presidenti ed ex-presidenti delle Camere si frequentano spesso. Ciò ha avuto come conseguenza una certa "familiarità" della Jotti anche con quelli di altro colore politico. In primis Irene Pivetti. Speriamo che tale familiarità abbia fatto bene alla Jotti.

Anonimo ha detto...

Togliatti sembra fosse uno "sciupafemmene", come tanti altri "compagni" (i tempi dell'omofilia non erano ancor giunti).
Non si tirò certo indietro di fronte alla procace Nilde.
Anche se, proprio in quel periodo, due giovani Enrico Berlinguer ed Achille Occhetto, proponevano come esempio alle giovani UDIne (le attiviste dell'UDI, Unione Donne Italiane, la sezione femminile dei partiti di sinistra), Santa Maria Goretti.

Anonimo ha detto...

I tempi dell'omofilia non erano ancor giunti.
Sartre, nella suo (oggi giustamente dimenticato) romanzo " IL CAMMINO DELLA LIBERTA'" (all'epoca presentato come "Versione democratica di Guerra e Pace") presentava i fascisti come omofili, ed i nazisti come pederasti. Ed ancora negli anni '70, i militanti di alcuni gruppi stalin-maosti scandivano per le strade in (involontariamente comico) pseudo-spagnolo maccheronico una particolare versione del celebre Canto degli Inti Illimani :"EL PUEBLO/ UNIDO, /REPRIME L'INVERTIDO" .

Anonimo ha detto...


Sartre e le accuse di omofilia alla Destra

Lui Sartre era uno "sciupamemmene" perennemente assatanato, si è poi saputo. Un vero e
proprio mandrillo. Teneva donne da tutte le parti, anche all'estero. Spesso giovani.
Suppongo che qualcuna non la tenesse gratis. In fatto di inversione-perversione doveva
saperne qualcosa dalla sua compagna la non meno celebre Simone de Beauvoir, icona femminista et pour cause, bisessuale convinta, che si dilettava con il suddetto di triangoli erotici e quant'altro, passandogli anche
le proprie amanti femmine, pare. Sono usciti libri in proposito, anni fa, che hanno scoperchiato parecchie pentole. Simone de Beauvoir, di ottima famiglia cattolica (hélas!) quand'erano giovane insegnante durante lo Stato Francese o Repubblica di Vichy, fu portata in giudizio dalla madre di una alunna, che la accusava di aver introdotto la figlia ai misteri di Saffo. Si salvò dalla galera perché, per evitare lo scandalo, il processo fu in qualche modo insabbiato e l'insegnante trasferita altrove.
L'omofilia della Destra era una calunnia, anche se personaggi omosessuali ci sono stati pure a Destra. Tale binomio (pederastia-Destra) Sartre lo inventò anche in un racconto, "Infanzia di un giovane capo", pubblicato in Italia da Einaudi. La Destra però non ha mai utilizzato l'omosessualità per distruggere la famiglia e la società, come ha fatto la Sinistra, in particolare quella comunista. La Destra non poteva fare ciò, rientrando la famiglia e la sana virilità tra i suoi valori. Il PCI di Togliatti appoggiava già allora la Rivoluzione Sessuale in gestazione, sostenendo intellettuali notoriamente pederasti come Pasolini e Visconti, anche se poi "dovette" cacciare il primo, il cui disturbo assumeva tratti patologici. E i fissati con la sessualità, secondo natura ma pur sempre malata, come Moravia, le cui opere venivano imposte dal PCI, oltre che nella scuola anche ai militanti, anche operai (sai che goduria, la loro).

Anonimo ha detto...

E' stata per tanti anni presidente della Camera. Sembra però che abbia
esercitato il suo mandato con una certa obiettività, non totale ma
apprezzabile.
In effetti, un altro presidente della Camera che è ricordato per una certa obiettività, non totale ma apprezzabile, è Luciano Violante. E' stato l'unica figura istituzionale che ha parlato (magari per secondi fini elettoralistici, ma ne ha parlato) di riconciliazione nazionale. E non si è limitato alle parole. HA anche commemorato pubblicamente i ragazzi di Salò .

Anonimo ha detto...


Un articolo di "Libero" definisce la grande statista "brava in cucina e brava a letto". Insorgono le donne del Pd e del M5s. Anche l'Ordine dei giornalisti protesta
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/nilde-iotti-fiction-articolo-sessista-libero

Solidarietà a Giorgio Carbone. Le reazioni scomposte di gente che passa la giornata a insultare il nemico sono l'apoteosi dell'ipocrisia. Ormai il pensiero unico ha ridotto la libertà di espressione al punto tale che non è più permesso nemmeno dire ciò che fin da bambino ho sempre sentito dire sulla Iotti. Chi ha paura della verità? Chi ha paura delle opinioni altrui? Svegliamoci prima che sia troppo tardi, le cose non vanno per niente bene!
(Attilio Negrini su Fb)

Anonimo ha detto...



Sarà stata "brava" anche in questi campi, il titolo dell'articolo appare tuttavia di cattivo gusto.

Viator ha detto...

Il giornale dei vescovi non si smentisce. Una vergogna tutta italiana!

Anonimo ha detto...

Essere brava in cucina e a letto non erano le sue sole qualità ma facevano parte di lei. Se fosse stato riferito ad un uomo sarebbe stato considerato offensivo? Non credo, ma per la sinistra una donna per valere deve rinunciare ad ogni particolarità.

Avvenire è la succursale di Repubblica ammantata di retorica. Ormai leggere gli editoriali e gli articoli fa pena. Buon ultimo l'articolo che declassa il party blasfemo di Bologna [ripugna vitarlo: Immacolata contraccezione] a goliardata, prendendosela ancora una volta col rosario di Salvini o l'inneggiare al successo della Tosca paragonandolo alle sardine. Pietoso e ributtante.

Anonimo ha detto...

Dopo che si è stati in un ambiente per tanti decenni si finisce con l'avere rapporti civili più o meno con tutti ,indipendentemente dalle idee politiche.I rarissimi casi di rivalità che continuano nel tempo son dovuti quasi sempre ad interessi economici o di carriera.La Jotti non era una santa ma secondo me è stata molto migliore di Fini o dell'altro ex democristiano di cui mi sfugge il nome.Poi andare a rivangare il suo passato sentimentale, quando la signora è stata comunista fino alla morte, è puerile. E' come se ad uno che è privo di una gamba si rimproverasse l'alluce valgo dell'altro piede...