Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 13 giugno 2025

La comunità internazionale si trova davanti a un bivio storico.

In calce la Supplica alla Vergine del Card. Pierbattista Pizzaballa.
La comunità internazionale si trova davanti a un bivio storico.

Siamo entrati in un territorio ignoto, pericolosamente vicino a un conflitto regionale totale, con implicazioni mondiali.

I recenti attacchi all'Iran, rischiano di non restare confinati allo scacchiere mediorientale. La comunità internazionale si trova davanti a un bivio storico. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’Unione Europea, la Russia, la Cina e gli Stati Uniti devono agire immediatamente, non con dichiarazioni vuote ma con iniziative concrete: cessate il fuoco, canali di mediazione, delegazioni diplomatiche, presidi umanitari. Non possiamo assistere impotenti a una crisi che potrebbe sfociare in una guerra regionale con armi di distruzione di massa sullo sfondo.
Chi crede che questo conflitto non ci riguardi, si illude. Il mercato energetico globale reagirà con furia, il terrorismo internazionale troverà nuova linfa, e l’ondata di profughi e instabilità sociale supererà ogni precedente. E non è retorica dire che si rischia una guerra mondiale.

Serve, oggi più che mai, coraggio politico e lucidità morale. Serve che i leader smettano di rincorrere consensi interni e inizino a pensare come statisti. Perché il mondo è sull’orlo del baratro. E il tempo per tirarlo indietro sta per scadere.
* * *
Supplica per la pace alla Beata Vergine Maria
Gloriosa Madre di Dio,
innalzata al di sopra dei cori degli angeli,
prega per noi con san Michele arcangelo
e con tutte le potenze angeliche dei cieli
e con tutti i santi,
presso il tuo santissimo
diletto Figlio, Signore e maestro.
Ottieni per questa Terra Santa,
per tutti i suoi figli
e per l’umanità intera
il dono della riconciliazione e della pace.
Che si compia la tua profezia:
i superbi siano dispersi
nei pensieri del loro cuore;
i potenti siano rovesciati dai troni,
e finalmente innalzati gli umili;
siano ricolmati di beni gli affamati,
i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio
e i miti possano ricevere in dono la terra.
Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio,
che oggi ti ha esaltata
al di sopra dei cori degli angeli,
ti ha incoronata con il diadema del regno,
e ti ha posta sul trono dell’eterno splendore.
A lui sia onore e gloria per i secoli eterni.
Amen
Cardinale Pierbattista Pizzaballa,
Patriarca latino di Gerusalemme

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Tremo, perche' ricordo di avere letto tanto tempo fa le parole rivolte dalla
SS.Vergine Maria ad una mistica (forse suora, forse no non ricordo) :
"Tutto iniziera' da Israele" che di tanto in tanto mi tornano in mente.
Signore allontana dall'umanita' questo calice..!

Anonimo ha detto...

Molto bene! Grazie.

Anonimo ha detto...

Pizzaballa: Temo reazione a lungo termine
https://m.youtube.com/watch?v=VdfHVlj7lys

Adnkronos ha detto...

Colpiti siti nucleari, decapitati vertici forze armate e uccisi alcuni scienziati. Netanyahu: "Senza appoggio Usa forse non avremmo attaccato". Per Khamenei arriverà "punizione severa". Nuovo capo dei Pasdaran: “Apriremo le porte dell’inferno"

Anonimo ha detto...

*"Tutto è scritto.”*

Israele chiude tutte le sue ambasciate nel mondo.
Una decisione storica, comunicata ufficialmente dal Ministero degli Esteri:
“Le missioni israeliane nel mondo saranno chiuse e i servizi consolari non saranno forniti.”
Una scelta che arriva dopo gli attacchi all’Iran. Un’escalation che preoccupa. Ma per chi conosce la Bibbia, non è una sorpresa.
La Scrittura parla chiaro: arriverà un tempo in cui tutte le nazioni si schiereranno contro Israele.

