Nella nostra traduzione da France Catholique. Nessun'altra creatura, se non la Vergine, ha partecipato al così intimamente all'opera della Redenzione di suo Figlio. E questo rende il nostro rapporto con Lei poù intimo e fecondo, nutrendo la nostra devozione. Il testo che segue prende ispirazione da un Convegno del mese scorso. Nel blog ne abbiamo già parlato in più occasioni [vedi; a partire da qui gli abomini di Bergoglio. Invece qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui alcuni argomenti validi e profondi: organizzerò un indice].
Maria “corredentrice”?
Quale posto occupa Maria Immacolata nell'economia della Salvezza? Essendo Cristo il Redentore, possiamo considerare la Vergine – Madre del Salvatore e Madre della Chiesa – come corredentrice, e in che modo? Questa questione è stata a lungo dibattuta nella Chiesa, e proprio per contribuire a questa riflessione teologica si è tenuto a Parigi, il 23 e 24 maggio, un convegno sulla corredenzione della Beata Vergine, organizzato dalla Confraternita di Maria Corredentrice della parrocchia di Sant'Eugène-Sainte-Cécile a Parigi.
Una nuova dottrina?
Prendiamo quella dell'Immacolata Concezione. Nel XVI secolo, san Pio V proibì di predicare in qualsiasi modo contro questa dottrina, sebbene non fosse ancora un dogma. Poi l'Immacolata Concezione divenne festa di precetto nella Chiesa universale nel 1708, sotto Clemente XI. Infine, nel 1854, papa Pio IX proclamò solennemente il dogma dell'Immacolata Concezione nella sua costituzione apostolica Ineffabilis Deus. Tuttavia, fino a Pio IX, il consenso non fu perfetto: lo stesso san Tommaso d'Aquino esitò sulla questione. La Tradizione e i secoli del cristianesimo hanno, a poco a poco, svelato il diamante di queste dottrine. L'autorità del Magistero completa la sua rivelazione proclamandola nel deposito della fede. È così che Pio IX poté affermare che la dottrina dell'Immacolata Concezione "è sempre esistita " nella Chiesa, che "da tempo immemorabile l'ha posseduta come dottrina ricevuta dagli Antichi e dai Padri, e rivestita delle caratteristiche di una dottrina rivelata".
La questione è identica per la corredenzione di Maria. Possiamo trovarne i fondamenti nel Magistero della Chiesa come nelle sue tradizioni spirituali, avendo ricevuto l'approvazione delle autorità competenti e l'assenso del sensus fidei, il "senso della fede" che ci permette di riconoscere la voce di Cristo? La riflessione del convegno si è concentrata principalmente su tre temi ricorrenti della mariologia: Maria, la nuova Eva, la compassione di Maria e Maria, la Mediatrice di tutte le grazie.
Maria, la nuova Eva.
I vari relatori, come padre Serafino Lanzetta, francescano mariano, sono tornati sull'importanza, in questa riflessione, del "Protovangelo", quel brano della Genesi in cui Dio, rivolgendosi al serpente, gli dice che «Questa [la donna] ti schiaccerà la testa» : la nuova Eva schiaccerà il Male. Secondo sant'Ireneo di Lione, il nuovo Adamo aveva bisogno di una nuova Eva, che condividesse con lui la sua opera di Redenzione, così come la prima aveva condiviso con Adamo la responsabilità della caduta.
Così Pio XII può scrivere nell'enciclica Ad caeli Reginam qui, proclamando Maria "Regina del Cielo": «Nell'opera della salvezza spirituale, Maria fu, per volontà di Dio, associata a Cristo Gesù, principio di salvezza, e ciò in modo simile a quello in cui Eva fu associata ad Adamo, principio di morte, così che si può dire che la nostra redenzione si è compiuta secondo una certa "ricapitolazione" in virtù della quale il genere umano, sottoposto alla morte da una vergine, viene anche salvato per mezzo di una Vergine»(1). Del resto, come spiega Pio IX nell'Ineffabilis Deus (8 dicembre 1854), il dogma dell'Immacolata Concezione conferma il parallelismo tra Eva e la Madonna. Egli afferma infatti che, con questo privilegio, Dio volle fare di «Eva ancora vergine, ancora innocente, ancora immune da corruzione, prima che fosse ingannata dalla trappola mortale dell'astuto serpente» (Lc 1,14). "
La compassione di Maria
La misteriosa partecipazione di Maria alla Passione è il cardine di tutta la riflessione dei teologi di questo convegno, tra cui il padre domenicano Jean-Christophe de Nadaï.
