Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 26 febbraio 2025

La storia oltre l'UE / L'UE non c'è più

La storia ha deciso di andare l'oltre l'UE. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
La UE non c'è più
Mattarella, Fratoianni, Schlein, Baerbock, Kallas, ecc. - La caduta delle maschere

Ritorno sul recente discorso di Mattarella, nel quale egli sostiene in buona sostanza che non ci possono essere trattative con la Russia, costringendoci di conseguenza a dedurre – per amor della logica - che al Quirinale non si contempla altro piano che la guerra totale contro una potenza nucleare da debellare a ogni costo umano, politico e materiale.
Come ho già avuto modo di dire, siccome Mattarella non improvvisa mai e concorda sempre i propri passi con Macron e altri di pari grado, la sua posizione preludeva a quella che poi andavano a mettere a punto gli attuali maggiorenti europei, con una vertiginosa accelerazione innescata dal radicale riposizionamento degli Stati Uniti di Trump.
Tutti i politici, dirigenti, giornalisti e intellettuali organici all’europeismo di questi anni sono stati messi in ginocchio in neanche tre settimane dalla rivoluzione trumpiana. La Casa Bianca persegue i suoi disegni di potere dirompenti con una gigantesca “glasnost” che denuda il terrificante marciume della cosca che ora Trump vuole sconfiggere fino in fondo.
Intanto, mentre per inerzia nei giornali e nelle reti sociali perdurano patetici tentativi di vedere ancora possibilità di vittoria per la giunta ucraina di militari corrotti e asserviti alle correnti guerrafondaie dell’Occidente, la sua sconfitta sul campo si sta trasformando al galoppo in un presagio di sconfitta dell’intera Europa occidentale in crisi totale d’identità. Nel giro di pochi giorni tutto il costrutto dell’Unione Europea ha dimostrato la sua radicale inutilità, al punto da metterne definitivamente in crisi il ruolo e la legittimità. Tanto è vero che il vertice convocato da Macron a Parigi in fretta e furia neanche istituzionalmente ha nulla a che fare con la UE, ormai inservibile. È una sorta di “coalizione dei volenterosi” con solo un punto all’ordine del giorno: “far uscire il gatto dal sacco” (parole di Baerbock, ministra degli esteri tedesca agli sgoccioli). E cos’è questo gatto? 700 miliardi di euro da dedicare a un rapidissimo riarmo per scontrarsi con Mosca. Tutte le regole dell’austerità usate dai nordeuropei e dai loro maggiordomi sudeuropei per assassinare interi sistemi economici, nazioni, classi sociali, sistemi di protezione sociale, ora devono cedere il passo a una folle corsa verso la Terza Guerra Mondiale. Il deficit era il diavolo, ora è il santo dei produttori d’armi. Un affarone.

I dirigenti europei in modalità Salò non vogliono lasciare spazio a posizioni neutre: la polarizzazione dello scontro deve portare al riarmo, alla guerra, al disconoscimento di qualsiasi funzione storica, politica e militare della Russia nel momento in cui le due massime potenze militari (USA e Russia) si accorderanno invece senza gli inetti chihuahua delle cancellerie europee. Kallas è inconsolabile, i dirigenti tedeschi piangono pubblicamente.

I chihuahua italiani intanto abbaiano contro le autorità russe che hanno attaccato gli spunti asinini del discorso dell’attempato studente di Storia. Roboanti le dichiarazioni di Schlein e Fratoianni a difesa di Mattarella, e contro i nuovi magnati digitali. Quelli che c’erano potevano censurare quanto volevano, e loro zitti. Di fatto si schierano per il terzo tentativo di suicidio dell’Europa in poco più di un secolo. Cadono le maschere, e dobbiamo far vedere i veri volti di chi oggi vuole ucrainizzare l’Europa: finta indipendenza, repressione, censura, isterismi russofobi come religione civile, carne da cannone da mandare al fronte. Dobbiamo diventare sovrani, senza più questi sovrani nudi, così brutti da vedere.

La storia ha deciso di andare l'oltre l'UE.

Hai voglia a strillare che serve un sussulto d’orgoglio, hai voglia a mandare lancia in resta l’imperituro Mattarella a pronunciare oscenità storiche, con l’arco parlamentare a esprimergli solidarietà. (Poteva mancare l’immarcescibile buffone di corte Benigni a tesserne le lodi in prima serata a Sanremo?)
Hai voglia a dire, più per convincere se stessa che altri, che l’Ue deve spostare le montagne e mantenere la promessa duratura di pace, come recita nella sua lingua di legno la baronessa von der Leyen.
Il parlamentare ucraino Honcharenko (presente alla conferenza di Monaco) definisce il discorso di J.D. Vance l’umiliazione totale di tutti i leader europei e riferisce che in sala le persone erano scioccate, che durante il discorso del vicepresidente Usa i leader e i funzionari europei «si sono guardati l’un l’altro e non ci sono stati quasi applausi». Con la Picierno a sbavare e a ripetere che l’Ue deve armarsi, che l’Ucraina deve vincere e Vincerà! (Soddisfatta per la chiusura del c/c di VisioneTv da parte di Banca Intesa?).
Un’Ue a pezzi, che non si dà pace che la Russia abbia vinto nonostante la Nato gli avesse scagliato contro la forza militare e finanziaria dei suoi 30 paesi, che cinicamente hanno usato la popolazione ucraina come carne da cannone.
Il travolgente cambio di passo degli Usa costringe l’eurocrazia a balbettare, sepolcro imbiancato destinato a precipitare nell’abisso dell’irrilevanza storica. L’umanità farà a meno della sua arroganza, della sua levigata ipocrisia, del suo suprematismo mascherato di virtuosismo.
Facilmente Vance affonda il coltello nelle purulenti carni Ue, lei che si ritiene la patria universale dei diritti, lei che ancora sorregge un governo (Zelensky) che utilizza stemmi e linguaggi di banderiana memoria, lei che sostiene un conformismo totalitario politicamente corrotto funzionale alle distopie disegnate in quel di Davos, lei che sbandiera il vessillo dell’uomo nuovo transgender, lei che punta sull’immigrazione per indebolire e sbandare i propri popoli, lei che annulla le votazioni romene perché il vincente Georgescu non è gradito a Bruxelles, lei che impone una transizione verde con le bollette che salgono a ritmo di tip tap.
Facilmente Vance irride a questa Europa che si straccia le vesti per Musk, dopo averlo per anni osannato insieme agli altri grandi oligarchi turbocapitalisti: «Se la democrazia americana può sopravvivere a dieci ani di critiche da parte dell’attivista Greta Thunberg, l’Europa può sopravvivere a qualche mese di Elon Musk». Sulla censura: «La censura in Europa è una minaccia più grave di Vladimir Putin». Sull’annullamento delle elezioni romene in base al pretesto di condizionamenti social di hacker russi o di Tik Tok: «Se la vostra società democratica può essere distrutta da qualche migliaio di dollari di pubblicità sui social media, dovreste riflettere su quanto sia debole la vostra comprensione della volontà popolare».
E non mi si venga a ricordare che l’America è sempre l’America, che Trump è un miliardario, che Musk è un pericoloso tecno-capitalista eccetera eccetera eccetera. Come, finora andava bene? Proprio non ci riuscite a capire che non si tratta di tifare per l’uno o per l’altro, che Trump non è il bene e neanche il meno peggio? Che è semplicemente l’espressione di un moto materiale, determinato dall’accumulo delle mille contraddizioni non più contenibile nell’involucro globalista come disegnato dagli anni ’90 in poi?
Questo potente cambio di marcia apre nuovi orizzonti, e il cielo finalmente si libera da quella cappa opprimente sotto la quale non si poteva che respirare affannosamente. Storia, en marche!
Antonio Catalano, 18 febbraio 2025 

53 commenti:

Laurentius ha detto...

