Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 4 giugno 2025

Il vescovo accoglie la richiesta di sospendere le restrizioni alla messa in latino fino alla scadenza di ottobre del Vaticano

Nella nostra traduzione dal Catholich News Herald le notizie più recenti sulla situazione di Charlotte. Precedenti qui - qui
Vediamo, nell'immagine a lato, come l'ultima domenica, fosse piena di fedeli, la Chiesa di St. Ann, diocesi di Charlotte, Carolina del Nord, una delle parrocchie dove sarà soppressa la Messa tradizionale nelle prossime settimane. Preghiamo per la pace liturgica. Apprendiamo dall'articolo che segue come, a fronte di 1.000 fedeli la diocesi stia preparando una cappella che conterrà 345 posti a sedere. Strano che nessuna voce giunga dal Vaticano; ma li avranno interpellati? Forse sarebbe l'occasione, ma anche l'ora, per vedere se davvero col nuovo papa spira un'aria diversa...

Il vescovo accoglie la richiesta di sospendere le restrizioni
alla messa in latino fino alla scadenza di ottobre del Vaticano


CHARLOTTE — Le modifiche alle celebrazioni della Messa latina tradizionale nella diocesi di Charlotte entreranno in vigore il 2 ottobre per allinearsi alla scadenza imposta dal Vaticano, e non l'8 luglio come precedentemente previsto, ha annunciato martedì il vescovo Michael Martin.

La nuova data prevede più tempo per la transizione e per la ristrutturazione della cappella destinata alla comunità della Messa Latina Tradizionale (TLM), ha affermato martedì il vescovo Martin in un'e-mail ai sacerdoti.

Questa iniziativa rappresenta la fase finale dell'attuazione graduale da parte della diocesi dell'istruzione Traditionis Custodes di Papa Francesco del 2021 , che prescrive limiti alla messa latina tradizionale nelle diocesi di tutto il mondo, ma consente ai vescovi di istituire luoghi di culto alternativi.

La diocesi sta dedicando una cappella a Mooresville per la celebrazione del TLM, che conta in media circa 1.100 partecipanti regolari ogni settimana. Attualmente, le funzioni religiose si svolgono in quattro chiese diocesane, utilizzando la forma più antica della Messa, che prevede preghiere e un calendario antecedenti alle riforme del Concilio Vaticano II.

Le modifiche avrebbero dovuto entrare in vigore in concomitanza con le nomine annuali del clero della diocesi, l'8 luglio, che includono la nomina di padre Brandon Jones a cappellano del Rito tradizionale.

Martedì, tuttavia, il vescovo Martin ha accettato la richiesta dei quattro parroci di attendere la scadenza del 2 ottobre, fissata dal Vaticano, per attuare le modifiche. Il tempo extra permetterà ai parroci di accompagnare i fedeli durante la transizione e di completare i lavori di ristrutturazione della cappella, hanno concordato il vescovo e i parroci.

"Aveva senso iniziare questi cambiamenti a luglio, quando decine dei nostri sacerdoti si trasferiranno nelle loro nuove parrocchie e in altri incarichi", ha dichiarato il vescovo Martin al Catholic News Herald. "Detto questo, voglio ascoltare le preoccupazioni di questi parrocchiani e dei loro sacerdoti e sono disposto a concedere loro più tempo per assimilare questi cambiamenti".

Sono già in corso ampi lavori di ristrutturazione presso la cappella di Mooresville e i responsabili edili della diocesi hanno affermato che si aspettano che i lavori siano pronti per ottobre.

Nel frattempo, ha affermato il vescovo Martin, qualora il Vaticano emanasse modifiche ufficiali al Traditionis Custodes, la diocesi si atterrebbe a tali istruzioni. Anche un incontro previsto per il 24 giugno per i sostenitori della Messa antiquior presso la nuova cappella di Mooresville è stato rinviato.