Zaccaria 12:3
“In quel giorno io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che la solleveranno ne saranno feriti. E tutte le nazioni della terra si raduneranno contro di lei.”

Ezechiele 38:15-16
“Tu verrai dalle estremità del settentrione… tu e molti popoli con te, cavalcando tutti cavalli, un grande esercito. Salirai contro il mio popolo Israele, come una nuvola che copre il paese. Avverrà negli ultimi giorni…”

Apocalisse 16:14
“Radunarono i re di tutto il mondo per la battaglia del gran giorno del Dio Onnipotente.”

Domanda semplice ma urgente: I segni si stanno moltiplicando. Le alleanze cambiano. Le minacce aumentano. Ma spiritualmente… siamo pronti?

Perché se la Bibbia dice la verità – e noi crediamo che lo faccia – non stiamo entrando in una crisi geopolitica. Stiamo entrando nei tempi finali.

Laurentius ha detto...

Alla stragrande maggioranza della gente poco o nulla importa delle guerre in corso,. Tutti corrono al mare per godere. La guerra è diventata da gran tempo un affare per soli professionisti. Non credo comunque che succederà niente di straordinario. Niente insomma di paragonabile a quel che successe a Dresda. C'è anche chi vuole la guerra, pur esponendo al balcone la bandiera arcobaleno con su scritto PACE, sicuro di vincerla ; è l'effetto della propaganda televisiva. Comunque sia, i padroni del mondo sanno bene dove vogliono arrivare. Non lanciano i missili a caso, come se fossero confetti.

Anonimo ha detto...

E secondo lei Israele nel giusto? Secondo lei Israele è ancora il popolo eletto e tutti gli altri sono brutti sporchi e cattivi che ce l’hanno con lui? Suvvia, questi sono discorsi da sette protestanti. Le profezie su Israele si sono già compiute e ormai l’unica cosa che riguarda Israele in senso religioso è la conversione a Cristo.

Anonimo ha detto...

Questi riescono a decapitare la dirigenza di Hezbollah con una operazione sofisticata e resa possibile da una progettazione pluriennale, riescono ad eliminare la dirigenza di Hamas anche fuori Gaza, egualmente per gli alti gradi dell'esercito iraniano, riescono ad eliminare i più eminenti ( e suppongo protetti ) scienziati iraniani... Hanno un servizio informazioni di livello assolutamente superiore a quelli di qualsivoglia altro paese... e vorrebbero farci credere che il 7 ottobre 2023 sono stati colti di sorpresa dai palestinesi ?

Anonimo ha detto...

La guerra che avanza tra le parole. E noi la lasciamo passare

"Si comincia sempre così. Prima le parole, poi le bombe. Ma quando le parole sono già bombe, cosa ci resta da aspettare?"

È successo ancora. Nella notte, missili israeliani hanno colpito obiettivi strategici in Iran, mentre le minacce russe tornano a evocare l’uso di armi “di ultima ratio”. Nel silenzio teso del mondo diplomatico, i titoli dei giornali parlano ormai con una disinvoltura che inquieta più dei fatti stessi. Non si dice più "evitare l’escalation", ma "inevitabilità del confronto". Non si cerca una tregua, ma si pianifica come e quando colpire.

È il linguaggio che sta cambiando, e con esso la coscienza collettiva. Come se il mondo si stesse preparando, psicologicamente e culturalmente, non a evitare una guerra, ma ad accettarla come un dato di fatto.

Sono le parole a preparare le guerre. Si comincia sempre così. Lo insegnano gli storici, lo gridano i profeti, lo ricorda anche il catechismo: le guerre nascono quando il nemico non è più considerato un uomo, ma un criminale assoluto. Non c'è più dialogo possibile, né tentativo di pace che non venga visto come complicità. Chi parla con Putin “è servo del tiranno”. Chi chiede una tregua tra Israele e Gaza “è amico dei terroristi”. Chi chiede prudenza è "pavido", "traditore", "rinunciatario".