Intanto, l'UE ha giurato che non comprerà mai più gaz russo dopo gli accordi; i quali, saranno una riedizione degli accordi di Minsk, una pausa per il riarmo dell'Europa, della Nato, prima dell'attacco finale alla Russia. Lavrov sembra consapevole della volontà dell' UE di continuare la guerra. Cascherà nuovamente in trappola la Russia? Si fiderà degli Americani (o meglio di chi comanda in America)? È probabile di sì. In ogni caso, a mio avviso, l'UE è tutt'altro che morente e, per di più, conserva il consenso delle masse, come si è visto chiaramente dalle ultime votazioni germaniche, dopo le quali tutto continuerà come prima. Tutta questa fioritura di speranze per via di un discorso - quello di Vance - mi sembra fuori luogo. Gli Americani sono bravi a inscenare spettacoli cinematografici, e a fare i loro interessi. Economici anzitutto. Comunque sia, i popoli vogliono la loro rovina, lo dimostrano con le votazioni, scendendo in piazza a fianco del PD per la continuazione della guerra e in altri mille modi: il Signore certamente ne prende atto, lascia fare, non salva dalla rovina chi non vuole essere salvato e chi preferisce rimanere prigioniero di illusioni.

Anonimo ha detto...

Francia e GB sono un problema per l'Europa, la Germania è un problema per l'unione europea.

Anonimo ha detto...

FINALMENTE!!!

Gli Stati Uniti stanno tagliando i finanziamenti della NATO.

Tutti i sussidi e i pagamenti dei fondi generali saranno sospesi dal 28 febbraio di quest'anno.

Tutte le transazioni finanziarie non correlate a

Anche le capacità di difesa dell'esercito americano saranno annullate.

L'annuncio che gli Stati Uniti stanno tagliando i finanziamenti alla NATO, sospendendo tutti i sussidi e i pagamenti del fondo generale a partire dal 28 febbraio di quest'anno, segna un cambiamento radicale nella politica estera degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Trump. Questa mossa sottolinea la dottrina "America First" di Trump, che dà priorità agli interessi degli Stati Uniti rispetto agli impegni multilaterali. Ritirando il sostegno finanziario, Trump sta inviando un messaggio chiaro: gli Stati Uniti non sopporteranno più l'onere sproporzionato dei costi di difesa della NATO.

Questa decisione, tuttavia, contrasta nettamente con le politiche più interventiste e inclini alla guerra dell'Europa e della NATO, che spesso si basano pesantemente sui finanziamenti e sulla potenza militare degli Stati Uniti. Lo scontro tra l'approccio isolazionista di Trump e la strategia di sicurezza collettiva dell'Europa evidenzia una crescente frattura all'interno dell'alleanza. Mentre Trump cerca di ridurre il coinvolgimento degli Stati Uniti nei conflitti globali, l'Europa continua a sostenere una solida presenza della NATO, spesso invischiata in tensioni geopolitiche.

Le lacrime di leader come Rutte potrebbero ben simboleggiare l'ansia per questa nuova realtà. Senza il sostegno finanziario degli Stati Uniti, l'Europa si trova di fronte a una sfida scoraggiante: o aumentare la propria spesa per la difesa o rischiare di indebolire l'efficacia della NATO. Questo momento potrebbe ridefinire le relazioni transatlantiche, costringendo l'Europa a confrontarsi con la sua dipendenza dagli Stati Uniti e a riconsiderare il suo ruolo nella sicurezza globale.

Da Pacemaker su X

LA SINISTRA PER L’UCRAINA ha detto...

L’ex capitana della Sea Watch Karola Rackete lo aveva detto chiaro e tondo lo scorso autunno: 1) essere di sinistra significa sostenere Zelensky; 2) chi dice stop alle armi per arrivare alla pace, non cerca la giustizia; 3) è giusto che si usino le armi occidentali per colpire in territorio russo; 4) non si può sostenere l’Ucraina con il freno a mano tirato. La sinistra per l’Ucraina. Una sinistra molto attiva, scesa in piazza due giorni fa, rappresentata al parlamento europeo dalla rabbiosa Picierno e al vertice delle nostre istituzioni dal capo dello stato. Ma dovrebbe ormai essere chiaro che continuare a ragionare in termini di destra e sinistra serve solo a garantire il tifo sui rispettivi spalti. Il ciclone Trump sta portando allo scoperto questa sinistra guerrafondaia incapricciata che Usa e Russia si siedano a un tavolo senza l'Europa, preoccupata che si possa arrivare a un’intesa di pace. Questa sinistra sbraita che bisogna sostenere l’Ucraina fino alla vittoria, non contenta che il popolo ucraino sia stato usato come carne da macello per interessi che non hanno niente a che fare con la difesa del proprio paese; che bisogna armarsi e… partite, ma serve più Pil per gli armamenti. Il ciclone Trump sta mettendo in chiaro che abbiamo un’Europa che si stringe intorno alla difesa degli interessi strategici del capitale finanziario (globalista), che mira a protrarre lo stato di guerra dal quale trae enormi benefici, con una Nato che non si sa fino a che punto è ormai sinonimo di America o di quei giganteschi e profondi interessi che traggono vantaggio dal sostenere e incrementare la voglia di guerra.
Antonio Catalano
26 febbraio 2025 ore 17.40

Viandante ha detto...

Lavrov attacca il piano europeo per il peacekeeping in Ucraina: “Un pretesto per armare Kiev”. Intanto, colloqui segreti tra USA e Russia a Riad riaprono il dialogo, ma senza l’Europa. Quali scenari per la pace?

Laurentius ha detto...

E intanto apprendo dal sito di Maurizio Blondet che, stamane, il candidato presidenziale rumeno Georgescu è stato arrestato.

Laurentius ha detto...

Lavrov ha ragione. Se la Russia si lascerà gabbare dalle profferte di pace sospette, poco pulite, hollywodiane di Trump, andrà incontro alla sua certa fine.

La Verità di oggi ha detto...

Achtung, la Ue si fa la milizia privata

Non è chiaro chi comanderebbe l’esercito, né chi fornirebbe le armi. Problemi non da poco anche con le varie Costituzioni (la nostra ripudia la guerra). E c’è il rischio che le forze armate siano usate come forze di polizia. Secondo i dettami del Manifesto di Ventotene.

• Gaza, provocazione di Trump. Però l’intelligenza artificiale gli fa uno sgambetto gender
• Bandiera rossa sullo sciopero dei magistrati
• Il Nobel per la fisica non è capace di fare i conti

Anonimo ha detto...

Un commento veloce sul video surreale comparso sulla pagina gestita da Donald Trump (nei commenti).

Confesso che anche dopo averlo guardato più volte non riuscivo a capacitarmi.

La mia prima ipotesi era che si trattasse di un video satirico, graffiante, mosso da qualche critico ingegnoso per suscitare sdegno.

Ma a quanto pare sembra oramai confermato che si tratti di un video postato se non da Trump stesso, dal suo entourage, dunque con la sua approvazione.