La profezia del vecchio Simeone - "E la tua anima sarà trafitta da una spada" (Lc 2,35) - annuncia l'immolazione a cui Maria acconsente, accanto al Figlio: Maria, nel suo Cuore Immacolato, si offre con lui e lo offre al Padre. La Santissima Vergine ha sofferto prima di tutto per una compassione perfetta che supera quella di qualsiasi altra creatura, perché è Madre di Dio e Immacolata. San Giovanni Eudes affermava, nel XVII secolo, che l'unione dei Cuori di Gesù e di Maria è la più perfetta che ci sia, dopo l'unione delle persone della Trinità e l'unione ipostatica, cioè l'unione delle due nature, divina e umana, nella persona di Gesù. Per amore, in virtù di questa unione, il Cuore di Maria è stato trafitto da una spada, la stessa del Figlio. Pio XII arrivò ad affermare, nel 1956, che «la nostra salvezza viene dall’amore e dalle sofferenze di Gesù Cristo indissolubilmente unite all’amore e ai dolori di sua Madre», nell’enciclica Haurietis aquas in gaudio, sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Ma la parte di Maria nell’opera della Salvezza non si limita a un tacito consenso: c’è un fiat, un'offerta attiva. Maria, in virtù della sua divina Maternità, aveva diritto al suo divin Figlio. Stava a lei trattenerlo o offrirlo, poiché era suo Figlio. La scuola di spiritualità francese, sulla scia di santi dottori come Bonaventura e Alfonso de' Liguori, arriva fino a insegnare che la Madonna, interamente devota alla volontà divina, "voleva" la morte del Figlio. Possiamo quindi parlare di una "lotta comune della Beata Vergine e di suo Figlio" (Pio XII). Anche santa Teresa di Gesù Bambino sottolinea che Maria sta "ritta" ai piedi della Croce (Gv 19,25), "come il sacerdote all'altare". E Pio XI riassume: "Per questo la invochiamo sotto il titolo di corredentrice. Ella ci ha donato il Salvatore". Lo ha accompagnato alla sua opera di Redenzione, fino alla Croce. Ha condiviso con lui le sofferenze di agonia e morte nelle quali Gesù ha consumato la redenzione di tutti gli uomini. »
Mediatrice di tutte le grazie
Infine, il termine Maria Mediatrice di tutte le grazie, tema centrale della teologia di san Luigi Maria Grignion de Montfort, è stato un riferimento ricorrente in questo convegno, in particolare durante l'intervento di padre Manfred Hauke, professore alla Facoltà di Teologia di Lugano. Tutti i dogmi mariani tendono a mostrare come «questa gloriosa Sovrana sia stata scelta come Madre di Dio proprio per essere associata a Lui nella Redenzione del genere umano» (Pio XII, Ad caeli Reginam qui, supra e nota 2). Ora, l'Assunzione indica che questa associazione non si è conclusa quaggiù: dal Cielo, Cristo vuole ancora associare sua Madre a tutte le grazie che dispensa. È così che ella può presentarsi sotto il titolo di «Mediatrice di tutte le grazie» nelle apparizioni di Lipa (Filippine), riconosciute dalla Chiesa nel 2015.
Queste riflessioni porteranno un giorno alla proclamazione di un nuovo dogma mariano? Dio solo lo sa. In ogni caso, possiamo dire con San Luigi Maria Grignion de Montfort: "de Maria nunquam satis! " - "della Vergine Maria non si dice mai abbastanza!".