E così la pace diventa sospetta, e la guerra diventa l'unica soluzione “seria”. In questo modo, i popoli vengono educati alla guerra con la pedagogia dell’urgenza, dell’eccezione, della giustizia sommaria.

Ma se fermare i criminali è un dovere (e nessuno può negarlo), chi decide oggi chi è il criminale? E a che prezzo? Siamo sicuri che la storia non ci giudicherà per aver costruito un clima in cui la guerra appariva “giusta”, “inevitabile”, “salvifica”?

Sembra che nessuno ferma nessuno. La realtà è che non si stanno facendo passi concreti per fermare nessuno. Né Putin, né Netanyahu. Né gli ayatollah, né le leadership che, dall’altra parte del mondo, vendono armi in nome della pace.

Gli unici che tacciono, o parlano a vuoto, sono gli organismi internazionali. Le Nazioni Unite sono ormai viste come reliquie, e persino la diplomazia della Santa Sede, che pure ha alzato la voce, viene filtrata come se fosse retorica da omelia.

Intanto i popoli si adeguano. I telegiornali servono il conflitto come un bollettino meteo. I talk show valutano chi bombarda meglio. I commentatori parlano di “guerra totale” come se fosse una partita di scacchi.

Sembra di vivere nell’inganno della normalità. Ecco il punto più grave: stanno normalizzando l’anormale. Preparano l'opinione pubblica non a resistere alla guerra, ma ad accoglierla con disciplina. Ci dicono che sarà “breve”, “tecnica”, “chirurgica”. Ma anche nel 1914 si disse che i soldati sarebbero tornati per Natale. E nel 1939 che Hitler si sarebbe fermato a Danzica.

Oggi nessuno torna a Natale, e nessuno si ferma. Perché nessuno osa più fermare.

E la Chiesa? La Chiesa dovrebbe essere la coscienza inquieta del mondo, eppure troppo spesso è marginalizzata o ascoltata come una nonna che sussurra “pace, pace” in mezzo alle urla dei generali. Ma noi non possiamo tacere, né abituarci al rumore delle sirene.

Non è questione di ideologia, ma di fede nel Vangelo della vita, che ci chiede di dire la verità anche quando è scomoda: che il male si combatte con la giustizia, ma non con l’odio; che la pace non si impone con i missili, e che la guerra non è mai “normale”, nemmeno quando tutti ce la presentano così.

Sta accadendo sotto i nostri occhi. Le parole stanno diventando armi. Le armi stanno diventando ovvie. E la guerra sta diventando accettabile.

Noi cristiani, o rompiamo il silenzio, o saremo complici di questa resa spirituale. Perché quando anche il linguaggio si arrende alla guerra, la battaglia non è più nelle trincee, ma nella mente e nel cuore dell’uomo.
Mario Proietti

Anonimo ha detto...

L ' impressione è che questo ultimo bombardamento mirato israeliano sia preliminare ad un attacco a fondo agli impianti nucleari iraniani. Sono tutti, dicono, in bunker a grande profondità.
Per sfondarli occorre un tipo speciale di bomba che solo gli americani possiedono.
Dei 200 aerei israeliani che avrebbero preso parte a ondate al bombardamento, a quanto pare nessuno è stato abbattuto. Ciò dimostra che l'Iran è praticamente indifeso dagli attacchi dal cielo.
Se comunque gli israeliani neutralizzano gli impianti nucleari iraniani, non è una cattiva notizia.
La bomba atomica in mano agli ayatollah fa paura, ancor più che in mano ad altri.
Più aumentano i possessori di armi nucleari più aumenta il pericolo di un conflitto atomico.

Un altro aspetto di come siamo ridotti ha detto...