Si affaccia a questo punto una seconda ipotesi. Si tratta davvero di un video inteso in senso propagandistico; ciò che in un attacco sarebbe stato graffiante satira rappresenta invece agli occhi dell'entourage trumpiano uno spot ironico, anche autoironico, divertente, insomma uno dei mille prodotti audiovisivi tecnologicamente raffinati che la macchina da guerra americana usa per esercitare il suo soft power: l'intrattenimento che veicola obliquamente i messaggi desiderati.

Che il video voglia intendersi come ironico e autoironico è in effetti evidente: il bambino con il palloncino a forma di Trump, le danzatrici del ventre barbute, Trump e Nethanyahu a bersi il Mohito sulla sdraio, ecc.
Il tono è quello di una trollata, che vuole provocare e al tempo stesso vuole affermare che lui si può permettere qualunque trollata.

E funzionerà.
Il video farà indubbiamente parlare di sé (primo successo), verrà visto ovunque e le immagini da Costa Azzurra si sedimenteranno nelle coscienze (secondo successo), e di fronte alle polemiche irritate Trump avrà buon gioco a dire che i suoi critici sono privi di senso dell'umorismo, convertendo un'accusa in una controaccusa (terzo successo).

Ecco, in verità credo che l'operazione sia stata studiata accuratamente e che sostanzialmente sia riuscita.

C'è tuttavia una questione che mi attanaglia e cui non ho risposte, se non tragiche.

Anonimo ha detto...

Sono un Avvocato semplice, appartengo all’unica categoria che quando protesta lo fa per proteggere gli interessi degli altri e mai i propri: negli anni mi sono astenuta dalle udienze, perdendo soldi, per protestare contro la sostanziale cancellazione della prescrizione voluta da DJ Fofò e acclamata dai Davigo d’Italia che rendeva i cittadini imputati per sempre, contro l’inasprimento assurdo delle pene per certi reati, contro l’idea di carcere come unica risposta. Mi sono messa, insieme a migliaia di miei colleghi, al servizio della causa dei detenuti, perché avessero condizioni di vita accettabili mentre scontano la loro pena, ho raccolto le firme per la proposta di legge sulla separazione delle carriere con UCPI e poi per il referendum di cui troppi italiani non hanno compreso l’importanza.

Se non rispetto un termine processuale, nella maggior parte dei casi non c’è rimedio, la responsabilità è mia, pago io. Se un giudice fissa in 90 giorni il termine per il deposito di una sentenza e la deposita dopo sei mesi, pazienza.

Se per qualche motivo deposito una querela per conto di un mio assistito dopo 3 mesi e un giorno dal fatto, la responsabilità è mia, pago io. Se il PM, che dovrebbe concludere le indagini entro sei mesi, si fa vivo dopo 3 anni, pazienza.

Se arrivo in ritardo in udienza per ragioni imprevedibili e indipendenti dalla mia volontà, il giudice chiama il mio processo, nomina un difensore immediatamente reperibile che non conosce gli atti, e tratta il processo. La responsabilità è mia, pago io. Se il Pm tarda, lo aspettiamo. Se il giudice tarda, lo aspettiamo. Pazienza, due volte.

Se sono malata posso chiedere un rinvio per legittimo impedimento, sempre che il giudice non decida che non sono abbastanza malata e allora il processo si fa lo stesso, con me o senza di me. Il giudice può anche decidere che partecipare al funerale di mio padre non sia una ragione valida per chiedere un rinvio e che non lo sia neppure assistere mio figlio in tenera età che deve subire un intervento chirurgico, perché “poteva andarci il padre”. E sì, è successo davvero.
Se il giudice la mattina dell’udienza, quando magari l’avvocato s’è spostato da Catania a Torino per parteciparvi, decide di rinviare tutto, PAZIENZA.

Se dimentico di citare un testimone, responsabilità mia, pago io. Se la procura sbaglia cinque volte una notifica all’imputato (sì, è successo) o il tribunale non fa tradurre l’imputato in udienza, si rinvia e pazienza.
E, ovviamente, se il reato si prescrive è colpa dell’avvocato che maliziosamente usa i famigerati cavilli per farla fare franca al suo assistito.

Se commetto un errore nella gestione del processo, la responsabilità è mia, pago io. Se un giudice tiene in carcere per anni un poveraccio che poi risulta innocente, pazienza. Pagate voi.

Oggi dovremo assistere alla pantomima dell’associazione nazionale magistrati: scioperano, senza perdere un centesimo, contro una riforma nel pieno del proprio iter parlamentare, per difendere privilegi di casta e rendite di posizione e per dimostrare che loro sono al di sopra di tutto, persino del potere legislativo a cui hanno dichiarato una guerra senza quartiere solo perché non si allinea ai loro desiderata.
Vi diranno che lo fanno per l’indipendenza della magistratura, per difendere la Costituzione e i cittadini, che stanno combattendo la giusta battaglia. Stanno solo facendo i propri interessi, come hanno sempre fatto e come sempre faranno.

A meno che qualcuno non gli faccia capire che loro non sono la legge, sono al servizio della legge e la legge la fa il Parlamento che rappresenta i cittadini.

Sono un avvocato semplice, posseggo una Costituzione completa, comprensiva degli articoli 24 e 111. Molti magistrati no. Ma niente pazienza, stavolta.

Il giudice deve essere terzo e imparziale, il PM è parte quanto l’Avvocato. Il processo deve essere GIUSTO.

Si diano pace.

Oggi, più che mai, separiamoli.

Anonimo ha detto...

Salerno, i magistrati incontrano gli studenti nel giorno dello sciopero
Ma nella scuola, occupata dslla sinistra, è così in ogni circostanza.

Anonimo ha detto...

Si le immagini danno fastidio, ma illustrano sfacciatamente e senza ipocrisia il piano dei loro soci per Gazaland, peraltro i bozzetti per come sarà circolano da un pezzo, la UE, visto che Rubio, dopo aver convocato la sedicente ministro degli esteri del continente che non c'è a Washington e non l'ha manco voluta vedere, tanto per capire che non frega niente di noi e quei 4 scappati di casa che vogliono fare guerra a dx e manca ancora non hanno capito chi è il Marchese del grillo, se ne facciano una ragione, siamo meno di una espressione geografica e con le pezze al c*** tutti indistintamente, anche i piu snob, sotto a chi tocca, il gioco si fa duro.

Anonimo ha detto...

Aggiungo, a quanto esaustivamente scritto dall'Avvocato delle 18.00, che il giudice deve anche apparire imparziale, oltre ad esserlo.

tralcio ha detto...

Sono tante le cose che non ci sono più: l’Europa della Von Der Leyen non c’è mai stata. E’ la quintessenza di un’operazione voluta in circoli ristretti con finalità diverse da quelle ufficiali; a danno della popolazione e a vantaggio di un’oligarchia ideologica e malamente intenzionata.

Ha comperato tutto, in primis la magistratura e le agenzie regolatorie, inflessibili con chi intralcia il disegno e inetta con gli architetti.

Questo sistema sta finalmente perdendo: ha già perso la capacità di agire nascostamente ed è tutto alla luce del sole.

Non basta ancora perché la gente si svegli, avendo gran parte della cosiddetta informazione e cultura al soldo della narrazione.

Però non ha più chi la difenda: non ha un esercito. Non può comperarlo, non può millantarlo. Può chiedere soldi per farlo, ma i soldi non combattono. Se arriva chi combatte davvero i soldi vanno nelle sue mani.

Per cui hanno già perso, ma possono fare ancora danni nelle falsissime democrazie in cui i gonzi vanno a votare i loro candidati e i magistrati inquisiscono gli avversari.

