Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 12 febbraio 2025

La post-democrazia occidentale e la rivoluzione trumpiana

Altri elementi interessanti sul cambiamento epocale innestato dal nuovo presidente americano. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

La post-democrazia occidentale 
e la rivoluzione trumpiana

Sono passati molti anni da quando un “intellettuale scomodo” quale Noah Chomski[1], ha puntualizzato come nel mondo politico degli Stati Uniti viga la regola non scritta di tacere dei problemi reali e concentrare l’attenzione degli elettori su argomenti che li toccano solo marginalmente. Se questa affermazione è vera – come è facile dimostrare quotidianamente (e non solo negli USA) – viene allora alla luce il sottile gioco che le élite dominanti portano avanti ormai in tutti i Paesi.

Quando il dibattito verte principalmente sul tasso di democraticità degli avversari – con le opposte accuse di fascismo-comunismo, sionismo-antisionismo, nazionalismo-mondialismo, ecc. – questi argomenti finiscono per rivelare la loro natura di meri escamotage finalizzati a distogliere l’attenzione da un argomento concreto: i soldi. La cosa appare sconcertante, specie in un Paese dove il valore delle persone ruota sostanzialmente intorno alla loro ricchezza. A ben vedere, quivi le politiche economiche vengono portate avanti, un passo dopo l’altro, indipendentemente dal partito momentaneamente al governo[2]. Gli Stati Uniti sotto questo profilo non costituiscono però un’eccezione. La gente si accorge prima o poi di come stanno realmente le cose e un po’ dovunque reagisce disertando le urne. Questo comportamento, che non si spiega affatto con la facile accusa di “qualunquismo”, mette in difficoltà i gruppi dominanti, generando incertezza sugli esiti elettorali (cioè sulla spartizione del potere). Oltre ad un certo punto esso rappresenta poi una minaccia per la tenuta di un sistema che pretende di trarre la sua legittimazione dalla volontà popolare. Nel contempo, l’astensione dal voto peggiora la situazione dell’intera società, in quanto lascia i gruppi dominanti sempre più liberi di agire a loro piacimento.

Per rispondere a questo problema si cerca di reagire proponendo alla platea di potenziali elettori sempre nuove tematiche, atte a provocare una divisione netta nel corpo sociale, nell’intento di indurre la gente a schierarsi a sostegno di una delle due parti in lizza. Si tratta in sostanza di sollevare sempre nuovi motivi di conflittualità sociale, imperniati su questioni specifiche che diano l’impressione di lottare per interessi concreti e non già per cause storicamente collegate a istanze ideologiche. Come è facile comprendere si tratta di un vero e proprio inganno, tanto più in quanto le questioni sollevate vengono scelte accuratamente in modo da legittimare un amplissimo margine di azione ai governanti, che se ne servono per intervenire in ogni ambito della società.

Certe tematiche ambientali (l’esaurimento delle risorse, il cosiddetto “riscaldamento ambientale antropogenico”), la minaccia delle pandemie (vere o supposte tali), la posizione rispetto alla vita (aborto ed eutanasia), la tutela e la valorizzazione di qualsiasi minoranza (vera o inventata), la questione Lgbtq, il linguaggio “politicamente corretto”, ecc., si fondano indubbiamente su aspetti concreti della vita. Tuttavia, le modalità con le quali vengono portate avanti a livello politico le trasformano in quadri problematici che propongono modifiche radicali all’intero complesso culturale, e ciò sull’intero orbe terraqueo. In sostanza, si tratta di veri e propri moduli interpretativi della realtà – sia fisica che intellettuale – il che rivela la loro intrinseca natura di costruzioni ideologiche. Non dissimili dalle vecchie ideologie sulle quali si sono modellati i partiti politici che hanno dominato negli ultimi due secoli.

La convinzione generale è che queste istanze emergano alla superficie in modo spontaneo, ed avendo radici nella realtà, abbiano dignità e diritto di affermazione. Se si pone adeguata attenzione, è tuttavia facile accorgersi che molte delle pur legittime preoccupazioni per l’ambiente, per come vengono declinate e rivolte alle finalità pratiche, costituiscono nient’altro se non una perversione della scienza. La quale viene prostituita agli interessi di un’élite economica che di tutto si preoccupa meno che del bene dell’umanità. Ove la riflessione venga condotta liberando la mente dai messaggi, anche subliminali, dai quali veniamo bombardati continuamente, ci si rende conto altresì che la spontaneità delle istanze in oggetto costituisce una foglia di fico a copertura di strategie, sia aziendali che finanziarie, raffinate e complesse, che sorpassano abbondantemente la capacità di immaginazione dell’uomo della strada. Il quale dimostra invero da parte sua scarsa volontà di dedicare tempo ed energie al fine di ampliare le proprie capacità di comprensione.

Paradossalmente, a velare la nostra visione concorre una scolarità di massa che si suppone stia migliorando il livello culturale del pianeta e quindi lo spirito critico delle popolazioni. Si tratta anche qui di un’illusione, che bene conoscono quanti hanno esperienza del degrado progressivo ed irrefrenabile dei sistemi educativi in tutti i Paesi dell’Occidente. Una tragedia in atto, troppo ampia per non essere il frutto di un disegno occulto, di cui non si parla né sui media né sulla letteratura accademica. Piaccia o meno, dobbiamo accettare la realtà di un mondo malamente acculturato, il quale produce, a livelli industriali, una nuova categoria sociale: la “plebe intellettuale”. Un vero e proprio “blocco sociale” composto da “consumatori evoluti”[3], la cui principale abilità sta nell’afferrare i messaggi subliminali diffusi dalle sirene del potere e farli propri.

Lo stesso discorso si applica alle nuove “questioni sociali” che hanno occupato la scena nell’ultimo decennio. È interessante rilevare come il movimento woke, sorto nella comunità afroamericana negli anni ’60,sia diventato uno slogan politico diffuso su larga scala soltanto quando il gruppo Black Lives Matter lo rivendica, nel 2013 e nel 2014. La sua popolarità dilaga nel quadro della battaglia contro le candidature presidenziali di Donald Trump. Una correlazione temporale che fa pensare e spiega le ragioni che hanno spinto il neopresidente a cancellare appena rientrato in carica le basi della legislazione woke emanate dall’amministrazione Biden & Harris.

L’ostilità verso questa subcultura, nelle sue declinazioni sessuali e culturali, è diventata parte della “leggenda nera” costruita intorno a Trump dai media e travasata nelle piazze. Biden e la Harris hanno cavalcato questa tendenza, che è peraltro stata sempre minoritaria nella società americana. Difatti, come annota Pierre Valentin (2021), “non esiste un proletariato woke”. La correlazione tra redditi alti dei genitori e comportamenti woke dei figli salta agli occhi”[4]. I disordini nelle università più prestigiose (leggi: costose) ne sono la prova più evidente. Ciò fa comprendere come il wokismo sia nient’altro se non la versione aggiornata del ’68. Un movimento parimenti gestito dall’alto ed esportato in tutto il mondo, per finalità in buona parte tenute nascoste. Stando così le cose, accusare Trump di “populismo” per aver dato una risposta ad istanze provenienti dalla maggioranza degli elettori, sembra confermare la vocazione autoritaria dei cosiddetti liberal.