E dal mondo dell'assurdo e' tutto: mi fermo a fare rifornimento! Appoggiato ad una pompa di benzina pakistano che sta fumando, accanto a lui un furgone con all'interno altri dei suoi connazionali! Scendo dall'auto, mi avvicino alla pompa, uno scende e si avvicina e mi apostrofa: "oh scusa scusa"! Io lo ignoro! Lui insiste con scusa scusa! Mi rigiro e lo guardo "prego?!" Rispondo e lui di rimando " perché guidi questa macchina?" In un italiano stentato!!! "Ehhhh?! Come?!" Dico tra me e me!!
Mi sembrava di essere in un film di Fantozzi!
Allora esordisco: "cosa vuole, "scusa? Scusa?!"
E lui risponde: tuo marito ti fa guidare una macchina così?!
Io lo guardo come fosse uno scarafaggio sfuggito alla mia scarpa e replico: "l'auto è mia! Problemi?!"
Lui scuote la testa e si allontana!
Non riuscivo a credere di aver vissuto quel momento assurdo!
Poi se diventi intollerante, ti tacciano anche di razzismo...

Anonimo ha detto...

Il suo commento è davvero ben articolato e chiaro. Condivisibile in tutto.
Se nella filosofia classica, nella metafisica in particolare, vale il principio AGERE SEQUITUR ESSE, da decenni ormai, a partire dalle scuole e soprattutto dai seminari e dalle facoltà teologiche, il paradigma si è invertito: ESSE SEQUITUR AGERE. Il primato della prassi, come nella pratica l’ultimo disastroso pontificato ha saputo dimostrare ampiamente nella sua irruenza distruttiva.

Per fare questo è necessario innanzitutto cambiare il linguaggio. Nessuno o quasi se ne accorge. Ma il primo modo di sovvertire l’ordine della realtà è quello di cambiare il pensiero attraverso il cambio di linguaggio per sovvertire poi il cambio delle azioni e dei comportamenti. Questo è il principio di ogni dittatura. E questo è anche ciò che è stato fatto con la riforma liturgica, cambiare il linguaggio per cambiare la fede e dunque per adeguare una nuova prassi, una nuova morale.

Anonimo ha detto...

Non è chiaro ancora se quanto sta avvenendo nella triangolazione Israele-USA-Iran sia parte di una complessa trattativa ancora in corso o se sia il preludio ad una guerra totale.

Il sospetto e timore che sia quest'ultima è però forte.

La questione, l'ultima questione apparentemente, su cui lo scontro appare insanabile è legata all'arricchimento dell'uranio per uso civile.

L'Iran possiede risorse di uranio sul proprio territorio, ha una centrale elettronucleare attiva (Bushehr), una seconda in costruzione accanto alla prima e altre due pianificate. L'Iran inoltre possiede la tecnologia per l'arricchimento dell'uranio in modo da renderlo fruibile per uso civile. Ma la medesima tecnologia può consentire anche un arricchimento ulteriore, rendendo il materiale atto ad un utilizzo militare.

Israele non ha risorse di uranio sul proprio territorio ed ha ottenuto, in maniera informale, mai ammessa ufficialmente, tecnologia ed ordigni nucleari dagli USA.

Dunque allo stato dell'arte la situazione è questa (ed è ammessa come tale dal consenso degli esperti internazionali).

Israele possiede armamenti nucleari, ma non ha interesse ad un uso civile del nucleare. Possiede invero una centrale nucleare costruita a Dimona dai francesi, la cui principale funzione è la produzione di plutonio ad uso bellico. La centrale di Dimona NON è sottoposta ai controlli internazionali dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica.

L'Iran, possedendo risorse di uranio in proprio, ha invece un ovvio interesse a sviluppare un programma di uso civile del nucleare. L'Iran, nel corso delle trattative, si è detto disponibile a consentire le ispezioni dell'AIEA, a non arricchire ulteriormente l'uranio oltre i livelli necessari per uso civile, e a liberarsi dell'uranio arricchito al di là di quel livello.
La Russia ha inoltre offerto la disponibilità a mediare, mettendo in sicurezza l'uranio arricchito iraniano.