Falsi come la chiesa del falso profeta. Al capolinea. La differenza tra i danni materiali e quelli spirituali è questa: nel primo caso in 10 o 20 anni ci si risolleva. Nel secondo ci si può regalare una vita eterna infernale.

Il Padre dei Cieli è misericordioso, ma chi bestemmia lo Spirito Santo non accoglie il dono della Redenzione. Per loro il sangue del sacrificio di Cristo non bast e non perché a Dio manchi l’onnipotenza, ma perchè Dio, Lui si davvero, essendo La Verità, accetta la libertà di scelta.

La Verità di oggi ha detto...

Ucraina, Macron si finge eroe ma sottobanco mira al bottino

I transalpini hanno provato a mettere le mani su terre rare e altri minerali ben prima del cambio della guardia negli Stati Uniti. Anche l’Ue voleva intrufolarsi nell’accordo che oggi Zelensky firmerà invece alla Casa Bianca.

• Ecco chi trama all’ombra del Papa malato
• La pacchia delle toghe intoccabili forse sta finendo
• L’Ue non è «nata per fregare gli Usa». Ma oggi è una grana per lo Zio Sam

Laurentius ha detto...

E intanto Trump incontra Starmer, UE e GB si riarmano, Trump si scusa per aver chiamato Zelensky dittatore. I fuochi d'artificio stanno per finire. Chissà se la Russia abboccherà alle sconce manovre occidentaliste in atto al fine di SEDARLA e poi di agguantarla. Non sarà una fiaba a lieto fine per la Russia.

Anonimo ha detto...

Laurentius, hai provato a guardare il Cielo o ascolti solo i TG?
Starmerd è il burattino della City. La UE è il bunker dei globalisti, come Hitler a Berlino.
La City ha sempre regolato la UE e Londra (la corona) ha pilotato l'UK dentro o fuori.
Sempre per gli interessi dell'UK, sempre a danno degli altri europei.
Avevano a supporto Wall Street, l'ONU, l'OMS, la NATO e il deep State USA.
Hanno perso protezione con Trump e Putin se ne compiace.
Se ne compiacerebbero gli europei, se non fossero nella gabbia UE.
Se ne compiacerebbero gli ucraini, senza più guerra.
Il gruppo che ama la guerra ha bisogno di caos per imporre il suo ordine.
Negli USA Trump sta disinnescando il Pentagono come attore di guerre.
Senza gli USA la NATO è debolissima.
L'Ucraina si scorda la NATO e probabilmente la UE.
A fare da interpositori andrebbero inglesi e francesi: i russi secondo voi lasciano fare?
La Cina, la Russia e gli USA votano insieme all'ONU.
Stanno scoprendosi gli altarini: USAID, Epstein, FDA, OMS...
Zelensky non fa votare gli ucraini, ma se si votasse avrebbe il 3%.
Trump non si scusa di aver chiamato dittatore chi non fa votare: dice di far votare.
La Russia ha vinto e sta solo aspettando che gli altri lo ammettano.
E di ritirare il dovuto del risultato.
La fiaba non a lieto fine è per la UE.
E per gli europei se non si liberano della Von Der Layen e soci.
Da valutare l'UK: stavolta salta l'impero.
Ritornano un'isoletta.
Per la Francia di Macron ha già parlato l'Africa.
Per la Germania e la Francia ha già parlato l'economia.
Per l'Italia parlerà l'intelligenza? E' lecito distinguersi e siamo ancora in tempo.


Anonimo ha detto...

Contro i distillatori di pessimismo, voglio dire che la guerra in Ucraina ha fatto il suo corso ed è prossima a finire.

Anonimo ha detto...

Credere che la Nato voglia da sola, senza appoggio americano, attaccare la Russia è semplicemente assurdo. Si parla di continuare a mandare armi a Zelensky per potersi
difendere (munizioni, missili contraerei p.e.) o di inviare eventuali truppe europee non Nato per fare peacekeeping. Tutto qui.

Anonimo ha detto...

La Russia ha 140 milioni di abitanti e un esercito di leva, addestrando ogni anno gli scaglioni. Potenzialmente possono essere chiamati tutti quelli che hanno da 18 a 50 anni. Ha un esercito tecnologicamente equipaggiato e ben addestrato, fortemente motivato, soprattutto giovane e (senza richiami) con 3 o 4 milioni di effettivi subito.

L'inesistente UE opporrebbe un esercito professionale di gente che ormai ha quarant'anni di età media, il sindacato e la prospettiva della pensione. Dietro non ha la leva e non è facile ripristinarla avendola abolita (le caserme sono dismesse e fatiscenti) e soprattutto vedrebbe un popolo demotivatissimo a credere a una bandiera finta come la UE. L'attuale bilancio per la difesa serve per il 70% a pagare i privilegi dei professionisti della carriera, a fronte di un numero di effettivi in grado di combattere sul campo che a stento arriverebbe a 250000 uomini (con età media elevata, meno adatti alle fatiche di chi ha un'età media di 15 anni inferiore).

Con la Russia (specialmente senza gli USA) non c'è partita. La NATO pescherebbe soprattutto in Turchia, ma Turchia è con i BRICS.

Si capisce la propaganda di Londra/Parigi/Bruxelles/Strasburgo... La propaganda si capisce, ma la distanza dalla realtà è incolmabile.

Anonimo ha detto...

Gli sberloni che ha preso Zelensky oggi alla Casa Bianca da Trump e dal suo Vice rimarranno nella storia. Questa è la fine che fanno i fantocci Usa quando non obbediscono più a chi li ha creati. L'ennesima lezione di storia anche se Kissinger, a suo tempo, lo aveva detto chiaro e forte: "Essere nemici degli USA può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale".

Era chiaro che sarebbe finita così, con una figura da imbecille da parte di Zelensky enorme, che ratifica la sua fine politica. Sapete benissimo che non stravedo per Trump, ma stasera è riuscito a far passare un messaggio rilevantissimo: il primo personaggio a opporsi a un cessate il fuoco e alla fine della guerra è proprio Zelensky, sostenuto dai guerrafondai dell'Unione Europea e del Regno Unito.

Perché se è vero che l'accordo proposto dagli Usa è un furto con scasso delle terre rare ucraine, è altrettanto vero che Zelensky come negoziatore e come spessore politico è il nulla assoluto. Purtroppo è stato abituato così, ad avere qualsiasi cosa, a essere acclamato in tutte le tv e in tutti i giornali. È ancora convinto che abbia qualche parola in capitolo nonostante abbia perso senza appello la guerra.

Ma come dicevo all'inizio, il fantoccio di Washington non serve più e addirittura oggi rappresenta un pericolo per gli affari statunitensi in Europa e non solo. E come diceva Kissinger, questa cosa è fatale. Chissà quanto stia oggi rimpiangendo gli accordi di Istanbul e come si mangi le mani per averli fatti saltare. Chissà se gli passino in mente tutti gli insulti quando gli dicevamo testualmente: "Zelensky, negozia subito perché più vai avanti e più si avvicina il tuo patibolo".

Ma chi è causa del suo male, pianga se stesso...

T.me/GiuseppeSalamone

Anonimo ha detto...

Se l'Armata Rossa vede questi potenziali avversari, aumentano le certezze: https://gloria.tv/post/1ppm8Rt9qHAU4CSYbxmAdjdnf

Anonimo ha detto...