Questa realtà induce a riflettere sulla democraticità del “sistema” americano, ed anche sulla pretesa di Trump che le elezioni del 2020 siano state truccate. A quanto sembra, nell’occasione il responso delle urne avrebbe attribuito al partito democratico quasi 13 milioni di voti in più rispetto a qualsiasi precedente elezione presidenziale. Un surplus di voti espressi in una situazione di generale violazione dei diritti civili a motivo dell’emergenza Covid e che si è più che dimezzato nel 2024, una volta ripristinata la normalità[5]. Ciò è avvenuto nonostante l’indubbia forza elettorale dell’apparato presidenziale e l’elevatissima affluenza ai seggi. Un ulteriore elemento di perplessità giunge dal nuovo precedente stabilito da Biden, il quale ha esteso il tradizionale “perdono presidenziale” di fine mandato a tutti i membri della sua famiglia oltre ad un gruppo selezionato di collaboratori. Legati, questi ultimi, vuoi all’operazione Covid, vuoi alla gestione dei disordini di Washington successivi alla pubblicazione dei risultati elettorali.

Per finire, il discorso di Chomski, che risale al 2009 (subito dopo l’elezione di Obama), concorre a gettare ulteriore luce sulla “rivoluzione trumpiana”. Difatti l’altra “colpa” (generalmente oscurata dai media) della quale il presidente rieletto si è fatto carico è proprio l’aver riportato al centro del dibattito politico i problemi reali. Vale a dire la tragica situazione nella quale versa l’economia americana e l’abitudine ormai invalsa di cercare una soluzione – temporanea – alle casse vuote attraverso la guerra. Questa circostanza viene a modificare profondamente il quadro nel quale viene gestito il processo elettorale, che dalla contrapposizione ideologica si sposta sulla questione sociale, vale a dire lo scontro di interessi tra i ricchi ed i poveri[6]. Riconoscendo in sostanza che gli effetti delle politiche economiche proposte dai plutocrati risultano a volte dannose per la maggioranza della popolazione. Come si vede platealmente nel caso della transizione energetica e dei programmi vaccinali[7].

È certamente paradossale che sia un personaggio quale Trump, pienamente inserito nel club dei miliardari (in dollari) ed alquanto disinvolto nell’accrescere la propria ricchezza, a realizzare questa vera e propria rivoluzione, e tanto più considerando i suoi programmi di riduzione del carico fiscale per i ceti più abbienti. Ma questo sembra un mantra ormai acquisito alla politica americana, a partire da Reagan e dalla sua pretesa (ed infausta) “rivoluzione”. Un omaggio ai potenti senza il quale non è immaginabile alcuna carriera politica, quanto meno di alto livello. Il futuro ci dirà se questo ritorno ai fondamentali resterà un elemento isolato nella politica di un presidente americano ovvero un nuovo inizio per la nazione che si appresta a governare.
Gianfranco Battisti - Fonte
__________________________
[1] Noam Chomsky – Gli Stati Uniti non sono una democrazia, 8/11/2009.
[2] In altri sistemi politici il principio vale per la coalizione al governo.
[3] In questo caso soprattutto di prodotti mediatici.
[4] ilfoglio.it
[5] Le elezioni 2020 rappresentano un’anomalia nella storia americana, con circa 28 milioni di votanti in più tra i due partiti in lizza rispetto al 2016 (+22,8%), un dato che colpisce considerando le condizioni di un paese militarizzato (lockdown, censura sui media, strapotere della polizia federale, virtuale “commissariamento” del presidente). Risulta altresì incomprensibile come un ex vicepresidente anziano e incolore abbia potuto ottenere quasi 12 milioni di voti in più rispetto alla prima candidatura Obama e ben 15 relativamente alla Clinton. Biden supera Trump di 5 milioni di voti, nonostante l’exploit (anch’esso eccezionale: + 13 milioni) del presidente in carica, che era stato eletto con 3 milioni meno della Clinton. Passando al 2024, il calo dei votanti nella corsa al secondo mandato non è infrequente, e già nel caso Obama appare ascrivibile per lo più ai minori consensi al candidato in carica: quasi 3,5 milioni per Obama2, 6 per la Harris. Quest’ultima perderà con 2 milioni di distacco dal vincitore, 31/12/2024. Comunque siano andate le cose, l’evidenza statistica giustificherebbe un’indagine approfondita quanto imparziale.
[6] Potrebbe essere questo il motivo principale degli attentati subiti da Trump, che in determinati casi (ad es. la questione climatica e l’industria farmaceutica) ha ripetutamente sottolineato il carattere criminale delle politiche relative. Va anche sottolineato che a quanto risulta, uno di questi attentati, pur non avendo conseguito l’effetto atteso, sarebbe tecnicamente riuscito.
[7]Si v. il rapporto della sottocommissione parlamentare sulla pandemia di Coronavirus negli USA. Vi si spiega chiaramente perché Biden abbia ritenuto indispensabile mettere al sicuro il dott. Fauci con il perdono presidenziale e perché l’amministrazione Trump abbia deciso di abbandonare l’OMS. Non va poi trascurato il fatto che a un mese e mezzo dalla sua pubblicazione (avvenuta dopo le elezioni ma ancora sotto la presidenza Biden) questo rapporto sia ancora silenziato dal mondo dei media. Come in altre occasioni, per venirne a conoscenza bisogna rivolgersi alle fonti estere di nicchia, come la comunità nazionale italiana in Croazia (N. Bulva, “Virus fuggito dal laboratorio”, Panorama, LXXIII (2025), n1, pp. 46-47).

42 commenti:

Anonimo ha detto...

Una sola cosa temo in questa lotta per il 'buon senso' : ci troverà  divisi come popolo, nelle nostre famiglie e in noi stessi. Molti, dopo decenni di ipocrito buonismo indotto, recitano senza neanche capire che stanno recitando. E difendono la loro ipocrisia con violenza. È questa violenza, cieca,  che temo.
m.a.

Laurentius ha detto...

In Europa, tutto continua come prima.

jeune-nation.com

Rivarol: Apres la tombe de Le Pen, c'est au tour de celle de Brasillach d'être profanée!

Rivarol n° 3648 du 12 02 2025

BUONE NOTIZIE. TRUMP POCO FA SUI SOCIAL : ha detto...

"Ho appena avuto una lunga e altamente produttiva telefonata con il presidente russo Vladimir Putin. Abbiamo discusso di Ucraina, Medio Oriente, energia, intelligenza artificiale, il potere del dollaro e vari altri argomenti. Abbiamo entrambi riflettuto sulla grande storia delle nostre nazioni e sul fatto che abbiamo combattuto così bene insieme nella seconda guerra mondiale, ricordando che la Russia ha perso decine di milioni di persone e noi, allo stesso modo, ne abbiamo perse così tante! Abbiamo parlato dei punti di forza delle nostre rispettive nazioni e del grande vantaggio che un giorno avremo nel lavorare insieme. Ma prima, come entrambi abbiamo concordato, vogliamo fermare i milioni di morti che si verificano nella guerra Russia/Ucraina. Il presidente Putin ha persino usato il mio forte motto della campagna, "BUON SENSO". Entrambi ci crediamo molto. Abbiamo concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni. Abbiamo anche concordato di far iniziare immediatamente i negoziati ai nostri rispettivi team e inizieremo chiamando il presidente Zelensky, dell'Ucraina, per informarlo della conversazione, cosa che farò adesso. Ho chiesto al Segretario di Stato Marco Rubio, al Direttore della CIA John Ratcliffe, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e all'Ambasciatore e Inviato Speciale Steve Witkoff di guidare i negoziati che, sono fermamente convinto, avranno successo. Milioni di persone sono morte in una Guerra che non sarebbe accaduta se fossi stato Presidente, ma è accaduta, quindi deve finire. Non si devono perdere altre vite! Voglio ringraziare il Presidente Putin per il tempo e gli sforzi dedicati a questa chiamata e per la liberazione, ieri, di Marc Fogel, un uomo meraviglioso che ho salutato personalmente ieri sera alla Casa Bianca. Credo che questo sforzo porterà a una conclusione positiva, spero presto!"

mic ha detto...