Tuttavia Israele esige che l'Iran ceda integralmente la propria capacità di arricchimento dell'uranio, anche per uso civile.

In sostanza, una volta di più, come Israele è aduso fare letteralmente da quando esiste, ci sono due standard: uno si applica ad Israele, l'altro al resto del mondo.

L'Iran deve rinunciare a sfruttare le risorse nucleari già in proprio possesso anche per uso civile, non deve possedere armi nucleari e deve sottoporsi ai controlli dell'AIEA.

Israele può detenere armi nucleari, può sottrarsi ai controlli internazionali e può bombardare preventivamente chi gli pare se ritiene che questo sia nel proprio interesse nazionale.

Perché, per dirla col Marchese del Grillo: "Io so io e voi non siete un cazzo".

A meno che non si tratti dell'ennesima forma estrema di trattativa con minacce, ci potremmo trovare alle soglie di un attacco israeliano che potrebbe incendiare il Medio Oriente con alcuni esiti prevedibili (incremento stabile dei costi del petrolio) e altri esiti imprevedibili.

Siccome Israele non potrebbe in nessun modo sostenere un confronto diretto e aperto con l'Iran, gli USA verranno coinvolti. Ma se gli USA saranno coinvolti, quanto è plausibile che Cina e Russia rimangano alla porta, visti i grandi interessi dei due paesi nella regione?

Se Cina e Russia lasciassero l'accoppiata USA-Israele fare a pezzi l'Iran (e, pur con costi molto elevati, ne avrebbero la possibilità), quanto rimarrebbe del tentativo di bilanciamento egemonico dei BRICS?

Ma se Cina e Russia dovessero sostenere l'Iran, in che forma potrebbero farlo, visto che la Cina non possiede basi militari extraterritoriali e la Russia poche e - dopo il rovesciamento del governo di Assad in Siria - distanti?
Andrea Zhok

Anonimo ha detto...

Israele ha aperto il vaso di pandora dell’atomica

Gli eventi della notte tra il 12 e il 13 giugno 2025 rimarranno nella storia come il momento in cui l’irresponsabilità criminale di Tel Aviv, sostenuta dalla complicità di Washington e dall’impotenza dell’Europa, ha dato un colpo, forse mortale, al maggiore ostacolo verso la guerra atomica: il regime di non proliferazione nucleare stabilito dal Trattato del 1970 (Tnp) e costruito pazientemente nei decenni successivi alla Guerra fredda.
Israele ha commesso un delitto di proporzioni storiche. Bombardando le installazioni nucleari civili di uno Stato parte del Tnp, posto sotto il controllo dell’Agenzia Atomica di Vienna (Aiea), Netanyahu ha violato simultaneamente il diritto internazionale, la Carta Onu e ogni principio di proporzionalità. Ma l’aspetto più grave è che questo atto ha fornito all’Iran la giustificazione giuridica perfetta per ritirarsi dal Tnp e sviluppare armi nucleari in piena legalità internazionale. L’articolo 10 del Tnp permette il ritiro quando “eventi straordinari abbiano messo in pericolo gli interessi supremi” di uno Stato. È difficile immaginare evento più straordinario di un assalto militare. La Corea del Nord invocò lo stesso articolo nel 2003 per molto meno. E tre anni dopo aveva la bomba, in regime di legalità internazionale perché non si è mai riusciti a proibire l’atomica.
L’Iran può ora citare un pesante attacco militare contro la sua sovranità territoriale e le sue installazioni militari legali. Netanyahu ha appena regalato all’Iran la strada legale verso l’arma nucleare. Gli Stati Uniti si sono resi complici di questa catastrofe diplomatica. La dichiarazione del Segretario di Stato Rubio di “non essere coinvolti” nell’attacco è farsesca: Israele non può operare senza il tacito consenso americano. Ma è la minaccia di Trump di altri attacchi “ancora più brutali” se l’Iran non firmerà l’accordo nucleare in discussione a rivelare la vera, demenziale strategia: costringere con la forza l’Iran a firmare un accordo che da adesso in poi non potrà firmare. Se l’Iran dovesse cedere all’ultimatum militare sui negoziati, si creerà un precedente terrificante: qualsiasi Stato nucleare potrà bombardare i vicini per ottenere concessioni politiche o per punirli. Quale fiducia potranno più riporre gli Stati non nucleari in un trattato che non è riuscito a proteggerli dall’aggressione militare proprio mentre rispettavano i loro obblighi internazionali?
L’Iran, nonostante tutte le controversie degli ultimi anni, rimaneva sotto il regime di salvaguardia dell’Agenzia atomica. La bomba atomica era stata oggetto di una fatwa lanciata dai suoi leader supremi. I suoi impianti di arricchimento erano sottoposti a ispezioni internazionali. I suoi scienziati lavoravano in un contesto legale, seppur reso scomodo dalle sanzioni occidentali. Ucciderli significa aver trasformato il nucleare civile in un obiettivo militare, distruggendo – stile Gaza – una delle più importanti distinzioni del diritto internazionale. L’Europa sta assistendo impotente al crollo di un suo capolavoro politico e diplomatico. L’accordo del 2015 che toglieva le sanzioni e reintegrava Teheran nel contesto internazionale era il simbolo del multilateralismo europeo, una prova che l’Europa poteva essere un attore globale autonomo. L’accordo fu stracciato da Trump nel 2018, ma è rimasto in vigore dal lato europeo. Oggi, Francia, Germania e Regno Unito si limitano a timidi appelli alla “moderazione” mentre il loro capolavoro viene distrutto sotto i loro occhi.