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Penso sia importante allargare la citazione dall'enciclica, perché altrettanto appropriata e ancor più utile a tutti:
"Ora nel compimento dell'opera di redenzione Maria santissima fu certo strettamente associata a Cristo, onde giustamente si canta nella sacra liturgia: «Santa Maria, regina del cielo e signora del mondo, affranta dal dolore, se ne stava in piedi presso la croce del Signore nostro Gesù Cristo». ... Da queste premesse si può così argomentare: se Maria, nell'opera della salute spirituale, per volontà di Dio, fu associata a Cristo Gesù, principio di salvezza, e in maniera simile a quella con cui Eva fu associata ad Adamo, principio di morte, sicché si può affermare che la nostra redenzione si compì secondo una certa «ricapitolazione», per cui il genere umano, assoggettato alla morte, per causa di una vergine, si salva anche per mezzo di una Vergine; se inoltre si può dire che questa gloriosissima Signora venne scelta a Madre di Cristo proprio «per essere a lui associata nella redenzione del genere umano» e se realmente «fu lei, che esente da ogni colpa personale o ereditaria, strettissimamente sempre unita al suo Figlio, lo ha offerto sul Golgota all'eterno Padre sacrificando insieme l'amore e i diritti materni, quale nuova Eva, per tutta la posterità di Adamo, macchiata dalla sua caduta miseranda».
2. Se infatti il Verbo opera i miracoli e infonde la grazia per mezzo dell'umanità che ha assunto, se si serve dei sacramenti dei suoi santi come di strumenti per la salvezza delle anime, perché non può servirsi dell'ufficio e dell'opera della Madre sua santissima per distribuire a noi i frutti della redenzione? «Con animo veramente materno - così dice lo stesso predecessore Nostro Pio IX di imm. mem. - trattando l'affare della nostra salute ella è sollecita di tutto il genere umano, essendo costituita dal Signore regina del cielo e della terra ed esaltata sopra tutti i cori degli angeli e sopra tutti i gradi dei santi in cielo, stando alla destra del suo unigenito Figlio; Gesù Cristo, Signore nostro, con le sue materne suppliche impetra efficacissimamente, ottiene quanto chiede, né può rimanere inesaudita».
...Procurino dunque tutti di avvicinarsi ora con maggior fiducia di prima, quanti ricorrono al trono di grazia e di misericordia della Regina e Madre nostra, per chiedere soccorso nelle avversità, luce nelle tenebre, conforto nel dolore e nel pianto.
1. Penso sia importante allargare la citazione dall'enciclica, perché altrettanto appropriata e ancor più utile a tutti:
"Ora nel compimento dell'opera di redenzione Maria santissima fu certo strettamente associata a Cristo, onde giustamente si canta nella sacra liturgia: «Santa Maria, regina del cielo e signora del mondo, affranta dal dolore, se ne stava in piedi presso la croce del Signore nostro Gesù Cristo». ... Da queste premesse si può così argomentare: se Maria, nell'opera della salute spirituale, per volontà di Dio, fu associata a Cristo Gesù, principio di salvezza, e in maniera simile a quella con cui Eva fu associata ad Adamo, principio di morte, sicché si può affermare che la nostra redenzione si compì secondo una certa «ricapitolazione», per cui il genere umano, assoggettato alla morte, per causa di una vergine, si salva anche per mezzo di una Vergine; se inoltre si può dire che questa gloriosissima Signora venne scelta a Madre di Cristo proprio «per essere a lui associata nella redenzione del genere umano» e se realmente «fu lei, che esente da ogni colpa personale o ereditaria, strettissimamente sempre unita al suo Figlio, lo ha offerto sul Golgota all'eterno Padre sacrificando insieme l'amore e i diritti materni, quale nuova Eva, per tutta la posterità di Adamo, macchiata dalla sua caduta miseranda».
2. Se infatti il Verbo opera i miracoli e infonde la grazia per mezzo dell'umanità che ha assunto, se si serve dei sacramenti dei suoi santi come di strumenti per la salvezza delle anime, perché non può servirsi dell'ufficio e dell'opera della Madre sua santissima per distribuire a noi i frutti della redenzione? «Con animo veramente materno - così dice lo stesso predecessore Nostro Pio IX di imm. mem. - trattando l'affare della nostra salute ella è sollecita di tutto il genere umano, essendo costituita dal Signore regina del cielo e della terra ed esaltata sopra tutti i cori degli angeli e sopra tutti i gradi dei santi in cielo, stando alla destra del suo unigenito Figlio; Gesù Cristo, Signore nostro, con le sue materne suppliche impetra efficacissimamente, ottiene quanto chiede, né può rimanere inesaudita».
...Procurino dunque tutti di avvicinarsi ora con maggior fiducia di prima, quanti ricorrono al trono di grazia e di misericordia della Regina e Madre nostra, per chiedere soccorso nelle avversità, luce nelle tenebre, conforto nel dolore e nel pianto.