Sarà dura in Europa; ma penso e spero e prego che i venti di cambiamento innescati da Trump faranno il loro effetto.

Anonimo ha detto...

Mitico Hegseth! Il segretario della Difesa di Trump gela i nani guerrafondai in Europa e scarica Zelensky: "Gli USA non credono affatto che l'Ucraina possa entrare nella NATO. L'Ucraina ha perso la guerra ed è impossibile che ritorni sui confini antecedenti il 2014. Questo bagno di sangue deve finire". Inoltre ha detto che eventuali truppe di peacekeeping dovranno essere europee (giusto e rispettoso) e NON dovranno essere sul posto come truppe NATO coperte dall'articolo 5. Questo per evitare che Ursula, Soros e i loro sottoposti di sinistra e de destra petalosa tentino l'incidente per scatenare la guerra mondiale contro i russi.
Un grande!!! Ecco perché lo accusano di essere un estremista di destra.

Anonimo ha detto...

Intanto Bergoglio a Sanremo??? mi sembra solo più farsa delle peggiori

Anonimo ha detto...

Ingegnerizzare la democrazia: l'inganno continua - adesso - in modo occulto

«Mentre i media tradizionali hanno taciuto sulla mefitica influenza della NED all'estero nell'ultimo decennio, lo stesso non si può dire di accademici, attivisti, ricercatori e giornalisti dissidenti. Il database delle sovvenzioni dell'Endowment è stato uno strumento prezioso per tenere d'occhio gli intrighi internazionali di Washington e per mappare le connessioni personali e organizzative degli agenti e delle entità di influenza sponsorizzati dal NED. Nel frattempo, lo status dell'Enowment come facciata della CIA poteva essere semplicemente dimostrato, attraverso molteplici ammissioni pubbliche dei suoi stessi leader.

Ogni volta che le proteste scoppiavano in qualche parte del mondo e ricevevano un'ampia copertura giornalistica occidentale, i cittadini preoccupati potevano consultare il database delle sovvenzioni NED e scoprire che, nella stragrande maggioranza dei casi, la maggior parte, se non tutti, gli individui e i gruppi citati nei resoconti dei media associati ricevevano finanziamenti dall'Endowment. Sebbene sia difficile da quantificare, non sorprenderebbe se le voci dissidenti che richiamano l'attenzione su questo fatto abbiano contribuito a scongiurare tentativi di “rivoluzioni colorate”, a interrompere campagne di ingerenza, a proteggere governi e figure politiche popolari e altro ancora. Naturalmente, nonostante la NED abbia sfacciatamente eliminato le prove online delle sue vaste operazioni, l'inganno continua a prescindere - ora, in modo occulto. Si potrebbe perfino sostenere che l'astuzia del Fondo sia di conseguenza ancora più pericolosa, dato che individui e organizzazioni possono nascondere le loro fonti di finanziamento. Ma la mossa dimostra ampiamente che oggi la NED non è in grado di sopportare il minimo controllo pubblico, che la sua esistenza avrebbe dovuto esemplificare. Dimostra anche che le “operazioni palesi” con finanziamenti #USA sono ora il “bacio della morte” che il Fondo doveva sostituire. L'Impero è in fuga.»

Anonimo ha detto...

Davide Lovat
SVOLTA NELLE TRATTATIVE?
Le due parti in conflitto sul territorio ucraino - USA e Russia - hanno ripreso a dialogare dopo il ritorno al potere di Trump e grazie alla sconfitta dei globalisti, che avevano fomentato la guerra per anni fino a farla esplodere, nell'assurda convinzione di poter sconfiggere la Russia.
Il regime fantoccio di Kiev - guidato dalla creatura del World Economic Forum, Zelensky - ora viene ridimensionato a ciò che è realmente e la nazione ucraina, semidistrutta e con una generazione intera di maschi massacrati e uccisi per conto terzi, dovrà subire le sorti decise da altri.
I miei più sentiti complimenti a coloro che hanno dato prova della loro intelligenza nell'aver sostenuto la politica dei globalisti e la guerra contro la Russia, cosa contraria a qualsiasi interesse europeo, in tutto questo tempo.
Come dico, scrivo e ripeto da tre anni (e anche da prima, fin dal 2014): ogni ora in più senza una pace chiara con la Russia è un danno per la nazione ucraina che verrà pagato amaramente durante il conflitto, sul piano militare, e dopo la fine delle ostilità, con durissime condizioni di pace.

Anonimo ha detto...

Sta finendo molto male, come Draghi, Di Maio e Conte, Meloni, Ursula, Macron e Scholz non avevano previsto ( mentre il buon senso della gente sì) o avevano finto di non capire. I giornalisti ? A breve sapremo se per lo più stupidi o pagati da Usaid

Anonimo ha detto...

Se è ormai assodato che Zelensky lo possiamo catalogare alla voce primo buffone della storia dell'umanità, è altrettanto assodato che i servi Europei non siano da meno. Guardacaso la tragedia sta finendo in farsa come avevamo pronosticato già a suo tempo. Ma eravamo considerati delle spie del Cremlino e dei traditori.

Donald Trump ha detto che vuole essere risarcito dall'Ucraina per gli aiuti che gli hanno mandato dalla Casa Bianca. Leggete qui e se non ci credete rileggete:

"Ho detto loro che voglio l'equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare, e hanno sostanzialmente accettato di farlo. Ho detto loro, dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questi soldi".

Ora due cose su tutte: la prima è che trovo abbastanza curioso, ma per niente sorprendente, il fatto che non solo l'Ucraina abbia mandato al macello centinaia di migliaia di persone e distrutto un intero Paese per gli interessi a stelle e strisce, ma dovrà persino regalare praticamente le uniche ricchezza che gli sono rimasti. Fottuti, cornuti e bastonati. Usati come forse mai nessuno nella storia. Però attenzione, dicono che i cattivi sono a Mosca mentre i buoni a Washington. In tutto questo Zelensky si è messo a 90° perché si sta cagando sotto e consegnerebbe perfino la moglie a Trump.

Poi una menzione particolare per i cretini Europei, sia quelli che governano a Bruxelles sia quelli che stanno nei palazzi sparsi per l'Europa, che si sono svenati per inviare miliardi a Kiev, rinunciato alla propria sovranità e ai propri interessi e adesso rimangono col cerino in mano. Esclusi da tutto anche dai tavoli negoziali. Ci vuole talento per essere così ripugnanti, insignificanti e personaggi senza arte né parte. Loro ci sono riusciti. Miserabili!

T.me/GiuseppeSalamone

Anonimo ha detto...

Per la prima volta in Italia il Ministero della Salute e l’Aifa dovranno comparire davanti a un giudice per una causa relativa ad un danneggiamento da vaccino anti Covid 19. La notizia, che ha del clamoroso, arriva da Reggio Emilia dove il giudice del lavoro Elena Vezzosi ha disposto l’udienza per il prossimo 9 settembre 2025. La novità è scritta nero su bianco nel verbale che il giudice ha vergato il 5 febbraio scorso nel quale si intima al Ministero e ad Aifa di comparire per una causa di risarcimento in sede civile di un uomo reso invalido dal vaccino come attestato già dalla disposizione della Commissione Medica di Spezia, competente per i casi della provincia di Reggio Emilia.
https://lanuovabq.it/it/danni-da-vaccino-il-ministero-a-processo-e-la-prima-volta
Prima o poi verra' il giudizio di Dio! (P.G.P.II)

Anonimo ha detto...