Anonimo ha detto...

Segue
Questa impotenza europea non è soltanto strategica, è esistenziale. Se l’Europa non riesce a difendere il multilateralismo quando viene attaccato, quale è la sua ragion d’essere geopolitica? Il precedente è devastante: se uno Stato può bombardare le installazioni nucleari civili di un altro senza conseguenze, il Tnp è carta straccia.
Il Consiglio di Sicurezza, paralizzato dai veti incrociati, starà a guardare come già fece con la Corea del Nord. Il risultato sarà una spirale di proliferazione nucleare che coinvolgerà Arabia Saudita, Turchia, Egitto e altri attori regionali. L’incubo che abbiamo evitato per settant’anni potrebbe diventare realtà. L’Iran ha ora 90 giorni per ritirarsi dal Tnp, e avrà il diritto internazionale dalla sua parte. Un Iran nucleare non sarà più un “regime canaglia”, ma uno Stato sovrano che si difende in un mondo dove la forza sembra avere, al momento, sostituito il diritto.
Netanyahu, Trump e l’Europa hanno appena aperto il vaso di Pandora nucleare. Le conseguenze di questa irresponsabilità ricadranno sulle prossime generazioni.

Pino Arlacchi (ex Vicesegretario generale dell’Onu)

Anonimo ha detto...

L ' Iran viene dipinto come uno Stato tranquillo e pacifico che si fa i fatti suoi. Quadretto idilliaco ma falso. Dietro il continuo terrorismo di Hamas (che si serve dei civili di Gaza come di carne da cannone) e di Hezbollah (che dominava il Libano) c'era l'Iran: senza l'appoggio militare ed economico di Teheran i due eserciti terroristi sarebbero stati entità trascurabili.
Si dimentica inoltre che l'Iran ha, secondo quanto si legge, dei missili in grado di raggiungere parte dell'Italia meridionale.
Se l'Iran avesse "la bomba" l'immigrazione clandestina musulmana diventerebbe del tutto incontrollabile, sarebbe protetta dal ricatto atomico degli ulema.
Speriamo che la minaccia atomica iraniana venga neutralizzata al più presto.
IN modo definitivo.
Tutti i discorsi sui trattati di non proliferazione, sull'uso solo civile degli impianti atomici, etc. sono solo aria fritta.

Anonimo ha detto...

