don Alcuin Reid
Un'omelia per la domenica di Settuagesima
+ Alcuni di noi sono sportivi o donne dotati; altri no. Alcuni di noi sono abbastanza giovani da esercitarsi fisicamente con relativa facilità. Altri tra di noi possono solo ricordare questi giorni. Eppure nella lettera di questa mattina San Paolo insiste sul fatto che dobbiamo tutti "correre... per la vittoria” così da ottenere il premio riservato al vincitore della gara, un’esortazione che potrebbe sembrare una sfida piacevole per alcuni e un compito impossibile per altri.
Naturalmente, S. Paolo non sta parlando di una corsa ad un evento sportivo. Si riferisce alla maratona di perseveranza nella vita cristiana, analogia abbastanza appropriata nella domenica di Settuagesima, quando la nostra Santa Madre, la Chiesa, sbandiera il nostro bisogno di prepararci allo sforzo spirituale che presto gli esercizi della Quaresima richiederanno da ognuno di noi.
Perché la perseveranza nella vita cristiana non è una cosa da poco o transitoria. La pietà e lo zelo della giovinezza si confrontano presto con tutte le sue tentazioni e troppi cadono preda delle esche del diavolo che ingannano. Le responsabilità della vita adulta, vocazionale e professionale, implicano richieste costanti che possono lasciarci esausti fisicamente e spiritualmente e tentarci di 'tagliare pet la tangente' e sacrificare la nostra fede e i nostri principi per avere successo più facilmente agli occhi del mondo. La mezza età può vederci mettere in discussione le scelte che abbiamo fatto e preoccuparci di tutto ciò che non siamo stati in grado di fare, provocando panico e disperazione mentre la realtà di aver vissuto la maggior parte delle nostre vite sprofonda. L'avvicinarsi alla pensione può minacciarci con l'approccio terrificante della cessazione di un lavoro dietro cui nasconderci per decenni, tentandoci a credere che la nostra produttività personale e il nostro valore stiano per finire; il nostro stesso scopo di vita può sembrare quasi finito. I fardelli della fragilità e delle malattie della vecchiaia possono tentarci alla disperazione di credere di essere inutili fardelli per gli altri che sono giustamente impegnati nella loro vita.
In tutto questo, mentre corriamo lungo il livello, le strade di mare o godiamo delle viste panoramiche che ci offrono le alte pianure, mentre saliamo le ripide colline ed evitiamo i pericoli di una discesa troppo veloce lungo l'altra sponda, e anche quando il nostro ritmo rallenta con lo sforzo continuo questa maratona richiede, o mentre lottiamo, feriti ed esausti verso il traguardo - l'esortazione di S. Paolo rimane: "corri... per la vittoria”.
La domanda che questa esortazione pone per ognuno di noi, ovunque ci troviamo in gara, è: qual è il mio obiettivo? A cosa sto mirando? Qual è il fine ultimo delle mie priorità, delle mie ambizioni, delle mie azioni quotidiane? Mettiamola in un altro modo: chi amo e servo e parlo di più: Dio o me stesso? Passo più tempo a guardare la Croce, o a guardarmi allo specchio? Le mie attività sono ordinate alla gloria di Dio Onnipotente o alla mia? Queste sono domande per il monaco e il chierico, per il principe e per il prelato, come pure per tutti gli altri. Perché, se devo correre per la vittoria, devo avere chiara la mia destinazione e la strada deve essere liberata dagli ostacoli.
In questa luce dobbiamo chiederci: dove stiamo andando e cosa ci ostacola? Cosa ostacola la mia vittoria dell'imperitura corona di cui parla San Paolo e per la quale egli è pronto a disciplinare e a sottomettere il suo corpo deperibile? Sono pronto ad accettare la disciplina necessaria per essere vittorioso?
La tentazione di cedere alla stanchezza, di smettere di correre, è molto reale. Ls lentezza è uno dei peccati capitali. Ci innervosisce spiritualmente, lasciandoci seduti sulla strada a marcire spiritualmente come spazzatura, per così dire. Ed è proprio di fronte a questa tentazione sempre presente che la nostra saggia madre, la Chiesa, ci rivolge con l'esortazione di San Paolo per spronarci, per rimetterci in piedi, per richiamarci ad avanzare ancora una volta verso il fine che Dio ci ha assegnato.