L’Impero del Bene e l’Impero del Male e gli "euro-allocchi" accecati dall’idiozia degli “interessi euro-atlantici”

«Tre anni a ripetere che armavamo l’Ucraina per difendere la Democrazia dall’Autocrazia, l’Impero del Bene dall’Impero del Male; e ora Trump dice che l’Ucraina “potrebbe diventare Russia”. Ma, se vuole altre armi, deve sganciare 500 miliardi in terre rare, sennò lui che ci guadagna? E deve chiedere le armi all’Ue, che dovrà acquistarle dagli Usa. Come il gas che, dopo le sanzioni a Mosca, compriamo dagli States a prezzo quadruplo e dobbiamo pure rigassificarlo. Qualche gonzo dirà: Trump odia l’Europa, mentre Biden&C. l’amavano. Balle. Ciò che ne pensavano i predecessori di Trump lo urlò la loro inviata Victoria Nuland nel 2014 mentre organizzava la rivolta a Kiev per rovesciare il legittimo presidente Yanukovich: “Fuck the Eu!” (l’Ue si fotta!). I loro piani di guerra alla Russia, concepiti dagli anni 90 per stravincere la guerra fredda e smembrare la prima potenza nucleare e il più grande Paese al mondo, passavano dal massacro dell’Ue per staccarla dal mercato russo (e cinese) e riportarla all’ovile. Con l’aggiunta dei dazi, iniziati ben prima di Trump. Solo che gli euro-allocchi erano accecati dall’idiozia degli “interessi euro-atlantici”, da tempo antitetici. Infatti, ora che Trump parla chiaro, le cancellerie Ue diventano anti-americane fuori tempo massimo. Ieri allestivano vertici di pace sull’Ucraina senza la Russia: ora leggono sui giornali che Trump e Putin si accordano senza di loro e piatiscono un biglietto omaggio. Zelensky, comico sempre più tragico, deve inseguire Trump come un barboncino. E gli ucraini rimpiangono la neutralità di Yanukovich, due volte eletto e cacciato per conto terzi, costretti come sono a scegliere se farsi rapinare dalla Russia o dagli Usa. Più probabile da entrambi.» (Marco Travaglio)

Laurentius ha detto...

Condivido pienamente lo scritto di Marco Travaglio. La meschinità dell'Europa è ributtante.

Anonimo ha detto...

Molti di questi commenti sembrano sopra le righe, per usare un eufemismo. Si notano anche alcuni topoi retorici. Per esempio quello dell'Ucraina che ha combattuto unicamente "per conto terzi" al fine di far crollare la Russia. Prima di tutto l'Ucraina ha combattuto per se stessa, per mantenersi come nazione indipendente, cosa che i russi non vorrebbero concedere (la chiamano sempre "piccola Russia", come era nel Medio Evo). Ha fatto una politica sbagliata, stupidamente aggressiva nei confronti della Russia, contando sul fatto di riuscirre ad entrare nella Nato, ai tempi di Biden presidente. Diventare un avamposto Nato significava invitare i russi ad aggredirla militarmente, per risolvere la questione una volta per tutte. Cosa che è puntualmente avvenuta, nonostante Putin avesse detto in passato che non l'avrebbe mai attaccata.
L'offensiva iniziale russa era condotta su un arco di 180 gradi, mirava quindi ad occupare in poco tempo l'intero paese. Ma fallì clamorosamente e dopo tre anni di logorante e sanguinosa guerra ci vien detto che la Russia sta vincendo anche se non ha ancora vinto! Da quel che si capisce dai giornali, la controffensiva russa nella zona di Kursk non avrebbe avuto grande successo, l'impiego dei nordcoreani si sarebbe risolto in un sanguinoso scacco.
La situazione è ancora fluida, nel senso che la fine della guerra vera e propria non sembra cosa facile ed immediata, come si vorrebbe. Trump ha gettato tutto il peso del suo dinamismo nel negoziato ma è ancora presto per trarre conclusioni.
Non è comunque credibile che abbandoni l'Ucraina ai russi; imporrà termini realistici, con perdite territoriali per gli ucraini, questo sì. Ma non è credibile che non voglia mantenere un'Ucraina indipendente, neutrale.
I trattati comunque valgono sempre sino ad un certo punto, finché uno dei firmatari non si convince che la situazione è mutata a suo favore e decide di romperlo. Quando gli americani si ritirarono dal Vietnam del Sud, ai tempi di Kissinger, negoziarono un Trattato di pace tra i due Vietnam con il quale il Nord Vietnam comunista si impegnava nero su bianco a non attaccare il Sud. Sembrava un successo americano: il Sud restava indipendente dopo anni di massiccia guerriglia e guerra comunista contro di esso, alimentata da russi e cinesi. Ma, passato non molto tempo, l'esercito del Nord Vietnam, ben rifornito dai sovietici (dalla Russia), attaccò con forze convenzionali doppie e triple il Sud, occupandolo in poco tempo, in violazione del Trattato di pace. Fine della storia.
Se vuole conservare all'Ucraina la sua indipendenza di Stato sovrano, Trump dovrà comunque armarla bene, in termini convenzionali. Se si vuole stare indipendenti e neutrali bisogna essere "armatissimi", diceva Machiavelli.
Miles

Anonimo ha detto...

Visitare Mosca nel 2024!
https://www.youtube.com/watch?v=xS23dpY5Y3g

Anonimo ha detto...

Trump lascerà la patatta bollente alla pavida e stupida UE, che si trova col cerino in mano, fosse stato per entrambi i contendenti si sarebbe arrivato ad un accordo gia due anni fa quando irruppe il fenomeno Bojo che fermò tutto, nessuno sa con esattezza quanto grande sia il territorio occupato, e chissà cosa proporre il tycoon e quanto VP sia disposto a cedere, una cosa è certa, centinaia di migliaia di morti, mln.di sfollati e un paese distrutto.

Aggiornamenti ha detto...

Maria Zakharova:

Il capo del Ministero degli Esteri italiano, commentando il colloquio telefonico tra i presidenti russo e statunitense Vladimir Putin e Donald Trump, ha espresso l'opinione che l'Europa non debba svolgere un "ruolo secondario" nei negoziati sull'Ucraina.

Non esiste un'emoticon che possa esprimere l'intera gamma di emozioni, quindi le parole dovranno bastare. 👇

Vorrei ricordarvi che sono stati i leader dei paesi dell’UE – la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande – ad affermare apertamente di recente che, a quanto pare, non avevano alcuna intenzione di attuare gli accordi di Minsk, nonostante avessero precedentemente assicurato al mondo il contrario. Ora la loro posizione ufficiale è che gli accordi di Minsk erano un tentativo di riarmare Kiev e di “dargli tempo”.

Cioè, fingevano di lavorare coscienziosamente in direzione ucraina, ma in realtà erano impegnati in una pantomima dannosa.

Il problema non è solo che hanno mentito: ormai tutti ci siamo abituati. Il problema è che hanno tradito gli interessi dell'Europa, e questo tradimento è una delle ragioni della tragedia.

Gli accordi di Minsk sono diventati parte del sistema del diritto internazionale attraverso la loro approvazione da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ciò significa che erano soggetti a esecuzione forzata.

