Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 8 luglio 2024

Tagli e annacquamenti del nuovo Rito rispetto all'antico

Alcuni dei precedenti interessanti sui tagli e gli annacquamenti del nuovo Rito rispetto all'antico: 
  • Crisi nella Chiesa: R. Kaschewsky, "Tendenze nelle orazioni del Nuovo Messale" con Presentazione di Paolo Pasqualucci. qui 
  • Miti da sfatare: quanto del messale del 1962 viene effettivamente utilizzato nel messale post-Vaticano II? qui 
  • “Tutti gli elementi del Rito Romano?” Un mito sfatato, Parte II qui 
  • La strategia del 'depistaggio' dei traduttori CEI: cambiare il nome ai peccati qui
  • Del problema generale costituito anche dalle traduzioni, soprattutto in base alle nuove norme, abbiamo parlato qui. 
  • Sulle traduzioni CEI quiqui.  
  • Sui nuovi Messali qui - qui.

Un commento di Peter Kwasniewski 
riferito alla liturgia della scorsa Domenica [qui]:
Una cosa che apprezzo e ammiro molto del rito romano è la stretta connessione tra Vecchio e Nuovo Testamento. In molti modi ovvi ma anche sottili, esso sottolinea la continuità, anche se indica il sovrabbondante compimento del Vecchio nel Nuovo. Questo aspetto è abbastanza muto nel rito moderno di Paolo VI; fatto che ha enormi implicazioni teologiche. Ma in questo momento non ci entrerò. 
Oggi per la 7 domenica dopo la Pentecoste vediamo una bella giustapposizione. L'antifona dell'Offertorio allude ai giganteschi sacrifici di re Salomone, che hanno accompagnato sia l'inaugurazione del suo regno che la dedicazione del Tempio. Il Segreto mostra quindi il significato allegorico puntando esplicitamente i vecchi sacrifici al sacrificio supremo una volta per tutte della Croce, legando elegantemente anche una menzione di Abele, che presto sarà menzionato nel Canone Romano:
 
Antifona Offertorio (Dan 3:40)
Sicut in holocáustis aríetum et taurórum, et sicut in míllibus agnórum pínguium: sic fiat sacrifícium nostrum in conspéctu tuo hódie, ut pláceat tibi: quia non est confúsio confidéntibus in te, Dómine.
Come negli olocausti di arieti di tori, e di migliaia di pingui agnelli; il nostro sacrificio si compia oggi davanti ai tuoi occhi, affinché ti sia gradito: perché non c'è confusione per coloro che confidano in Te, o Signore.

Secreta
Deus, qui legálium differéntiam hostiárum uníus sacrifícii perfectióne sanxísti: áccipe sacrifícium a devótis tibi fámulis et pari benedictióne, sicut múnera Abel, sanctífica: ut, quod sínguli obtulérunt ad maiestátis tuae honórem, cunctis profíciat ad salútem. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. Amen
O Dio, che hai perfezionato i molti sacrifici dell’antica legge con l’istituzione del solo sacrificio, gradisci l’offerta dei tuoi servi devoti e benedicila non meno che i doni di Abele; affinché, ciò che i singoli offrono in tuo onore, a tutti giovi a salvezza. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

NULLA SALUS EXTRA ECCLESIAM
Oggi il sacerdote, alla messa celebrata in rito tradizionale (Vetus Ordo), ha ricordato che la salvezza dell'anima c'è solo nella Chiesa e che la vita del cristiano non è quella di seguire i blog e gli influencer, di qualsiasi rango e di qualsiasi orientamento essi siano (progressista o tradizionalista), ma sforzarsi di fare due cose: obbedire ai 10 Comandamenti veterotestamentari più i 2 di Cristo, praticare i Sacramenti con costanza, mettendo la messa domenicale e il Vangelo al centro della settimana.
Parole semplici da ricordare sempre, e da far sentire soprattutto a coloro che credono di essere i soli depositari della vera fede (progressisti o tradizionalisti).

Anonimo ha detto...

Roberto De Albentis: "Il problema del nuovo Messale sta nell'abbandono di una storia sempre continua, prima e dopo San Pio V, e nella creazione di un libro completamente nuovo (anche se compilato con materiale vecchio)...Ciò che le generazioni precedenti ritenevano sacro, rimane sacro e grande anche per noi" (Josef Card. Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, nell'anniversario della promulgazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum" con cui si liberalizzava la celebrazione della Messa Romana secondo i libri del 1962, 7 luglio 2007, quest'anno coincidente con la Domenica)

Anonimo ha detto...