Intanto si è interrotto tra insulti e recriminazioni l'importante incontro tra Zelensky e Trump a Washington. Un fallimento completo, di fronte ai giornalisti.
Trump non ha sicuramente mai letto Machiavelli e probabilmentte non sa nemmeno chi sia. Nel cap. XVIII de il Principe Machiavelli dice che il principe (l'uomo di Stato) deve saper combattere come uomo e come bestia, cioè con le leggi e con la forza. Deve pertanto "sapere bene usare la bestia e lo uomo. Questa parte è stata insegnata a' principi copertamente dalli antichi scrittori; li quali scrivono come Achille e molti altri di quelli principi antichi, furono dati a nutrire a Chirone centauro, che sotto la sua disciplina li custodissi [...] Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe et il lione; perché il lione non si difende da' lacci, la golpe non si difende da' lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere e' lacci e lione a sbigottire e' lupi. Coloro che stanno semlicemente in sul lione, non se ne intendano".
Volpe e leone. Ma Trump, per la sua politica estera, sembra voler agire piuttosto come un bisonte o, se si preferisce, come un rinoceronte nel proverbiale negozio di porcellane. Ma in tal modo rischia di non raggiungere alcun risultato e di far ulteriormente incancrenire la situazione.
Non dico che Zelensky non abbia le sue colpe nel fallimento dei colloqui, ma non bisognerebbe agire nei confronti degli ucraini con un minimo di tatto, di intelligenza tattica?
In politica interna sta facendo giustamente la rigorosa pulizia che aveva promesso. Ma anche qui in certi casi occorerebbe forse un pizzico di souplesse. Se terrorizza tutti con il suo modo di fare, rischia di perdere le elezioni di Midterm, che sono solo l'anno prossimo, cosa che gli renderebbe impossibile proseguire nella sua opera di governo come vorrebbe perché avrebbe contro le due camere del Congresso.

Anonimo ha detto...

Vannacci:
Al Senato è stato bocciato l’ennesimo blitz della sinistra per portare avanti soluzioni utopistiche e costose. Dopo il Green Deal e la religione dei “diritti umani”, ora volevano un esercito europeo che avrebbe minato la nostra sovranità. Per fortuna, il centrodestra ha detto NO.

L’esercito è simbolo e strumento della sovranità nazionale, non un giocattolo da consegnare a burocrati europei scollegati dalla realtà che vivono di slogan. Vogliamo un’Europa forte, fatta di nazioni forti, con forze armate nazionali solide e rispettate. La sicurezza dell’Italia non si delega, si difende!

Anonimo ha detto...

Lo scontro Trump-Zelensky è andato in scena sotto gli occhi di tutti.

Per chi vuole approfondire il dietro le quinte dello scontro, ascoltate anche l'intervista del segretario di stato USA, Marco Rubio alla CNN.
https://youtu.be/P4MzGljlpr8?si=OMqnpR_7zkKv7OtM

Credo che possiamo avere su di esso due approcci: il primo è quello di pancia, che spinge ad essere tifosi di una parte o dell'altra. L'altro è quello di testa, è quello di chi cerca di capire che cosa sta accadendo. Il primo si muove si criteri morali, il secondo usa criteri geopolitici di convenienza.

La chiave di lettura credo sia quella offerta a Monaco dal vicepresidente Vance in una frase: "C'è un nuovo sceriffo in città".

Il nuovo sceriffo non si sente per nulla obbligato da quanto fatto dagli sceriffi che lo hanno preceduto, tanto meno dall'immediato predecessore, che considera un idiota.

Non gli importa di allargare la NATO, gli importa di non gettare nelle braccia del maggiore competitore economico degli USA il più vasto Paese del pianeta con un bacino di risorse naturali immenso. Non vuole rischiare la bancarotta per fare il gendarme e prendere a mazzate chiunque si ribelli, preferisce abbassare i costi con una politica di accordi che i detrattori chiamano mercantilistica.

Immagino che Putin si riveda la scena a nastro facendosi portare i pop-corn e che a Bruxelles siamo stati svuotati i magazzini di Omeprazolo.

Zelensky vuole le garanzie dall'America che in pratica vuole dire una cosa: se riprende la guerra, l'America deve entrare in guerra con la Russia. Trump non ci pensa nemmeno ad entrare in un trappolone del genere, per questo gli ha detto: "stai giocando con la III guerra mondiale". Ma senza una garanzia del genere, Zelensky è politicamente morto. È entrato in guerra rifiutando la rinuncia alla NATO e a qualsiasi concessione di autonomia al Donbass e si troverà a dovere spiegare agli Ucraini che centinaia di migliaia di loro figli sono morti ed è fuori dalla NATO e ha perso tutto il Donbass.

Ha dato retta a Biden e Johnson e ora si trova davanti un Trump che ha con lui un conticino personale sulle carte che gli ha rifiutato sugli affari del figlio di Biden in Ucraina durante la precedente campagna elettorale. Zelensky dunque sa che col cessate il fuoco, la scusa per non indire le elezioni viene meno e lui dura come un gatto in autostrada politicamente (e non escluderei anche fisicamente, se la salvaguardia della sua vita non rientrasse nell'accordo globale Trump-Putin).

In tutto questo quadro l'Europa strepita e si agita, ma militarmente non è in grado di fare nulla e Zelensky lo ha ammesso nell'intervista rilasciata a Fox News: "Senza gli Stati Uniti sarà difficile per l'Ucraina respingere la Russia", ha detto. Dice difficile per non dovere dire impossibile.

L'Ucraina esce da questa guerra in macerie, con una generazione di giovani uomini sepolta o mutilata, con milioni di cittadini che hanno lasciato il Paese e chissà se e quando rientreranno, indebitata fino a più su del collo, con i più ricchi territori ad est persi per sempre e dovendosi guardare ad ovest, dove in Ungheria e nella Romania di Georgescu (il candidato vincente filo-russo che a Bruxelles cercano in tutti i modi di fare fuori) la leadership attuale non gode di grandi simpatie.

All'inizio di questo conflitto, quando i seguaci dei riflessi pavloviani citavano il diritto internazionale, io preferivo ragionare con la parabola del re che va in guerra del capitolo 14 del Vangelo di Luca.

Hanno iniziato col grido bellicoso nazionalista "Slava Ukraïni!", ma sta finendo, se finirà, con quello che in Italia conosciamo bene: "Povera Ucraina!".

Anonimo ha detto...

Diego Fusaro
È stata una vera e propria Caporetto quella subita a Washington dal guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, dittatore e attore, in una parola "dittattore". Egli è stato "accolto", se così vogliamo dire, da Trump, che lo ha metaforicamente preso a sberle dall'inizio alla fine, rinfacciandogli senza perifrasi edulcoranti tutta la sua nequizia e tutta la sua inutilità politica. Il guitto di Kiev si era illuso di poter andare a Washington a dettare la linea da seguire, ma Trump lo ha letteralmente steso a tappeto: "non hai le carte", "non sei nelle condizioni di dettare la linea", "ti sei messo in una brutta posizione", "vuoi portarci alla terza guerra mondiale?". Questi alcuni dei passaggi salienti del discorso sferzante tenuto dal codino biondo che fa impazzire il mondo al cospetto del "dittattore", che è stato effettivamente umiliato in mondovisione. La lezione che se ne trae, il fabula docet, è che di Washington non ci si può fidare, come peraltro era già da tempo noto: il guitto di Kiev è stato prodotto in vitro da Washington e utilizzato da Biden in funzione antirussa, come una sorta di testa d'ariete impiegata contro Putin, senza alcun risultato peraltro. Adesso Donald Trump lo scarica senza pietà, alla stregua del modus operandi di Mangiafuoco con i suoi burattini in Pinocchio di Collodi. Si tratta di un esempio della più spietata Realpolitik: Donald Trump ha preso coscienza del fatto che la Russia non può essere sconfitta, come peraltro insegna magistralmente la storia delle campagne di Russia passate. E allora ha deciso ragionevolmente di porre fine alla guerra, scendendo a patti con Putin e scaricando senza pietà il guitto di Kiev, peraltro umiliandolo in mondovisione a Washington. Il guitto di Kiev, lungi dall'essere un eroe, come taluni stoltamente hanno sostenuto nei giorni scorsi, si conferma per quello che è sempre stato: una marionetta manovrata da Washington e ora scaricata da Washington, un pavido burattino telecomandato dall'imperialismo a stelle e strisce.