Sia Hollande che Merkel e, naturalmente, la dirigenza italiana lo sapevano molto bene allora e lo capiscono anche oggi. Violando il diritto internazionale, cosa che ora ammettono apertamente, i membri dell'UE sono diventati complici chiave della catastrofe che si è verificata in Ucraina e, come conseguenza delle loro azioni, hanno causato un conflitto armato nel continente europeo. Se le norme di Minsk fossero state applicate, l'Ucraina sarebbe stata salvata e, allo stesso tempo, si sarebbe alleviata l'attuale situazione poco invidiabile dei cittadini dell'Unione Europea, il cui benessere è notevolmente peggiorato a causa delle azioni sbagliate, e talvolta semplicemente criminali, dei loro leader.

Se guardiamo ancora più in profondità, tutto questo non è stato solo un tradimento personale, ma anche il riflesso della completa perdita di indipendenza nella condotta di una politica estera “sovrana”. L'Unione Europea, in quanto associazione d'integrazione, e quasi tutti i suoi stati membri sono diventati un'aggiunta alla NATO, seguendo e continuando a seguire obbedientemente le istruzioni di Washington. A questo proposito, la situazione che circonda il sabotaggio e le “indagini” sul Nord Stream è più che indicativa.

A conferma di quanto sopra, il Segretario generale della NATO Rutte ha fatto un commento poco chiaro riguardo al fatto che la conversazione telefonica di Putin con Trump fosse un “tradimento dell’Ucraina” da parte dell’Occidente o meno. Sia la domanda che la risposta sono insignificanti.

Ripeto: gli occidentali hanno tradito l'Ucraina quando hanno impedito la sua transizione democratica, il rafforzamento della sua indipendenza, quando si sono intromessi negli affari interni, quando hanno messo gli ucraini contro i russi, quando hanno messo gli slavi contro gli slavi, poi hanno avviato un colpo di stato incostituzionale e hanno ingannato il popolo facendogli credere di rispettare gli accordi di Minsk, per poi provocare un massacro nella regione.

Laurentius ha detto...

Maria Zakharova dice la verità. Ogni glosa alle sue parole.è perfettamente inutile.

Anonimo ha detto...

https://it.insideover.com/politica/ia-e-social-vance-smonta-la-ue-lamerica-non-accettera-mai-le-vostre-regole.html

Anonimo ha detto...

Ma Putin non aveva detto che non avrebbe mai attaccato l'Ucraina?

Anonimo ha detto...

Cominicato di Marco Rizzo e Francesco Toscano.

La telefonata tra Putin e Trump cambia la storia del mondo. Possono arrivare Pace e multipolarismo. Anche grazie alla vittoria di Trump, è in atto una disarticolazione del campo globalista e liberista dell’Occidente.
Chi si ostina a non vedere questa profonda cesura, come le compromesse leadership dell’Unione Europea, è destinato a cedere il passo al cambiamento.
Esiste una lotta asperrima tra globalisti-liberisti e sovranisti, dovunque alla riscossa.
Come Democrazia Sovrana Popolare, non abbiamo sbagliato un passo verso questa direzione, nonostante i ripetuti attacchi ricevuti.
Chiediamo al Governo Meloni di sospendere immediatamente ogni invio di armi in Ucraina e di destinare queste risorse allo sviluppo economico del Paese, al lavoro, alla sanità pubblica e allo stato sociale.
Vanno ripristinate immediatamente le relazioni diplomatiche con la Federazione Russa, sospese le sanzioni e riattivato il fecondo interscambio economico, a partire dal gas a basso costo per il nostro Paese.
Sta cambiando la storia, e, assieme ad essa, verrà buttato nella spazzatura tutto il ciarpame del politicamente corretto, del falso ambientalismo green, del mondialismo e di tutte le dottrine liberal progressiste che miravano a distruggere i popoli , il ceto medio, la piccola-media impresa, le classi lavoratrici, la famiglia, ed in fondo, lo stesso concetto di democrazia fondato sul rispetto della volontà popolare.
Nulla sarà come prima. Basta vedere le facce perplesse e terrorizzate dei “giornalisti” del mainstream nostrano che, in attesa di una paga estera che non arriverà più, non sanno che pesci pigliare. Per noi una eterna soddisfazione.
Sciogliere questa Unione Europea è ora un obbiettivo indispensabile in quanto intercetta il divenire della storia.
Per la Pace e il Sovranismo Popolare.
Marco Rizzo. Francesco Toscano.

mic ha detto...

Ma chi è che non ha rispettato il Trattato di Minsk e lo ha provocato in tutti i modi?

Anonimo ha detto...

All’Ue, che si è già svenata, toccherà sborsare per la ricostruzione e la protezione della nazione alleata, mentre gli Usa incamereranno le risorse minerarie per realizzare i processori. Capolavoro finale, dopo il suicidio economico delle sanzioni.

Anonimo ha detto...

L'attacco in Germania conferma il fallimento del “multiculturalismo”, che ha solo favorito la diffusione dell’odio fondamentalista nelle società europee. È ora di “cambiare tutto” nelle politiche migratorie, rafforzando il contrasto alla radicalizzazione.
(Souad Sbai)

Anonimo ha detto...

// Tre anni di pattume atlantista sull’Ucraina //

«L’aggressore e l’aggredito, la democrazia e la dittatura, l’Impero del Bene e quello del Male, il conflitto non provocato, le armi fino alla vittoria sulla Russia, Mosca in default per le sanzioni, la pace o i condizionatori accesi, Putin morente e isolato dal mondo e prossimo al golpe, il nuovo Hitler che vuole invaderci tutti, i nuovi Chamberlain che vogliono la resa, gli eroi dell’Azov con le svastiche, le liste dei putiniani fino al Papa e a Dostoevskij, i pacifinti, non si tratta con il nemico, i negoziati solo quando vuole Kiev e i russi si ritirano, l’Armata Rotta che combatte con le pale del 1869, la controffensiva di primavera che riprende il Donbass e pure la Crimea, i confini del 1991, l’Ucraina nella Nato, il Piano Draghi per l’economia di guerra, gli attacchi a Orbán e Scholz che osano parlare con Putin, i missili in Russia, le truppe di Macron, il geniale blitz a Kursk, il piano della vittoria di Zelensky in 10 punti, la pace giusta: tutto nel cesso.» (Marco Travaglio)

Anonimo ha detto...

https://www.difesaonline.it/mondo-militare/accordo-due-con-tanti-interrogativi-futuri%E2%80%A6

Anonimo ha detto...

⚡️L'Ucraina e l'Europa non avranno posto al tavolo delle trattative, dovranno semplicemente accettare il risultato, - Bild

"Penso che tutto sarà deciso senza l'Ucraina. L'Ucraina è nella merda. E anche l'Europa, a proposito", ha detto un funzionario ucraino per The Economist.

I paesi europei sono nel panico perché hanno trascorso gli ultimi tre anni a convincere la loro popolazione a tollerare e temere la guerra con la Russia. Ora l'idea nazionale potrebbe scomparire e la popolazione presterà attenzione alla devastazione dell'economia. In Europa non ci sono risultati paragonabili a quelli degli USA e della Russia.