Nel 2023, in seguito alle istruzioni di Papa Francesco, l'allora vescovo Peter Jugis pose fine alle celebrazioni della Messa antiquior in cinque delle nove parrocchie della diocesi con un numero limitato di fedeli. Quattro congregazioni più numerose – Sant'Anna e San Tommaso d'Aquino a Charlotte, San Giovanni Battista a Tryon e Nostra Signora delle Grazie a Greensboro – ricevettero una proroga temporanea dal Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Tale proroga scade il 2 ottobre e il vescovo Martin ha affermato che la diocesi non ne richiederà un'ulteriore.

Il culto tradizionale sarà riunito nella cappella di Mooresville, con due Messe celebrate la domenica e negli altri giorni festivi di precetto utilizzando il Messale Romano del 1962, e con la possibilità di aggiungere un'altra Messa domenicale, se necessario in futuro.

La cappella, situata al 757 di Oakridge Farm Hwy. a Mooresville, è situata in una posizione strategica tra i due maggiori centri abitati della diocesi, Charlotte e la Triade. La proprietà diocesana comprende una chiesa di 460 metri quadrati con 345 posti a sedere e un edificio scolastico/palestra. È adiacente a Curlin Commons, il complesso residenziale per anziani della diocesi a prezzi accessibili.

I lavori di ristrutturazione, supervisionati dall'Ufficio Edilizia e Immobiliare della diocesi, includono un nuovo soffitto, pavimenti, illuminazione, il rifacimento del presbiterio, panche con inginocchiatoi, l'installazione di servizi igienici e una completa riverniciatura. Una volta terminati, la cappella sarà consacrata e opportunamente allestita per le liturgie tradizionali.

La ristrutturazione costa 700.000 dollari ed è finanziata dalla diocesi.
Patricia L. Guilfoyle

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

7 commenti:

Luisa ha detto...

Se Martin fa rumore e suscita reazioni, quanti vescovi più discretamente fanno la stessa cosa nelle loro diocesi? Comunque, che cosa dedurre dall`affermazione di Martin che precisa che qualora il Vaticano emanasse modifiche ufficiali alla Traditionis Custodes, la diocesi si atterrebbe a tali istruzioni?
Che qualcosa si sta muovendo in Vaticano?

Anonimo ha detto...

Propongo la profonda riflessione di Leonardo Lugaresi :

https://leonardolugaresi.wordpress.com/2025/06/01/tradizione-e-giusto-uso-una-nota-sullo-stile-di-papa-leone-xiv/#comments

Gederson Falcometa ha detto...

[Off-topic]

Recentemente Sandro Magister ha pubblicato il testo Tradizione e giusto uso. Una nota sullo “stile” di Leone XIV di Leonardo Lugaresi - https://blog.messainlatino.it/2025/06/magister-pro-o-contro-francesco-leone.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR4ulMs4QlZLn1koGJMlLtEsNunK-VPGVQlX6lotebI-XRaZcydtTkpZYfJo0g_aem_85E35aiEVn-uamPCLy8pcQ&m=1

Dove Lungaresi afferma il seguente concetto di Tradizione:

"Tradizione, infatti, in senso autenticamente cattolico non indica un oggetto, bensì un processo, anzi una relazione. Si riferisce a un rapporto di trasmissione, o meglio di donazione, che implica essenzialmente degli attori viventi (donatore e donatario) e delle interazioni reciproche che vanno al di là del tempo.

In questo senso, la tradizione è sempre vivente: appartiene al presente, non al passato, perché avviene ora. E proprio in quanto è vivente ha l’autorità e la forza di esigere un’obbedienza nel presente. Essa sta al cuore della fede, apportandovi un aspetto essenziale, senza il quale semplicemente non c’è più il cristianesimo. La fede cristiana, infatti, è per sua natura sempre e solo una risposta a un appello che spetta solo a Dio il quale, per primo, si rivela a noi. Tale è la fede di Abramo, di Mosè, dei profeti e la fede degli apostoli, su cui la nostra si fonda".