Settuagesima non è certo quaresima, ma il suo color porpora serve a chiarire che dobbiamo rialzarci e andare avanti con ciò che deve essere fatto. Bisogna ritemprarsi spiritualmente, rinnovare la nostra determinazione, tornare ad allenarsi, affinché nella Quaresima si possa fare reali progressi verso il nostro obiettivo.
Può darsi che siamo stati fuori gara da qualche tempo, o che gli ostacoli che abbiamo creato o quelli che siano stati creati da tempo nel nostro cammino, e che lo scoraggiamento ci abbiano indotti a rinunciare. Potrebbe anche essere che non abbiamo mai considerato la realtà della gara, o del premio che chi la conclude si aggiudicherà. Se è così, che lo struggente Vangelo di oggi ci dia coraggio: anche all'undicesima ora riusciamo a farlo iniziare. E perché noi che siamo ben stanchi della lunghezza del percorso fino ad oggi non saremo tentati di lamentarci per la scorciatoia offerta a tali ritardatari, insieme alla generosità sottolineata nel Vangelo di questa mattina, ricordiamoci anche che "ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per novantanove giusti che non hanno bisogno di pentimento. ” (Lk 15: 7)
“Corri... per la vittoria. ” Ovunque ci troviamo in questa corsa, decidiamo oggi di fare qualsiasi passo necessario per compiere ulteriori progressi, poiché, come Nostro Signore insegna, solo “chi persevera fino alla fine sarà salvato. ” (Mt 24:13) +
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
6 commenti:
19 febbraio 2025: MERCOLEDÌ DI SETTUAGESIMA
La condanna.
I colpevoli compaiono dinanzi al sovrano Signore che hanno oltraggiato. Ma lungi dal dichiarare il proprio errore, s'incolpano a vicenda. Ciò nonostante, la giustizia divina farà il suo corso, e la sua sentenza si farà sentire fino alla più lontana posterità. Il delitto era stato commesso da due esseri arricchiti d'ogni dono di natura e di grazia. In loro l'inclinazione verso il male, l'ignoranza e la dissipazione che ottenebrano l'intelligenza dell'uomo decaduto, prima non esisteva; un eccesso d'ingratitudine li aveva dunque inabissati nel male. Essi avrebbero potuto salvarsi subito con la fuga: invece esitarono. Poi a poco a poco scemò nella loro coscienza l'atrocità della colpa; cominciarono a presumere di sé, nel loro interesse; finalmente, sostituendo l'amor proprio a quello dovuto a Dio, dichiararono la propria indipendenza.
Ma il Signore ebbe compassione, a causa della loro discendenza. Nello stesso istante che gli angeli furono creati furono soggetti alla prova che sarebbe stata la condizione della loro eterna felicità; ciascuno di loro ebbe modo di scegliere, o la fedeltà o la ribellione. Una fatale maledizione peserà eternamente su quelli che si schiereranno contro Dio, mentre la divina misericordia è stata prodiga nel risplendere sull'intera umanità, rappresentata nei due progenitori e da loro trascinata nell'abisso della riprovazione.
Una triplice sentenza esce dalla bocca di Dio; ma la più terribile è rivolta al serpente, già da Lui maledetto. Difatti lo stesso perdono che promette all'umanità, quel giorno, sarà annunciato in forma di anatèma contro lo spirito perverso, che osò mettersi contro lo stesso Dio nell'opera sua.
La promessa.
"Porrò inimicizia fra te e la donna, e lei ti schiaccerà la testa".
Questa è la vendetta di Dio sul suo nemico. Il trofeo di cui questi era sì fiero torna a sua infamia e ne proclama la disfatta. Nella sua astuzia, non aveva preso di mira prima l'uomo: aveva preferito misurarsi con un essere credulo e debole com'è la donna, ripromettendosi, ahimé! a ragione, che una compiacenza troppo tenera avrebbe poi indotto anche l'uomo a tradire Dio.