Mentre gli Stati Uniti discutono della colonizzazione di Marte e dell'intelligenza artificiale, in Europa nutrono la popolazione con farina di vermi e lanciano tappi di bottiglia. Prima delle elezioni, la popolazione potrebbe avere dubbi sul crollo dell'industria, sulla spesa insensata di centinaia di miliardi per l'Ucraina e sulle prospettive di uno sviluppo avanzato.

https://m.bild.de/politik/ausland-und-internationales/experte-nimmt-trumps-ukraine-strategie-auseinander-putin-wird-in-die-haende-klatschen-67ad55d36da9a8373ed6599a?t_ref=https%3A%2F%2Fwww.google.com%2F

Anonimo ha detto...

Mantenere la calma, primo imperativo.
Sembra che adesso anche nei commenti europei si sia diffuso il panico, a proposito dell'esito della guerra in Ucraina. Bisognerebbe mantenere un minimo di lucidità. Intanto, la pace ancora non c'è. Bisognerà vedere come ci si arriverà.
Le carte in mano all'Europa, se si vuole ragionare:
1. Trump dice giustamente che gli ucraini devono ripagare con i minerali rari gli aiuti ricevuti. Ma gli aiuti li ha ricevuti anche dagli europei. Quindi: anche l'Europa ha diritto a "rimborsi" in minerali rari. Più esattamente: anche l'Europa dovrebbe investire in questi minerali, ricavandone degli utili, assieme agli ucraini. Trump è ultranazionalista, cosa che potrebbe in futuro creare qualche problema.
2. Gli USA hanno sempre trattato i paesi europei come servitori, dato l'enorme divario di forza militare ed economica. I dem lo facevano con più diplomazia, Trump preferisce l'approccio brutale, è nel suo temperamento. Si deve ribadire che la politica sbagliata di espansione della Nato ad Est sino ad includere l'Ucraina l'ha voluta l'America non l'Europa, che si è dovuta adeguare. È stato Biden a vantarsi di una futura distruzione del famoso oleodotto Nordstream o no?
3. Si dice che Trump voglia che siano in futuro soldati europei (non Nato) a garantire un accordo di pace in Ucraina. La proposta va decisamente respinta. L'Ucraina ha dimostrato di avere un ottimo esercito, capace di tener testa a chiunque se ben armato. L'unica cosa da fare è consentire agli ucraini un buon armamento convenzionale, tanto più se neutrali. Sono perfettamente in grado di difendersi da soli, l'hanno dimostrato ampiamente. Soldati europei al di fuori della Nato è cosa difficilmente fattibile, sul piano organizzativo, se si vuole fare una cosa seria.
4. Non conviene a Trump abbandonare a se stessa l'Ucraina, per tanti motivi, anche economici. Un'Ucraina abbandonata a se stessa o agli europei che non contano nulla, potrebbe facilmente cadere in preda della Russia. In un'Ucraina postbellica impoverita e nel caos politico ed economico, i russi non avrebbero certamente difficoltà ad organizzare loro questa volta un colpo di Stato con conseguente richiesta di aiuto militare ai "fratelli slavi moscoviti".
5. Quali che siano stati gli errori di Zelensky e dei suoi alleati, errori anche gravi, non bisogna dimenticare che per i russi l'Ucraina come Stato indipendente alle porte di casa non deve esistere, neutrale o meno che sia, sana o corrotta che sia. Nemmeno la nominano con il suo nome. Per loro è Russia, "piccola Russia". I russi negano qui l'evidenza storica, ma tant'è.
6. Un politico europeo dotato di un minimo di fantasia potrebbe, partendo dall'Ucraina dichiarata Stato neutrale, rilanciare l'idea di una fascia di Stati neutrali sotto garanzia congiunta russo-americana, dal Baltico al Mar Nero. Alcuni di questi Stati sono nella Nato (Paesi Baltici, Polonia etc). Ma l'ostacolo non sarebbe insuperabile. Basterebbe studiare una formula che li trasformasse in partner esterni della Nato. Insomma, le soluzioni diplomatiche si trovano, volendo.

Anonimo ha detto...

"Insomma, le soluzioni diplomatiche si trovano, volendo."

Ecco, volendo!
Il problema sono il guerrafondai, a partire dai dem americani, che hanno dettato legge fino ad ora.

Sull'accordo a due ha detto...

Ciò che i geopolitologhi dicevano nell'aprile 2022 - quando le proposte di pace dette d ´Istanbul' (accettate da Zelenski ma respinte da Londra e washington) avrebbero potuto evitare la perdita ucraina del donbass e molti morti) - diventa ormai evidente : centinaia di mila di persone morte per nulla; rovina industriale energetica dell europa a causa delle sanzioni . Trump sta quindi per negoziare con Mosca ciò che i neo-cons e democratici americani hanno rifiutato per anni in funzione interventista-globalista : ridefinire le zone d'influenza e le sfere geostrategiche e la sicurezza globale nel vecchio continente e in Eurasia e smettere le ingerenze / interferenze occidentali che hanno destabilizzato la zona e radicalizzato la russia inutilmente e al beneficio sicuro della cina 🇨🇳

Anonimo ha detto...

DARWIN AWARDS

Uno sguardo cursorio sulla condizione attuale della politica europea lascia storditi. Se vivessimo su Marte ci sarebbero gli estremi per una spassosa commedia dell’assurdo, ma vivendo in Europa quella commedia è piuttosto una tragedia di cui siamo vittime.

Dopo la telefonata tra Trump e Putin ad alcuni leader europei è iniziato a balenare il sospetto che dopo il barile di pece stiano per arrivare le piume.
Hanno iniziato a strabuzzare gli occhi, agitarsi, e a produrre proclami scomposti.

La ministra degli Esteri UE Kaja Kallas si è messa a concionare pateticamente che “in ogni negoziato, l'Europa deve avere un ruolo centrale” e che “qualsiasi accordo concluso alle nostre spalle non funzionerà”. (Va dato atto alla Kallas di possedere doti attoriali fuori dal comune: è in grado di dire le più sconcertanti corbellerie sempre con aria sorridente e sicura).

Di fronte agli annunciati dazi di Trump sulle esportazioni europee la tedesca Von der Leyen si dice “profondamente dispiaciuta” e promette risposte e “contromisure ferme e proporzionate”, aggiungendo con grande senso del comico: “proteggeremo i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri consumatori".

Il vicepresidente americano Vance in tour europeo snobba il primo ministro tedesco Scholz dicendo che “non c’è bisogno di incontrarlo, tanto sarà cancelliere ancora per poco” – per gli sputi in faccia non era a distanza.

Limitiamoci a questa campionatura del bestiario europeo.

Anonimo ha detto...

Segue/1
Ecco, quando inizieranno il volo di rientro verso la realtà i responsabili europei potrebbero cominciare a notare alcune cose. Ad esempio.

1) Hanno messo in posizioni diplomatiche chiave personaggi come la Kallas agli esteri (o il lituano Kubilius alla Difesa), rappresentanti di minoranza in paesi con la popolazione dell’Abruzzo, un PIL che è una frazione della Lombardia, ma con l’unica meritoria qualifica di essere affetti da psicosi russofobica. Oggi, mentre Putin e Trump parlano sopra le teste europee, la Kallas abbaia ferocissima al piano di sotto, minaccia, garantisce che l’Europa è fondamentale, inaggirabile, e appare pronta a lanciare un battaglione di prodi cavalieri estoni all’attacco del Cremlino. Personaggi come la Kallas sono l’equivalente diplomatico del bombardamento del North Stream sul piano energetico: servono a tagliare i ponti nel lungo periodo verso ogni riavvicinamento alla Russia.