Viandante ha detto...

La clamorosa litigata in diretta tv fra Trump e Zelensky resterà nella storia. Un bagno di trasparenza al quale non eravamo abituati e che ci sembra finanche eccessivo, abituati come siamo a essere governati da una manica di burocrati che prendono decisioni al di sopra delle nostre teste ben lontani da occhi indiscreti. Però fa capire tante cose su come a volte basti veramente poco per cambiare il corso degli eventi, sovvertire equilibri, ribaltare le situazioni.

Fino a ieri Zelensky aveva l'ordine di rifiutarsi di trattare a ogni costo e continuare a combattere. Oggi lo bullizzano in mondovisione, intimandogli di smettere di combattere e sedersi a trattare. E' evidente come sia stato usato e poi abbandonato, insieme a tutto il suo popolo che ha portato al massacro, pensando ingenuamente che gli americani non si sarebbero mai stancati di riempirlo di miliardi per provare a realizzare l'improbabile sogno di una certa parte delle élites atlantiche: quello di trasformare un conflitto regionale che poteva essere fermato con un po' di buonsenso reciproco e diplomazia in qualcosa di più grande, in grado di causare una reazione a catena e provocare addirittura il crollo della Russia e la caduta d Putin.

Lo hanno usato e abbandonato, oggi lo scaricano in malo modo e ne decretano la fine politica, e forse non solo politica. Però stasera a prendere parolacce da Trump insieme al povero Volodomyr era come se ci fosse tutta quella sedicente intellighenzia europea che in questi anni ha puntato ogni sua fiche sull'alleanza atlantica, portandosi la guerra in casa, sacrificando il benessere e la sicurezza dei propri popoli, condannandoli a una spirale di impoverimento e deindustrializzazione, per poi essere scaricata come si fa con gli (in)utili idioti.

Di solito provo empatia e umana solidarietà verso le persone che vengono abbandonate e tradite da coloro i quali le hanno usate. In questo caso davvero non ci riesco, perché chi è causa del suo male deve piangere se stesso. E coloro i quali avevano visto per tempo l'iceberg contro cui stavamo andando a sbattere, e hanno provato ad avvisare gli altri, in questi anni sono stati etichettati, isolati, maltrattati e bullizzati come il povero Volodomyr.

Anonimo ha detto...

# Commento 21:44

Armata Rossa o Armata Russa?

Anonimo ha detto...

Alla fine sembra che Trump abbia in pratica cacciato dalla Casa Bianca Zelensky e in malo modo. Lo ha trattato come si fa con un servo, un lacchè. Così non si fa, certe regole di buone maniere non dovrebbero esser sempre rispettate? Dopotutto Zelensky, per quanto antipatico, è un capo di Stato in visita ufficiale. Se lui come persona non merita tanto rispetto, il soldato ucraino merita rispetto per come ha combattuto in questi tre anni, contro un avversario molto più forte, che sta vincendo (con il numero) ma non ha ancora vinto. Zelensky, per via della sua carica, rappresenta anche quel soldato.
Una perplessità, tra le altre: questi incontri, ad alto livello, per firmare accordi importanti, vengono in genere preparati prima dal lavoro di esperti e diplomatici. Ma che preparazione c'è stata, in questo caso, se poi si è arrivati ad un simile fallimento?
Nella sua visione di potenza globale è giusto che l'Ameria cerchi di accordarsi con la Russia e di staccarla dalla Cina. Nel ricercare un accordo per un direttorio a due che regoli la politica mondiale e anche quella in Europa, questa politica ricorda quella di Roosevelt: un condomio mondiale russo-americano, con l'Europa divisa tra i due. Roosevelt sembrava credere nella possibile evoluzione di Stalin verso la democrazia {!!). In ogni caso, l' Europa doveva esser divisa nelle due rispettive sfere d'influenza.
Ma la politica di Roosevelt era sostenuta da una formidabile potenza e presenza militare americana, al tempo unico Stato con la bomba atomica, sino al 1949. Quella di Trump sembra invece implicare un disimpegno militare americano in Europa. Non solo, anche una guerra commerciale con l'Europa, vista come nemica. Nemica è l'UNione Europea a trazione woke, non l'Europa. La politica di Trump sembra minata da una contraddizione, tale da lasciare in un futuro prossimo l'Europa disarmata in balia dei russi, dell'imperialismo euroasiatico di Putin, che esiste accanto alle legittime esigenze russe di difesa, all'origine della presente guerra perché violate dalla demenziale espansione della Nato ad Est.
Miles

Anonimo ha detto...

"È stata una vera e propria Caporetto quella subita da Zelensky etc"
Immagine diventata tradizionale nella nostra pubblicistica per indicare una disfatta totale e definitiva. Immagine però falsa, frutto soprattutto dell'odio di sè dell'Italia democratica e cattolica di oggi, visto che due settimane dopo Caporetto, il Regio Esercito, dato erroneamente per morto, risorse dalle sue supposte ceneri fermando da solo sul Piave e sul Grappa l'invasore austro-tedesco, in due settimane di durissima battaglia, spesso all'arma bianca. A Caporetto avevamo perso quasi tutta l'ala sinistra, una sconfitta assai pesante, ma il resto dell'armata si ritirò in buon ordine per schierarsi su un fronte assai più corto e meglio difendibile (Altipiani, Grappa, Piave) rispetto a quello dell'Isonzo.
Le divisioni franco-britanniche di appoggio erano giunte in tutta fretta ma non presero parte a questa cruciale prima fase della battaglia di arresto, come viene chiamata in termini militari. Costituirono la riserva e portarono numerosa artiglieria, contributi fondamentali, che tuttavia nulla tolgono al fatto che Caporetto fu emendata da noi stessi, due settimane dopo.
Insomma, bisognerebbe cambiare simbologia, anche per rispetto della verità storica, oggi malmenata ancor più che ai tempi del fascismo.
Historicus

Viandante ha detto...

La reazione di Giorgia Meloni: l’Italia propone un vertice per evitare la frattura tra USA ed Europa
Di fronte alla tensione crescente tra Stati Uniti e Ucraina, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è intervenuta con un appello per una nuova strategia diplomatica condivisa. Su X, la premier ha scritto:

“È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore.”

Meloni sembra voler assumere un ruolo di mediazione tra l’Europa e la nuova amministrazione Trump, consapevole che una rottura tra Washington e Kiev potrebbe compromettere non solo la sicurezza dell’Ucraina, ma anche l’intera stabilità europea. L’Italia si posiziona così come un possibile punto di equilibrio tra un’America sempre più riluttante a sostenere l’Ucraina e un’Europa che rischia di trovarsi da sola di fronte alla minaccia russa.

Laurentius ha detto...

Quanti nostalgici di Joe Biden!