Ma ecco che proprio nel cuore della donna il Signore suscita un odio implacabile contro l'universale nemico. Invano il serpente alzerà la sua superba testa per ottenere l'adorazione degli uomini; verrà il giorno che il calcagno d'una Donna gli schiaccerà la testa che non volle chinarsi davanti a Dio. Questa figlia d'Eva, che tutti i popoli chiameranno beata, sarà raffigurata lungo i secoli da altre donne, tutte famose per la vittoria sul serpente: Debora, Giuditta, Ester. La seguiranno fino alla fine dei tempi una teoria di vergini e di spose cristiane che, proprio nella loro debolezza, si mostreranno le più ammirevoli ausiliatrici di Dio: "Il marito non credente sarà santificato per mezzo della donna credente" (1Cor 7,14).
Così Dio annienterà la superbia del serpente. Quanto ad Adamo ed Eva, prima di condannarli alla sentenza meritata, volle far risplendere la sua clemenza verso la posterità, e far rifulgere nei loro cuori un raggio di speranza.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 434-436
Carissimi tutti del Corpo Mistico, preghiamo per papa Francesco . Occorre intercedere generosamente per la salvezza della sua anima e se Dio vuole per la sua salute corporale; perciò siamo tutti esortati a pregare per lui. Chiediamo a san Giuseppe e alla Santa Vergine di assisterlo . Fate pregare anche i bambini e gli ammalati .
"31 Scompaia da noi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. 32 Siamo invece benevoli gli uni verso gli altri ..."
Così sìa!
Ormai nei foglietti della Messa spuntano parole massoniche, citato da Investigatore Biblico.
"La recente Preghiera dei fedeli pubblicata in occasione del Giubileo degli artisti nel foglietto La Domenica del 16 febbraio 2025 dalle Edizioni Paoline, ha suscitato qualche interrogativo tra i fedeli più attenti alla genuinità della dottrina cattolica. Il motivo? L’uso di un linguaggio ( qui) che riecheggia in modo allarmante concetti propri della massoneria, organizzazione storicamente e dottrinalmente avversa alla Chiesa."
https://www.aldomariavalli.it/2025/02/19/e-nel-foglietto-della-messa-spuntano-parole-massoniche/
Commento mio :
D: Perche' prima si dovevano adottare i messalini?
R: Perche' niente doveva cambiare, essere fluido.
D: Perche' sono stati adottati i foglietti per seguire la Messa?
R: Perche' il pensiero e' fluido e...il diavolo si puo' nascondere nei dettagli.
"Per passar bene la Quaresima secondo la mente della Chiesa dobbiamo fare quattro cose:
- osservare esattamente il digiuno, e mortificarci non solamente nelle cose illecite e pericolose, ma ancora, per quanto si può, nelle cose lecite, come sarebbe moderarsi nelle ricreazioni;
- fare preghiere, limosine, ed altre opere di cristiana carità verso il prossimo più che in ogni altro tempo;
- ascoltare la parola di Dio non già per pura usanza o curiosità, ma per desiderio di mettere in pratica le verità che si ascoltano;
- essere solleciti a prepararci alla confessione, per rendere più meritorio il digiuno, e per disporci meglio alla Comunione pasquale."
Pio X - dal Catechismo Maggiore, 1905
Allora e tutt'ora per gli Ebrei è severamente vietato cremare i corpi dei defunti che vengono inumati nudi e avvolti dal sudario: si legga l'articolo Sepoltura e cremazione nell'ebraismo: l'evento Kesher (6.3.2022) - Mosaico dove si dice espressamente che "Riguardo alla cremazione invece, la posizione dell’ebraismo è netta: «questa prassi contrasta con la netta intelligenza, con gli usi del popolo ebraico, e con i precetti della Torah». La cremazione è senza dubbio nata come un uso pagano degli emorrei (antichi cananei) e dunque antigiudaica"
Prof.sa Alda Luisa Corsini
https://gloria.tv/post/Z7MWSsh3CMYg3UAvLmiizdrEh
I cristiani hanno copiato i cananei?
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