8 juillet 1115 : mort, au monastère de Neufmoustier (qu'il avait fondé), de Pierre l'Ermite, prédicateur de la première croisade. Il entraîna les foules jusqu'à Constantinople le 1er août 1096. La croisade se fit ensuite hacher menu par les Turcs, à peine abordé le rivage de l'Asie Mineure, mais ce prophète populaire réussit à échapper aux barbaresques, ce qui lui permit d'assister à la prise de Jérusalem par les chevaliers.

« Le zèle de sa religion le fit quelquefois pécher contre les règles de la prudence. »

Anonimo ha detto...

Dov'è la vera Chiesa Cattolica Apostolica Romana oggi?
Lo chiedo senza doppi fini. Attendo una risposta, possibilmente.

Don Elia su mons. Viganò ha detto...

...
Un’altra occasione mancata

È indubbiamente utile, se non necessario, denunciare errori e deviazioni degli attuali vertici vaticani, non però per spingere il gregge fuori strada, bensì per preservarnelo. L’impressione è invece che tanti sedicenti cattolici non aspettino altro che pretesti per sfogare la loro rabbia e urlare il proprio rifiuto con motivazioni apparentemente sante. Le passioni cattive, tuttavia, rimangono tali anche quando si ammantano di nobili ragioni; chi non le controlla non solo perde la carità e si separa in tal modo da Cristo, ma rischia pure di porsi fuori della Chiesa visibile, che rimane e rimarrà sempre l’unica vera arca di salvezza, per quanto sia malvagio il timoniere e inadeguati i suoi collaboratori. Il diavolo, in questo modo, riesce a trascinare con sé pure coloro che non è riuscito a fuorviare con mezzi ordinari e che gli sono in un primo tempo sfuggiti; non cambia granché stare all’Inferno come modernisti o tradizionalisti… Gli uni e gli altri tradiscono infatti una mentalità protestante.

In conclusione, rincresce che monsignor Viganò, avendo deciso di non presentarsi alla convocazione della Dottrina della Fede, abbia implicitamente avvalorato l’accusa di scisma col rifiuto di obbedire a un ordine che, in ultima istanza, risale al Papa. Un processo avrebbe avuto almeno tre vantaggi. Il primo per lui, dandogli la possibilità di evitare una condanna in contumacia. Il secondo per la Santa Sede, che avrebbe dovuto precisare le accuse contestategli: anzitutto, se effettivamente sussista il delitto di scisma; poi, se la rottura della comunione sia una fattispecie giuridica; infine, se il rigetto del Concilio sia pertinente o no, dovendosi preliminarmente stabilire se i suoi testi appartengono al Magistero ordinario o a quello straordinario: solo nel secondo caso, infatti, si può parlare di eresia e di scisma. Il terzo vantaggio riguarderebbe tutta la Chiesa: il dibattito sulla legittimità del presente pontificato sarebbe finalmente emerso dalla giungla delle dispute tra incompetenti per esser portato ai più alti livelli; ma si vede che l’ora della Provvidenza non è ancora squillata.

Anonimo ha detto...

Si apprende dalla stampa che il prossimo 14 Settembre (nel giorno della festa dell’Esaltazione della Santa Croce) a Fano verrà “benedetta” una coppia di attivisti omosessuali, che hanno anche espresso la volontà di adottare un bambino. Il “rito” sarà celebrato da don Giuseppe Cavoli, responsabile della pastorale LGBTQAI+ con l’autorizzazione del Vescovo Andreozzi. E poi lo scomunicato scismatico secondo qualcuno dovrebbe essere Mons. Carlo Maria Viganò.

Anonimo ha detto...

Mi pare che don Elia finga di non sapere che chi dovrebbe giudicare ma anche formulare tutte le motivazioni da lui indicate (per sanare le cosiddette "dispute tra incompetenti") è lo stesso che, oltre ad essere esperto di orgasmo, ha promulgato, con l'approvazione di Bergoglio, il documento che permette quanto sopra..

Anonimo ha detto...

E, peraltro, a proposito della santa Messa in latino, perchè invece di tradurla ad litteram, se il pretesto era quello di renderla più comprensibile a tutti, ne hanno non solo modificato il testo in modo sostanziale, ma ne hanno stravolto senza nessun valido motivo la liturgia? È stato un errore imperdonabile.

Anonimo ha detto...

C'è chi difende la Chiesa e chi la attacca! Tutto sta a stabilire chi difende e chi attacca! Io non ho dubbi su ciò : Viganò difende, sempre all'interno, Bergoglio attacca, pure lui all'interno ( il famoso "fumo di Satana penetrato nella Chiesa!). Poi arriverà il Giudizio di Dio!

Anonimo ha detto...