3 commenti:
Méditant sur les « éminentes qualités de saint Joseph », le cistercien feuillant Charles Vialart (1592-1644), supérieur général de son ordre, déclarait incidemment ceci :
« Il est raisonnable de vous (S. Joseph) reconnaître et de vous honorer, aussi bien que la sacrée Vierge, pour un des coadjuteurs de Jésus au mystère de notre rédemption, autant que ce titre d'honneur peut être accordé à une créature ; et ensuite de confesser à la face du Ciel et de la terre que nous vous avons à tous deux plus d'obligation qu'à tout le reste des Saints. »
(Tableaux des qualités éminentes de S. Joseph, Paris, 1629, p. 264.)
On le voit, pour Charles Vialart le titre de co-rédempteur appartenait à saint Joseph non moins qu'à la Vierge Marie.
Maria é la nuova " Abramo," disposta ad immolare il Figlio. Anche Luisa Piccareta dice che ha voluto l' Immolazione indispensabile per redimerci. Un prezzo di giustizia per il riscatto dal principe di questo mondo. Maria è la Madre Ss che accetta la Volontá Divina e la vuole pur sapendo di dover lasciare immolare il Figlio Dio a favore dei figli miserabili. Senza di Lei Dio non avrebbe potuto salvarci non potendosi incarnare in altre donne pur sante che fossero. Giustamente dunque é indispensabile alla Redenzione, Corredentrice. D' altronde se san Paolo si dichiara in qualche modo corredentore : completo nel.mio corpo quanto manca...Nulla manca nel caso dell' Apostolo ma un aumento di grazie serve per facilitare la salvezza di anime, per aumentare il numero dei salvati occorre che qualcuno puro o purificato paghi per loro. Ma Maria era l' unica , per i meriti che Ella avrebbe meritato fosse nata con la tara, a permettere l' Incarnazione.Ella é Corredentrice prima unica necessaria. Anche noi nel piccolo siamo chiamati a farci corredentori.
II Rosario non è una preghiera da "dire". È un incontro. È una mano stretta a Maria che ti porta da Gesù. Se lo reciti tanto per, diventa noioso. Ma se lo vivi... ti cambia dentro.
Ogni Ave Maria ha un peso. Ogni parola ha un volto.
Non stai parlando al vento. Stai parlando a una Madre viva, che ti ascolta.
E stai nominando Gesù, il tuo Salvatore. Ogni volta che dici quel nome, qualcosa accade.
Quando dici "Ave Maria, piena di grazia", pensa a lei: una ragazza piena di Dio, senza peccato, tutta luce. Chiedile: "Riempimi anche a me. Fammi spazio per Dio come hai fatto tu."
"Il Signore è con te"... non è solo una frase.
È il cuore della sua vita: Dio dentro di Lei.
E anche dentro di te, se glielo permetti.
"Tu sei benedetta fra le donne" non è per fare poesia. È verità. Lei è la più benedetta, la più scelta.
E tu la stai lodando con le stesse parole che ha usato il cielo.
"E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù."
Qui fermati. Sempre. Quando dici "Gesù", fallo con amore. Non correre. Immagina il Suo volto, la croce, il Suo sguardo. Metti il cuore in quel nome. Anche se sei stanco.
"Santa Maria, Madre di Dio... la stai chiamando "Mamma di Dio". C'è qualcosa di più grande? Guardala negli occhi, anche solo con la mente. E fidati.
"Prega per noi peccatori... qui ti apri.
Non far finta di niente. Hai bisogno. Sei fragile. Lo sai. Dille: "Ti prego, intercedi. Anche quando sbaglio. Anche se non merito niente."
"Adesso e nell'ora della nostra morte"...
Due momenti decisivi: ora e l'ultimo respiro. Chiedile di esserci. Di non mollarti. Di portarti da Gesù, anche nell'ora più buia.
II Rosario stanca solo se lo fai senza amore.
Ma se ti fermi, se entri nelle parole, se visualizzi i misteri... diventa fuoco. Ti accende. Ti cambia.
Dunque non correre. Parla tra una decina e l'altra. Offri la noia. Offri la stanchezza. Offri tutto. Perché è proprio lì, che stai pregando davvero. E ogni Ave Maria detta col cuore... è una pugnalata al nemico.
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