2) La von der Leyen, neanche a farlo apposta, è tedesca della CDU, cioè rappresenta il cuore pulsante del progetto mercantilista di cui l’UE è stata esempio mondiale. Questo modello, è bene ricordarlo, ha sostenuto per decenni l’idea che la carta vincente europea era un’aggressiva politica di esportazioni, con bilancia commerciale perennemente in attivo, politica perseguita al costo di una costante compressione delle condizioni lavorative e dei salari europei. Gli “esperti”, i “tecnici”, ci hanno spiegato che i sacrifici dei lavoratori europei sarebbero stati più che compensati dall’afflusso di capitali esteri (capitali che, secondo la trickle-down theory, sarebbero percolati naturalmente dai grandi gruppi finanziari alla società tutta). A questo punto la successione nel processo di autoevirazione presenta tratti geniali.
Dapprima l’Europa ha scommesso tutto sullo “schiacciare l’avversario a colpi di esportazioni” e così facendo ha distrutto il mercato interno.
Poi ha rotto i ponti con la Russia, e ha spezzato le iniziative cinesi della nuova via della seta, riducendo i propri margini di esportazione a oriente (naturalmente nel nome della libertà contro le autocrazie).
Poi, dando udienza a qualche lobby, ha avviato obiettivi ridicolmente irrealistici sotto forma di Green Economy, creandosi ostacoli artificiali a produzione e consumo (ma, ça va sans dire, per dare il buon esempio al mondo).
Infine, ha scoperto che uno stato sovrano che abbia il physique du role, come gli USA, può cancellare con un tratto di penna tutto il tuo vantaggio competitivo.
Risultato finale: ogni privilegio sul mercato esterno è andato perduto mentre il mercato interno lo hai ucciso.
Roba da Darwin Awards.

3) Scholz cuor di leone è quello che alla vigilia dell’Operazione Speciale russa ha chiuso il North Stream 2 (NB: PRIMA dell’invasione dell’Ucraina), ed è quello che poi quando l’oleodotto è stato fatto saltare in aria (come dice autorevolmente Seymour Hersh, dagli americani con l’ausilio dei norvegesi) ha prontamente accusato i russi di autosabotaggio. Dopo aver così spettacolarmente pulito le scarpe degli americani - che hanno ottenuto su un piatto d’argento la chiusura degli approvvigionamenti energetici europei a basso costo – ora Scholz può essere scaricato come un vecchio clown, che non fa più ridere nessuno.

Anonimo ha detto...

Segue/2
Il tragico quadro della peggiore classe dirigente europea di tutti i tempi potrebbe continuare. Ma purtroppo non possiamo continuare a goderci il divertimento di fronte a tale dabbenaggine, perché ne siamo e saremo le prime vittime.

L’Europa esce da questa vicenda letteralmente annientata.

L’Europa ha infatti perso l’unica vera leva di potere contrattuale che le era rimasta in mano, cioè l’eccellenza sul piano della trasformazione industriale. Oggi l’Europa, tra riduzione degli sbocchi di mercato (interni ed esterni) ed esplosione dei costi energetici, è in piena deindustrializzazione.

Quanto al resto, l’Europa è da tempo un’area del mondo anziana, demograficamente al collasso, in cui le famiglie e tutte le relazioni durevoli sono sistematicamente sotto attacco, sia per le celebri esigenze della flessibilità di mercato sia per la diffusione di ideologismi astratti (woke, etc.).

Militarmente l’Europa non ha mai rimesso in discussione gli esiti della seconda guerra mondiale – salvo per un periodo la Francia – ed è rimasta terra di occupazione.

Culturalmente l’Europa ha abbracciato il modello americano senza remore, smantellando le sue eccellenze nelle scienze e nelle arti, ed abbracciando qualunque schifezza provenisse da oltre Atlantico.

Da ultimo, ed è la cosa più amara e preoccupante, l’Europa che si pretendeva terra dei diritti, della libertà di parola e pensiero, è oggi un luogo dove regna un’atmosfera mefitica di censura, di asservimento mediatico, di ricatto intellettuale. Mentre gli USA, nelle mani del pessimo, “dittatoriale” Trump riapre le maglie della libertà di parola, l’Europa è quel luogo particolare dove si chiudono conti correnti a testate politicamente sgradite, dove si mettono all’indice ragionamenti di schietto buonsenso (per piacere non dimentichiamo tutte le tirate ad alzo zero sui “putiniani” e “pacifinti”, seguendo i cui consigli oggi staremmo tanto meglio); è quel luogo dove si sospendono serenamente i risultati di elezioni sgradite; è quel luogo dove si implementa quel regno dell'arbitrio che è il Digital Services Act; è quel luogo dove giornali e testate di prestigio da tempo non stanno più sul mercato, ma vivono di elargizioni opache e pubblicità privata (tutte risorse condizionate e condizionanti).

L’Europa è alla canna del gas, e con quel che costa, sarà una morte lenta e dispendiosa.
(Andrea Zhok)

Anonimo ha detto...

LA MINACCIA PER L'UE NON È LA RUSSIA E LA CINA, MA LA PERDITA DEI VALORI TRADIZIONALI.

J.D. Vance, Vicepresidente degli Stati Uniti.

▪️ La minaccia più grande per l'Europa non è la Russia o la Cina, ma la perdita interna dei valori tradizionali europei e della libertà di parola, ha affermato il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance.

▪️ Il politico americano ha citato i seguenti esempi:
— La decisione illegale del tribunale rumeno di annullare i risultati delle elezioni presidenziali
— Un cittadino britannico arrestato per aver pregato fuori da una clinica dell'aborto
— Repressione della libertà religiosa in Gran Bretagna

▪️ L'Europa deve ripensare i suoi valori interni e concentrarsi sulla protezione delle libertà fondamentali che sono minacciate dai cambiamenti politici e sociali, ha sottolineato Vance.

Anonimo ha detto...

E Meloni sbraita pure lei, dice il tg......contro laRussia come il pd ? a difesa di un Mattarella che ha provocato con commenti malvagi indifferenti dei morti russi per liberare dal nazismo... qualcuno la guerra la vuole ad ogni costo in Italia anche...

Anonimo ha detto...

https://web.archive.org/web/20160408032701/http://calhoun.nps.edu/bitstream/handle/10945/8939/russianukrainian00stew.pdf

L'infrazione è tutta russa. Inoltre molti dei partiti di estrema destra ucraina non hanno in realtà un retaggio nazionalista congruo e coerente: il battaglione Azov e quelle varie milizie ad esempio, ma anche il partito pravy sector o svoboda che d'altronde erano infondo progettati per questo sin dalle origin ( tradendo quindi la missione dell'ABN di cui gli ucraini sono sempre stati capi eminenti )...difatti far virare il pur atroce iper-nazionalismo ucraino verso una riproposizione nazista pagana è stato geniale.

Chiaramente ciò non significa ignorare il disastro della pressione e dei giochini della NATO.

Anonimo ha detto...