Gentile Don Elia, 
lei sicuramente ricorderà  che spesso Mons.Viganò  ha fatto riferimento al deep state, a questo deep state molti altri prima e dopo hanno accennato quando sono venuti alla ribalta fatti poco chiari. Non so esattamente cosa sia il deep state, come funzioni e quando sia venuto in essere, suppongo che sia qualcosa simile alla Mafia di San Gallo. Quindi il deep state deve essere un qualcosa guidato da più persone che perbene perbene non sono, ma che si fanno passare per tali. Siccome non sono addentro né  agli stati profondi, né alla chiese profonde mi limiterò  ad un solo fatto accaduto regnante BXVI, quando venne bloccato ogni bancomat in Vaticano.Proprio quel giorno ero in banca, in una città diversa da Roma, e ne venni a conoscenza perché gli impiegati sapevano ed erano sbalorditi e spaventati. Al dire il vero io no, perché  non capivo questo allarme non conoscendo la portata, le cause e le possibili conseguenze. Col tempo ho capito che bloccare il bancomat in uno Stato straniero non è cosa che può fare un impiegato né  un direttore di filiale e sinceramente non so da dove sia uscito questo comando, anche se qualche sospetto  poi mi è  venuto. Tuttavia i bancomat, con le dimissioni di BXVI, tornarono subito a funzionare regolarmente. Quando accadono fatti gravissimi, come le dimissioni di un Papa, è bene anche dare uno sguardo ai soldi, a tutti i tipi di Mafie e anche a quei deep state che hanno esportato tante democrazie.
m.a.

Anonimo ha detto...

Un errore voluto, per rendere il nostro rito simile a quello dei protestanti.

Anonimo ha detto...

A mio parere don Elia ignora, o finge di ignorare, che mons. Viganò rischiava di non tornare a casa in buona salute dalla gita in Vaticano.

Anonimo ha detto...

Andrea Sandri
LContra ius

Sarebbe profondamente antigiuridico, fino a infrangere lo ius divinum, eliminare con un divieto positivo un rito radicato nella Tradizione apostolica della Chiesa, celebrato ininterrottamente fino a oggi e diffuso in tutto l'orbe.

Anonimo ha detto...


In teoria don Elia ha ragione sul fatto che sarebbe stato meglio ed anche utile per tutti che mons. Viganò si presentasse al DDF per contestare in modo articolato le accuse che gli venivano rivolte, in modo da far esplodere o comunque risaltare la deviazione rappresentata dal VAticano II. Ma solo in teoria.
Non si trattava di andare di fronte ad una Commissione imparziale. Le sue dichiarazioni sarebbero state usate contro di lui, magari per fabbricare una bella accusa di eresia e completare il quadro.

C'è un precedente. Nel 1978-79 mons. Lefebvre fu convocato all'ex-Sant'uffizio per dei "chiarimenti". Alle contestazioni rispose con un documento dottrinale di decine di pagine che portò lui personalmente, cosa che non fu sufficiente. Il SU chiese ulteriori chiarimenti e preparò un lungo verbale che mons. Lefebvre avrebbe dovuto firmare. Ma si capiva che questo verbale non sarebbe andato dal papa (come promesso) ma da una commissione di tot cardinali incaricati di giudicarlo, tra i quali alcuni che l'avevano già condannato quando rifiutò di obbedire all'ordine illegittimo di chiudere Econe.
Allora, come scrive mons. Tissier de Mallerais nella sua biografia, "su consiglio di don Putti [ad Albano] interruppe tutta la procedura ed inviò il verbale al papa con due richieste: erezione della Fraternità in prelatura nullius con un vescovo alla sua testa ed invio di un cardinale visitatore" (p. 537, ed. fr.).
Cioè: mons. Lefebvre non ritornò al SU con il verbale da lui firmato. Sembra che don Putti, in un lungo colloquio, l'abbia convinto a non firmare e a non andare, altrimenti, si sarebbe messo persino a gridare (in una nuvola di fumo, essendo accanito fumatore), questi le fabbricheranno una bella condanna per eresia! Grazie all'intervento di don Putti, la manovra architettata dal SU finì in una bolla di sapone.
Sicuramente don Putti aveva visto giusto. Altrimenti, perché preparare una commissione di Cardinali, solo per discutere di "chiarimenti", tra l'altro dati infinite volte?
Ora, fatte salve le ovvie differenze tra la posizione di mons. Lefebvre e quella di mons. Viganò, possiamo forse parlare di una similitudine dal punto di vista della procedura o meglio dell'atteggiamento ambiguo e incline a far male della presente gerarchia, oggi peraltro dottrinalmente assai più inquinata di quella degli anni Settanta.
ar