Anonimo ha detto...

Bene Meloni. L'iniziativa, che è del governo italiano non solo di Meloni, è quanto mai opportuna e dimostra intelligenza politica. Come si è detto, l'Europa rischia di trovarsi col cerino acceso in mano, rappresentato dalla guerra in Ucraina, che l'Europa verrebbe lasciata sola a sostenere (cioè: verrebbe lasciata sola a sostenere militarmente l'Ucraina nella sua strategia ora solo difensiva contro l'attacco russo). Una posizione estremamente pericolosa che, tra l'altro, fornirebbe a Putin tutti i pretesti possibili per espandersi ulteriormente a Ovest, una volta "sistemata" la pratica ucraina.
Circa il fallimento della visita di Zelensky a Washington: l'accordo per le c.d. "terre rare" è saltato ma come? La lite è avvenuta quando ci doveva essere la conferenza stampa e non ha riguardato le terre rare. Le due parti avevano parlato prima, sembra abbastanza a lungo. Quindi, la mancata firma all'accordo deve esserci stata prima. Ma quali erano le condizioni esatte poste da Trump per lo sfruttamento di queste "terrre rare"? Non si sa niente di ufficiale e definitivo, solo dati ufficiosi, piuttosto favorevoli all' America. Ma la vera ricchezza dell'Ucraina, ha fatto notare qualcuno, consiste nell'agricoltura normale, nei cereali che produce in gran quantità. Ma finché dura la funesta guerra...
Non è però acceettabile un rovesciamento delle alleanze da parte degli USA. Questa è l'impressione che Trump ha dato, probabilmente a torto, grazie al suo modo di fare da cow-boy.

Anonimo ha detto...

Credo che i commenti molto esaustivi e analitici non colgano, tuttavia, un dato di fatto: non vi è, a mio avviso, una sola America o USA, ma ve ne sono, allo stato di fatto, due. Gli USA sono profondamente divisi, come anche la storia in passato ha dimostrato e ora torna a dimostrare. E sappiamo quali siano le due metà e quale delle due debba meritare la nostra fiducia.
L'UE, per parte sua, è molto frammentata e militarmente debole.
l'Ucraina verrà smembrata, è del tutto evidente, con la parte russofona scissa dal resto, rimettendo a posto le storture e le eredità malsane del regime comunista.
La Cina è il convitato di pietra e il principale avversario USA e ha ovvie ragioni Trump nel puntare a incrinare il rapporto russo cinese.
Trump è anche consapevole che la UE, creatura di laboratorio, è divenuta ciò che gli USA già con Kennedy avevano iniziato a temere e poi con Nixon ancor di più, cioè un avversario economico, con una attrazione sempre maggiore del potente filone socialista e liberal europeo verso la Cina. Quindi è interesse USA che la UE si smembri.
l'Italia è il principale alleato europeo degli USA in questo contesto e deve trarne tutti i frutti, creando un blocco europeo autonomo dalla gerontocrazia burocratico elitaria europea.
Meloni deve essere cosciente che la storia sta bussando alla sua porta.
¥¥¥

Anonimo ha detto...

Tutti dicono adesso che la Russia ha vinto la guerra, a cominciare da Trump.
Ma l'ha vinta davvero? Ha rioccupato molto territorio nel Donbass, del quale però, a quanto sembra, gli ucraini controllano ancora il 20%. Le ultime linee difensive ucraine nel Donbass non sono state travolte. Potrebbero esserlo, ma la cosa non appare imminente, per quanto se ne sa.
La piazzaforte di Pokrosh (un nome simile) è stata data per presa dai russi più volte ma è ancora in mano ucraina. Nella zona di Kursk i russi non sono ancora riusciti a riprendere tutto il territorio conquistato dagli ucraini con l'improvvisa offensiva dell'anno scorso.
Trump ha ragione nel dire che Zelensky non ha le carte in mano per vincere. Tuttavia ne ha a sufficienza per negoziare una pace onorevole, se si vuole aiutare l'Ucraina in questo senso. Non sembra comunque che Zelensky parli ancora di vittoria. Però non può accettare una pace umiliante, che non gli dia nessuna garanzia per il futuro.
Come valutazione complessiva, bisogna dire che l'esercito russo ha finora fornito una prova piuttosto mediocre. L'offensiva iniziale, condotta su tutto l'arco del vasto fronte ma con epicentro su Kiev, è fallita miseramente. Putin ha cambiato più volte comandante in capo, segno infallibile che le operazioni non andavano bene. Mi ricordo, il primo anno di guerra, anziani ufficiali russi in pensione che alla TV russa criticavano ferocemente la condotta della guerra.
Dopo la delusione iniziale c'è stata la difficoltosa conquista di Mariupol e dintorni, con protagonisti i ceceni e i mercenari di Prigozin.
Respinta senza troppa difficoltà la velleitaria offensiva ucraina, i russi hanno cominciato ad avanzare con estrema lentezza del Donbass, erodendo ampiamente (pare) le linee difensive ucraine. L ' Ucraina è in difficoltà di fronte al peso del numero russo, alla quantità, soprattutto dell'artiglieria. Ma hanno vinto la guerra i russi? Allo stato, ancora no.
Per quello che s'è visto finora la loro campagna ricorda quelle peggiori della storia dell'esercito russo. Cominciando dalla sconfitta in Crimea a metà Ottocento e prescindendo dall'espansione e dal consolidamento russo in Oriente ed Estremo Oriente, abbiamo nel 1905 il disastro contro il Giappone, seguito dal crollo nella Grande Guerra e dalla rivoluzione comunista. E nella II gm senza gli aiuti americani e il secondo fronte, Stalin sarebbe riuscito ad arrivare a Berlino?
Qui non sono in discussione le qualità del soldato russo quanto le capacità della leadership. Bisognerebbe forse ammettere che finora l'esercito ucraino si è dimostrato qualitativamente migliore di quello russo, in parte anche grazie alle armi (di qualità migliore) che l'Occidente (l'America) gli ha fornito.
Come che sia, è un esercito sperimentato e collaudato da tre anni di dura guerra, che non è stato ancora sconfitto sul campo: se ben armato può contenere i russi ancora per anni.
Miles

Sino a Trump. Che adesso sembra voler buttar via il bambino assieme all'acqua sporca, come si suol dire. Un atteggiamento di chi sembra senza vero motivo dominato dal panico.

Anonimo ha detto...

381 Le pillole di Angela | È arrivata la rivoluzione. E noi?
Angela Pellicciari
https://www.youtube.com/watch?v=Ms0ZRxIHjeI

Anonimo ha detto...

La prova a cui l'Ucraina deve essere sottoposta "ora" sono le elezioni con osservatori internazionali "sicuri" onesti, se si trovano. Qui si continua a recitare in scena e fuori scena sulle spalle della povera gente. L'Ucraina si è lasciata corrompere dal deep state USA e dalla city di Londra UK. Quindi, a ben vedere, qui abbiamo corruttori e corrotti. La UE avrebbe fatto benissimo a non immischiarsi e tanto meno a non continuare con le sue isterie di impotenza e mala fede di sempre.
m.a.

Laurentius ha detto...

Boris Karpov Brèves de Russie Telegram

⭕️⭕️⭕️ Il vertice di Parigi "UE contro Trump e Putin" verrà ripetuto in un formato ampliato: oggi a Londra, i leader di 14 paesi della NATO e Zelensky si incontreranno per discutere la strada da seguire con Stati Uniti, Russia e Ucraina:

✔️ L'ideatore del vertice di emergenza è stato il primo ministro britannico Keir Starmer.