Mattarella avrà anche detto una fesseria su Putin= HItler ma non facciamo adesso di Stalin una quasi vittima innocente di Hitler.
Senza il patto di non aggressione tra i due compari, fatto in segreto e uscito fuori alla vigilia dell'attacco nazista alla Polonia (una mossa sleale di Hitler verso l'alleato italiano), Hitler non avrebbe cominciato la sua guerra. Non solo, i due compari si erano messi d'accordo sempre in segreto per spartirsi la Polonia, cosa già avvenuta tre volte a quella nazione nel Settecento. Quando, dopo due settimane i polacchi erano ormai in rotta, Stalin con tutta calma occupò praticamente senza combattere un terzo della Polonia, cioè gran parte della parte che la Russia aveva perso nella guerra russo-polacca del 1920, seguita alla dissoluzione dell'impero zarista.
Non solo. Grazie al patto con Hitler Stalin aveva ottenuto il riconoscimento di considerare sue "zone di influenza" i paesi baltici e la Bessarabia, ai confini della Romania. Ma Stalin, mentre Hitler era occupato a guerreggiare con la Francia, procedette ad occupare quelle nazioni, instaurandovi il suo tipico, feroce e persecutorio regime. Questo spiega la "russofobia" dei Paesi baltici e dei polacchi e lo si può capire. Occupata la sua parte di Polonia, Stalin procedette con calma a sterminare la classe dirigente polacca, cominciando con gli ufficiali (massacro di Katyn, in Bielorussia, scoperto dai tedeschi e attribuito a torto a loro dalla propaganda di guerra alleata). L 'avanzata di Stalin preoccupò alquanto Hitler anche perché Stalin teneva l'Armata Rossa schierata in posizione offensiva. Se Hitler si fosse trovato nei guai contro i francesi (che inaspettatamente liquidò in poco tempo) Stalin si era messo nella posizione militare ideale per attaccarlo alle spalle. Si ripeteva lo schema diabolico della I gm, per i tedeschi.
Hitler poi attaccò Stalin e senza dichiarazione di guerra, grave errore. Distruggere la Russia bolscevica rientrava nei suoi grandiosi e folli piani di ridistribuzione e sterminio dei popoli, dall'Atlantico agli Urali.
Resta il fatto che, al contrario di quello che ha sostenuto anche Putin, l'azione di Stalin non fu una saggia contromisura per difendersi dal nazismo ma un'azione complice del nazismo finalizzata alla spartizione dell'Europa meridionale, orientale e baltica - azione senza la quale la II gm probabilmente non ci sarebbe stata.
Che la Russia non ci abbia fatto niente non è vero. Ci siamo dimenticati l'appoggio al comunismo, finanziario, politico, nel nostro Paese, sin dai tempi dell'Internazione comunista e l'appoggio al terrorismo, delegato alla Cecoslovacchia soprattutto, paese nel quale si rifugiavano in genere i comandanti partigiani rossi protagonisti di efferrati crimini e perseguiti dalla giustizia italiana? Assieme a Polonia e Germania, l'Italia era il paese nel quale i capi bolscevichi vedevano buone possibilità di prendere il potere con l'azione rivoluzionaria, tesi appoggiata anche da Gramsci al tempo alto funzionario dell'Internazionale appunto. Fu il fascismo a bloccare l'avanzata del comunismo, con la lotta di piazza, l'imprigionamento dei capi, la dissoluzione dell'intero apparato di potere rivoluzionario, assai esteso, presente anche nei sindacati e nell'esercito.
Alla "russofobia" non bisogna contrapporre una "russofilia" ugualmente scriteriata.

Anonimo ha detto...

Il consigliere di Donald Trump, Richard Grenell, ha dichiarato che i risultati delle elezioni presidenziali in Romania di dicembre sono stati annullati con l'assistenza dell'agenzia statunitense USAID.

Allo stesso tempo, il presidente rumeno Klaus Iohannis si è dimesso di recente, dopo aver di fatto usurpato il potere a dicembre, citando “l’interferenza russa nelle elezioni” per impedire la vittoria del candidato non sistemico Calin Georgescu.
Un dettaglio interessante è emerso sui media rumeni: fonti locali riferiscono che Grenell avrebbe già visitato Bucarest, dove è arrivato il 9 febbraio, cioè il giorno prima che Iohannis annunciasse le sue dimissioni.

Ciò fa sorgere il sospetto che Iohannis sia stato costretto a dimettersi non solo dall'opposizione parlamentare, ma anche dall'amministrazione Trump, che, a quanto pare, ha deciso di sbarazzarsi dei vecchi asset del Partito Democratico e dell'USAID.

https://t.me/rybar/68024

Anonimo ha detto...

L'azione decisa e senza compromessi va bene, bisognerebbe però rispettare sempre le regole della buona educazione.
Il Vice presidente USA VAnce, a Monaco per la nota conferenza, ha detto che non avrebbe incontrato Scholz, ancora formalmente in carica. Avrebbe detto, non ne vale la pena incontrarlo, non sarà cancelliere ancora per molto. L ' irritazione contro un politico woke come Scholz è legittima tuttavia andrebbero sempre rispettate certe buone maniere. Scholz è ancora il Cancelliere, VAnce avrebbe dovuto incontrarlo, secondo le buone regole della diplomazia.
Ma tant'è.
Preoccupano su di un altro piano le dichiarazioni del ministro della difesa americano, pure a Monaco. Ha detto che l'impgno degli USA in Europa non durerà in eterno, che gli USA "non intendono più essere la garanzia fondamentale della sicurezza in Europa". Si riferiva forse al lato economico del supporto alla Nato? O ad un disimpegno globale americano dall'Europa?
Sarebbe un grave errore per gli americani ritirarsi dalla Nato, che bisognerebbe invece trasformare, in modo che non sia una minaccia per i russi.
Se gli americani si ritirassero dall'Europa, il loro posto verrebbe preso dai russi. Inutile illudersi. Le regole della politica sono sempre le stesse. I vuoti di potere vengono riempiti dalle forze in grado di riempirli, nel momento storico nel quale si verificano, quali esse siano.


Da La Verità ha detto...

Il numero due della Casa Bianca ha tenuto un discorso storico che riprende le preoccupazioni di cui è portabandiera «La Verità». Finalmente c’è la rivolta della gente normale, dopo anni di «green» alla Greta e di minoranze che s’impongono sulla maggioranza.

Anonimo ha detto...

Stalin era un capo, la gente che è morta erano coloro che hanno battuto Hitler, distinguiamo sempre, noi italiani non siamo con Draghi e neppure con Renzi, o Grillo,in gran parte, ma quelli ci hanno svenduti a prezzi di saldo supersaldo. Inoltre chi succede a chi non è il primo ma il secondo. Putin non è Stalin , Meloni non è Draghi. Non si puó andare eternamente indietro a cercare cause di cause dei capoccia. Ma anche i popoli con l'andar dietro alle corruzioni se le merita ovunque... e Dio permette.Comunque preferisco Putin e Trump e forse anche Xi ma tuttavia so che la Russia invaderà Roma, perchè così dicono le profezie, anche se l'hanno già invasa da decenni...

Anonimo ha detto...

14 febbraio, 2025 20:48

intendevo scrivere che le milizie quali Azov ed i partiti Pravy Sektor e Svoboda fra tutti sono stati pagati dai russi per far giust'appunto la parte del nazismo paganeggiante sfregiando il pur bieco nazionalismo centro-occidentale ruteno che con tali derive non aveva nulla a che fare fino agli inizi del 2000.
Leggendpo i trattati risalta come i russi hanno infranto tutto ciò che hanno sottoscritto, il che guardando al bottino che costituisce l'Europa sembra che, sul sangue ucraino, occidente ed oriente si stiano spartendo il "vecchio continente" per ora ridicolizzandolo ed indebolendolo, a questo serve questa guerra.
Senza dimenticare che sia Putin che Trump sono l'uno il braccio destro l'altro quello sinistro del cabalismo chabad di conseguenza le retoriche dei pupilli nei luoghi chiave che fan la parte di cristiani tutti d'un pezzo contro la deriva attuale ( di cui Davos è stato l'ultimo spauracchio di gran risalto ) sono solo recita e depistaggio.