Preghiamo per la pace. Tuttavia, nel caso qualcuno qui l'avesse dimenticato: in quanto Cattolici non possiamo essere sionisti. Ricordiamoci anche che il cuore della Chiesa conciliare è Nostra aetate.

Roberto

Anonimo ha detto...

In quanto cattolici non possiamo essere "sionisti". Giusto. Non possiamo nemmeno essere filomusulmani. Tutte e due queste religioni sono e si considerano nostre nemiche.
Ma qui la religione è solo instrumentum regni, per giustificare politiche di espansione, sia da parte "sionista" che maomettana. Nel caso di Israele c'è tuttavia un'esigenza difensiva, essendo il paese tenuto sotto scacco da decenni da eserciti terroristi organizzati da potenze straniere.

Il fatto che Israele possieda la bomba atomica, anche se solo ufficiosamente, non è affatto gradevole. Vogliamo aggiungere a questa bomba quella degli ayatollah? Vi piace come idea? Credete voi che le prospettive di pace, in questo deprecabile caso, aumenterebbero? O non aumenterebbero quella della guerra? Di una guerra nucleare, voglio dire.
Non si tratta di dar ragione ai "sionisti". Si tratta di mantenere una situazione che vede Israele allo stato dominare sui suoi avversari arabi e musulmani. Tanto peggio per loro se non sono riusciti a buttare i Giudei a mare o a sterminarli, come avrebbero voluto.
Basta col falso umanitarismo. A Gaza gli israeliani avranno anche ecceduto nella rappresaglia ma per qual motivo Hamas non restituisce una buona volta tutti gli ostaggi? Non li restituisce perché, se lo facesse, non avrebbe più motivo per continuare la guerra. Che evidentemente deve durare almeno sino a quando l'Iran avrà la bomba. Allora il quadro cambierebbe drammaticamente. Ma per tutti, non solo per loro.

Anonimo ha detto...

"Nella Francia di Macron chi critica l'islamismo rischia la vita", come scrive la NBQ oggi, ricordiamocelo sempre, soprattutto ricordiamolo ai profeti del dialogo con le "altre religioni".

Catholicus ha detto...
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Catholicus ha detto...

Caro Roberto, per me quel documento documento è la "loro Aetate", non certo la mia, poiché non mi ci riconosco minimamente, come pure negli altri documenti conciliari, in primis Unitatis Reintegratio, o il sibillino " subsistit in", di Lumen Gentium 8bis. Una cricca di ribelli rivoluzionari, eretici ed apostati in nuce, si impadronì della Chiesa Cattolica, con il CV II e la complicità ( o la guida?) dei 2 papi del Concilio, e da allora è stato tutto un declino irreversibile, e temo che non cambierà molto con papa Leone. Hanno ribaltato e falsificato tutto : dottrina, luturgia, pastorale, dando vita ad una falsa chiesa, che si è sovrapposta ed ha oscurato quella vera, la preconciliare. Ce lo aveva predetto la Madonna a La Salette, che Roma avrebbe perduto la fede, diventando la sede dellAnticristo, e Lei non mente mai, a differenza del clero modernista...

Catholicus ha detto...

Mi scuso per la memoria ormai labile, date le molte primavere sulle mie spalle; nella risposta all'amico Roberto, oggi pomeriggio, ho dimenticato di citare il terzo documento che, a parer mio, completa un trittico di eresie empie e blasfeme, dissacratrici e anticristiche, che caratterizza il nefasto CV II, cioè Dignitatis Humanae, una specie di contraltare di Humani Generis di Pio XII, sostituendo al culto di Cristo il "culto dell'uomo" di montiniaina memoria ("anche Noi abbiamo il culto dell'uomo") in nome di un falsa dignità umana, non più di derivazione divina ma di rivendicazione umana, una ribellione all'insegna del "non serviam" luciferino", essenza dello spirito sessantottino e della cosidetta "contestazione generale" che lo seguì a ruota; consentitemi di citare un mio vecchio articolo in cui, rivolgendomi, ad un'ipotetica catechista, mettevo in evidenza questa trilogia rivoluzionaria clericale : https://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=2055 L.J.C.