✔️ Sono stati invitati all'incontro di Londra i leader di Germania, Danimarca, Spagna, Italia, Canada, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Finlandia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia, nonché Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il segretario generale della NATO Mark Rutte.

✔️ I partecipanti al summit si concentreranno sulla discussione di tre blocchi di argomenti.
La prima di queste è quella di "rafforzare la posizione dell'Ucraina adesso, anche attraverso il suo sostegno militare e l'aumento della pressione economica sulla Russia". Il secondo punto è "la necessità di un accordo forte e duraturo che porti a una pace duratura in Ucraina".
Il terzo punto riguarda “i prossimi passi nella pianificazione di solide garanzie di sicurezza”.

✔️ Il 17 febbraio Macron ha organizzato un incontro simile, ma in un formato più intimo, a Parigi. Il vero obiettivo dei vertici di Parigi e Londra è cercare di coordinare una posizione europea in risposta agli sforzi di pace di Trump.

Laurentius ha detto...

Grazie di cuore. Non conoscevo Le pillole di Angela, mi sono iscritto al canale e ho molto apprezzato la pillola 381: È attivata la rivoluzione. E noi?
Purtroppo l'Unione Europea vive completamente fuori dalla realtà e sta brigando per trascinarci in una nuova guerra mondiale.

San Giuseppe, terrore dei demoni, pregate per noi.

Anonimo ha detto...

Una "rivoluzione" quella di Trump che, in politica estera, persegue pur sempre un disegno egemonico americano ora reinterpretato in chiave realistica, di Realpolitik senza veli e con atteggiamenti, da quello che si è visto finora, alla marchese del Grillo ("Io sono io e voi [europei] siete voi cioè non siete un c....).
L ' incidente diplomatico con Zelensky si sarebbe potuto evitare se, di fronte ad una sua uscita considerata inopportuna, Vance avesse replicato con tatto, magari proponendo di cambiare argomento. Insomma ai veri diplomatici non mancano i mezzi per risolvere situazioni imbarazzanti. Invece lo sceriffo ha tirato fuori la Colt e si è messo a sparare a bruciapelo, per così dire. Zelensky è stato umiliato ma gli americani non ci hanno fatto una bella figura.

La "profezia" di Dylan DOG ha detto...

Su un numero del 1987 (ma ambientato nel 2000) del fumetto Dylan DOG, si immagina una Europa dominata da una dittatura inglese, dittatura stile "ORWELL" che si lancia in una guerra nucleare contro Russia ed USA alleati. Che ne dite?

Anonimo ha detto...

"Che ne dite?"
Starmer sembra un esaltato, un woke tutto d'un pezzo, ma non sembra affatto così cretino da lanciarsi in una guerra nucleare contro Russia e USA alleati. Il ruolo, pur nefasto, dell'Inghilterra in tutta la vicenda ucraina non deve esser sopravvalutato.

Anonimo ha detto...

Quando sento parlare di "stile British", mi viene in mente che un cristiano oggi vive meglio in Russia che in GB.

Anonimo ha detto...

L’equilibrio delle egemonie è il succo del quieto vivere terreno. L’equilibrio viene da una spiritualità sana dei singoli, capace di educare la libertà privata a non scadere nell’avidita’. Il problema dell’ipnosi tossica è l’egemonia altrui che ti spinge a non fare i tuoi interessi. Questa è la UE degli oligarchi e del deep state. Bene ogni volta che un popolo ragiona altrimenti. I rischi sono inferiori. Fate il paragone tra l’idrossiclorochina (efficace con qualche effetto collaterale) impedita dal sistema e intrugli sperimentali prima inutili e io dannosi imposti a forza e spacciati per atti di amore!

Anonimo ha detto...

ul campo: se ben armato può contenere i russi ancora per anni. A CHE PRO?!? Morti, distruzioni, a quale scopo?

Anonimo ha detto...

Quando gli USA, a ragione o a torto, arrivano alla conclusione che una guerra è senza speranza di vittoria, non esistano un istante ad andarsene SUBITO. Lo si è visto a Saigon; lo si e' visto a Kabul. Ed ora a Kiev (che ben presto torneremo tutti a scrivere alla russa, cioè, appunto Kiev e non KYV!). Se al posto di Trump c'era Kamala ( o pure Biden) forse sarebbe cambiato qualche cosa nella forma, ma l'uscita da quel buco nero che ha inghiottito soldi a palate, ci sarebbe stata lo stesso .

Anonimo ha detto...

In Russia un cristiano vive oggi meglio che in Gran Bretagna?
Certamente, se appartiene alla religione nazionale, quella della setta "ortodossa", cosiddetta. Non vive bene se è cattolico, comunque una sparuta minoranza in Russia. Risulta che nelle zone del Donbass occupate (o riconquistate dai russi, dipende dal punto di vista) i cattolici uniati, che sono quelli di rito cattolico orientale o greco, siano duramente perseguitat, come ai tempi di Stalin.

Laurentius ha detto...

Propaganda liberal. Tutte le religioni sono sempre state rispettate in Russia. Fra l'altro, una delle vittime del massacro di Ekaterinburg - A. E. Trupp - era cattolico e fu addirittura canonizzato dalla Chiesa Russa Ortodossa oltre frontiera, sebbene non nella canonizzazione operata dal Patriarcato Moscovita nel 1991 (in quanto era cattolico). È vero che la Chiesa Russa Ortodossa non conosce l'ecumenismo tipico della setta conciliare. Deo gratias.

Anonimo ha detto...

Propaganda moscovita: "tutte le religioni sono sempre state rispettate in Russia".
Si documenti sull'epoca di Stalin poi ne riparliamo. Stalin sequestrò i beni religiosi degli Uniati e li diede alla Chiesa Ortodossa, che non li ha mai restituiti.
Il cattolicesimo in Russia è messo sullo stesso piano delle sette. A prescindere, se il papa in carica sia buono o cattivo per la fede.
Si documenti anche sulla situazione nel Donbass attuale, la parte sotto l'amministrrazione russa.

Gederson Falcometa ha detto...

"Il cattolicesimo in Russia è messo sullo stesso piano delle sette. A prescindere, se il papa in carica sia buono o cattivo per la fede".

Veramente:

Oltre le Cupole ci sono anche "ponti" d'oro tra le due Chiese sorelle. Gli Ortodossi Russi ratificano accordi con i Cattolici e celebrano la Messa Tridentina in Latino ma non quella del 1962.
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2012/08/oltre-le-cupole-ci-sono-anche-ponti.html

Anonimo ha detto...

Non siamo "Chiese sorelle", gli Ortodossi restano dottrinalmente scismatici ed eretici. "Chiese sorelle" è terminologia impostasi dopo il Vaticano II.
E negli accordi di Balamand cosa si stabilì?

Gederson Falcometa ha detto...

Il testo è del proprio blog. Se vedi chiaramente che non tutto cattolicesimo è ritenuto settario. Non lo so nel caso degli uniati, ma anche i riti orientali, come il maronitta ha sofferto una deforma liturgica.

Poco importa la dichiarazione di Balamandi, il messale usato dai russi è quello di San Pio X.

Anonimo ha detto...

"Si documenti anche sulla situazione nel Donbass attuale, la parte sotto l'amministrrazione russa".

Si sentono molte affermazioni di questo tipo, ma è possibile provare ciò che si afferma? Potresti inviarci del materiale sulla situazione degli uniati nel Donbass nell'ultimo anno?