La Tradizione è una delle due fonti di rivelazione insieme alla S. Scrittura, come fonti supone delle verità (oggetti) a trasmettere. Il concetto di Tradizione esposto per il Prof. Lugaresi è quello sbagliato che identifica la Tradizione appena con il magistero attuale della Chiesa, come ha spiegato negli anni 50 il P. Giuseppe Filograssi, S. J. nell'articolo La Tradizione divino apostolica e il magistero ecclesiastico:

"Altro giudizio si deve portare di quell'opinione, che identifica la tradizione col magistero della Chiesa, ma soltanto con l'attuale e, per giunta, indipendentemente dalla trasmissione della rivelazione nelle età trascorse.

I documenti del passato non gioverebbero a darci la dimostrazione positiva che la verità oggi annunziata dalla Chiesa risponde a quella che già prima si era costantemente predicata. I documenti attesterebbero soltanto i vari stadi per cui quella verità è passata, nel processo evolutivo di età in età. Questo modo di vedere si allontana dalla dottrina cattolica, la quale riconosce una linea continua di movimento in progresso dagli apostoli sino a noi, e i documenti del passato giudica connessi con la presente fede della Chiesa, come sue manifestazioni, più o meno chiare, più o meno espresse. Tale è il metodo seguito nella Munificentissimus Deus : si parte dall'odierna credenza universale nell'assunzione di Maria, per scoprirne poi e individuarne gli indizi, i vestigi, le testimonianze esplicite attraverso i secoli". https://pascendidominicigregis.blogspot.com/2024/05/la-civilta-cattolica-la-tradizione.html

Anonimo ha detto...

Un interessante articolo tradotto pubblicato da La Porte Latine e tradotto da UnaVox.

di don Jean-Michel Gleize, FSSPX

La recente nomina di un vescovo mette in luce l’applicazione delle approssimazioni del Vaticano II

Sarah Cain colpisce nel segno: ha detto...

" Un'area che non è stata considerata abbastanza è l'effetto [dei decreti antiliturgici di un vescovo come +Michael Martin] sui sacerdoti che hanno offerto la loro vita al servizio di Dio e che ora affrontano ciò che può essere descritto solo come abuso. Nel rifiutare la discrezione pastorale e gli atti personali di devozione, ad un sacerdote viene negata la pienezza della sua vocazione e viene ridotto a mero esecutore delle frivole preferenze di un altro uomo. Il suo ruolo di alter Christus, un altro Cristo, è negato poiché è ridotto a un mero funzionario liturgico.

Coloro che amano Dio abbastanza da sacrificarsi per Lui perdono la capacità di celebrare la Messa con il rispetto dovuto, con atti simbolici che riflettono la loro devozione e amore di Cristo. Il sacerdote partecipa al potere di consacrare il Corpo e il Sangue di Cristo, che esercita nella persona di Cristo. Interferire in questo sacro esercizio e ridurre ogni elemento ad una politica diocesana, distaccata dalla tradizione universale della Chiesa, significa disonorare la natura stessa degli Ordini Santi. Ironicamente, è un iperclericalismo che nega la gerarchia....

Nel tentativo di seguire il loro vescovo, i sacerdoti diventano necessariamente lo strumento riluttante di dolore per le loro greggi, negando ai fedeli le messe riverenti che li hanno formati e in cui trovano il sacrificio riconoscibile di Nostro Signore. Negato anche un crocifisso sull'altare, perché la rappresentazione visiva di Cristo è ridotta a "disufficienza visiva", vengono fatti per stare davanti al loro popolo e compiere un gesto che ferisce sia sacerdote che laici: una liturgia spogliata di orientamento sacro, svuotata della sua trascendenza simbolica, e rifusione come mostra orizzontale. È un'umiliazione non solo del sacerdozio ma della loro umanità, poiché devono agire contro la coscienza e la formazione, offrendo non ciò che sanno essere giusto ma ciò che gli viene detto è opportuno. "

https://crisismagazine.com/opinion/charlottes-war-on-reverence-a-priesthood-undone

Anonimo ha detto...

Che cosa dedurre dalle affermazioni di Martin? Che questo vescovo, come la maggior parte, non sono veri pastori ma solo dei passacarte. Quando arriva la direttiva, giusta o sbagliata che sia, eseguono... Vergogna a loro.

Anonimo ha detto...

Pentecost Sunday: Over 1700 of the faithful attended Latin Masses in the Diocese of Charlotte!