Anonimo ha detto...

Quante guerre preventive sono state fatte in questi ultimi anni in Iraq, Siria, Libano... per difendere e consolidare il progetto sionista? Quanti milioni di persone sono morte? L'unica cosa positiva è che anche negli Sati Uniti si stanno svegliando e sempre più persone non voglio essere più l'eterno Golem in mano dei sionisti.

Roberto

Anonimo ha detto...

Non si può più mettere a rischio la vita propria, dei propri cari, dei propri conoscenti, dei propri sconosciuti, delle proprie bestiole, delle proprie piante causa il delirio di onnipotenza di questo e quello. Israele poi accetti il nomadismo con serenità, ognuno ha il suo destino, quando poi riconoscerà Gesù Cristo, insieme al Padre e allo Spirito Santo, Lui stesso gli donerà la terra preparata fin dall'inizio per Israele e nessuno sa dove sia questa terra promessa. Non è ammazzando, rubando, spiando, mentendo che uno si conquista la terra, la stima delle nazioni, le preghiere dei Santi. Essere ricordati come terroristi, ladri, spioni e mentitori sarà una eredità vergognosa per i vostri figli e nipoti. Basta dunque con la follia omicida. Ora iniziate una vita nuova nel rispetto dell'altro. La Santa Trinità vi vuole Santi, come Santo vuole ciascun essere umano.

Laurentius ha detto...

Condivido pienamente questo coraggioso commento di M. Veneziani.

Anonimo ha detto...

Ma quale "guerra preventiva"?
Qui non c'è nessuna guerra preventiva ma solo una guerra vera e propria che va avanti da anni e anni e che adesso, dopo il demenziale e criminale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 23, è entrata in una fase nuova, forse decisiva, assai gravosa per i civili, grazie anche al modo di combattere dei terroristi.
Forse Veneziani non si rende conto che la proliferazione di armi atomiche va comunque evitata, che non si tratta di attuare un accademico principio di giustizia: se ce l'hai tu l'atomica perché non devo averla anch'io? Già, perché no? Perché non me la lasci costruire, che poi magari te la tiro in testa?
La simpatia per l'islamismo sciita è diffusa presso una parte degli intellettuali di destra, chissà perché. Sempre si tratta di una religione nemica in tutto della nostra, non inferiore ad altre sette maomettane per fanatismo.
Non sono favorevole ad un'instaurazione di una democrazia di tipo occidentale in Iran, come vorrebbero i giovani che colà periodicamente si ribellano, sedotti dalle lascivie dell'Occidente. I loro problemi interni sono problemi loro. Sono favorevole ad una modifica radicale della politica estera iraniana. Da quando sono al potere, dal 1979, gli ayatollah hanno sempre detto che avrebbero distrutto "l'entità sionista". Senza mezzi termini. Oltre ad aver organizzato loro ad un certo punto Hamas e Hezbollah, hanno impiegato le ricchezze affluenti dal petrolio per costruirsi come grande potenza nucleare. Missili e adesso la bomba atomica.
Un programma megalomane, che può provocare solo rovina.
Credevano forse che gli israeliani li avrebbero lasciati fare?
Se uno solo dei missili iraniani che ha colpito ieri Israele fosse stato nucleare, molto probabilmente Teheran oggi non esisterebbe più.
Vogliamo arrivare a questo?
Chi sa ancora ragionare non può che augurarsi il successo del tentativo israeliano di distruggere i siti atomici iraniani, situati in luoghi fuori mano ed isolati.
La situazione è comunque sempre grave perché sembra che questi siti, costruiti sottoterra su livelli corazzati multipli sia impossibile distruggerli tutti con armi convenzionali, sia pur potentissime, come le bombe in grado di perforare 1 metro di cemento armato.