Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 2 giugno 2025

Giugno è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù

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Giugno è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù 

Giugno è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù Il Sacro Cuore di Gesù è uno dei simboli più intensi ed espressivi della fede cristiana, ed è rappresentato da un cuore trafitto da una spada, circondato da una corona di spine, sormontato da una croce e in fiamme d'amore per l'umanità. Questo simbolo rappresenta l'amore incondizionato e misericordioso che Gesù Cristo nutre per l'umanità, un amore che si è manifestato attraverso la sua passione, morte e resurrezione. 
Il Sacro Cuore è quindi simbolo di quella devozione che invita i fedeli a contemplare e ad imitare l'amore sacrificale di Cristo. La devozione al Sacro Cuore di Gesù ha radici profonde nella storia del Cristianesimo. Nonostante alcune forme rituali siano presenti fin dai primi secoli, la vera e propria devozione al Sacro Cuore iniziò nel XII secolo grazie a santi come San Bernardo di Chiaravalle e Santa Gertrude. Tuttavia, è nel XVII secolo, grazie alle rivelazioni ricevute dalla Santa Margherita Maria Alacoque, che la devozione acquista un'importanza maggiore. Gesù stesso apparve a Santa Margherita, chiedendole di promuovere la devozione al Suo cuore, simbolo dell'amore divino per l'umanità. Da allora, questa devozione si è diffusa in tutto il mondo cristiano, arricchendo la spiritualità di milioni di fedeli. 
La scelta di dedicare il mese di giugno al Sacro Cuore di Gesù non è casuale. Questa devozione è strettamente legata alla festa del Corpus Domini, celebrata il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità, che a sua volta segue la Domenica di Pentecoste. In particolare, la festa del Sacro Cuore viene celebrata il venerdì successivo al Corpus Domini [qui], quindi tipicamente nel mese di giugno. Questa collocazione temporale evidenzia il legame tra l'Eucaristia, cioè il corpo di Cristo che si offre per noi, e il suo Cuore, simbolo dell'amore che anima questa offerta. 
Suddividere l’anno in tappe è importante nel percorso di fede di ognuno di noi. Cadenzare i mesi suddividendo momenti e riflessioni infatti, serve a mantenere viva la fede, ad alimentare la nostra relazione con Dio con spunti sempre nuovi e a non far "assopire" il nostro impegno spirituale. In conclusione, il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, ci ricorda il cuore del messaggio cristiano: l'amore senza riserve di Dio per l'umanità. È un invito a tenere sempre vivo questo messaggio d'amore e a farlo risuonare nelle nostre vite, non solo nel mese di giugno, ma in ogni momento dell'anno.

7 commenti:

Catholicus ha detto...

Le buone opinioni meritano di essere condivise : riguardo ad un primo giudizio sul magistero di Papa Leone XIV, così La pensa un blogger :
“Vorrei capire perché dovremmo essere attendisti, ma soprattutto perché dovrebbe esserlo il neo papa eletto.
Nulla impedisce a Leone di prendere immediatamente le distanze dal precedente papa, per esempio su “Traditionis custodes”. Né vedo alcun impedimento da parte di Leone XIV a eliminare eresie come il Trattato di Abu Dhabi, la “Fiducia supplicans”, la devozione alla pachamama eccetera. Basta volerlo!
In ballo c’è la salvezza delle nostre anime, non bruscolini.
Se il nuovo papa avesse a cuore veramente la fede cattolica non esiterebbe a rimettere al centro Nostro Signore, e non gli accordi con i poteri mondani.
Vorrei anche rispondere anche al signor Rubini che si domanda: “Se fossero stati eletti il cardinale Burke o il cardinale Müller avrebbero iniziato il loro ministero con una esplicita condanna del loro predecessore?”.
Forse una condanna no, ma non avrebbero fatto certe dichiarazioni pro-Bergoglio come quelle che Prevost ha fatto. Io mi domando: e se fosse stato eletto uno che la Fede cattolica l’ha veramente a cuore? Se fosse stato eletto monsignor Viganò? Credo che la virata brusca ci sarebbe stata, eccome: per far cadere in acqua i passeggeri che, travestiti da cattolici ferventi, lasciano dietro di sé una scia odorosa di zolfo”.
Franco Chiesa......

Catholicus ha detto...

.....ma soprattutto è come sempre consolante il pensiero di mons. Vigano; qui uno stralcio significativo della sua omelia dell’Ascensione :

“Cari fedeli, sappiamo bene che questi sono giorni difficili: le recenti vicende, la morte di Jorge Bergoglio, la convocazione del Conclave, l’elezione di papa Leone giungono in un momento in cui siamo logorati da decenni di crisi, con gli ultimi terribili anni di usurpazione, eresie, scandali, e l’apostasia della quasi totalità della Gerarchia cattolica. A questi eventi si aggiunge il colpo di stato globalista, la sempre più evidente ostilità dei governanti nei confronti dei governati, l’incombente instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine Mondiale con la sua agenda diabolica. Siamo tutti stanchi e provati. Stanchi di combattere contro palesi menzogne spacciate per verità. Stanchi di dover giustificare l’ovvio, quando l’intero sistema propaganda l’assurdo. Stanchi di doverci difendere da coloro che dovrebbero invece soccorrerci. Stanchi di doverci proteggere da medici che vogliono avvelenarci, da giudici che vogliono incarcerare gli onesti mentre liberano i delinquenti, da maestri che insegnano errori, da sacerdoti e vescovi che diffondono l’eresia e l’immoralità……
Non sta a noi – a nessuno di noi – dare soluzioni ordinarie in circostanze del tutto uniche e straordinarie. A noi è richiesto – e qui ci soccorre la saggezza della regula Fidei – di non mutare nulla di ciò che il Signore ha insegnato alla Chiesa e che la Chiesa ci ha fedelmente trasmesso. Continuare a credere ciò che credevano i nostri padri non ci priverà della gloria eterna, solo perché rifiutiamo le novità introdotte da falsi pastori e da mercenari. Il giorno del Giudizio particolare al momento della nostra morte e il giorno del Giudizio Universale alla fine dei tempi non saremo giudicati sulla base di “Amoris lætitia” o di “Nostra aetate”, ma del Vangelo.”
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
29 maggio MMXXV
in Ascensione Domini

https://www.aldomariavalli.it/2025/06/02/monsignor-vigano-omelia-nellascensione-del-signore/

Laurentius ha detto...

Preghiera al Sacro Cuore di Gesù
di Santa Gertrude la Grande

Ti saluto, o Sacro Cuore di Gesù, fonte viva e vivificante di vita eterna, tesoro infinito della Divinità, fornace ardente dell’amore divino. Tu sei il mio rifugio e il luogo del mio riposo. O mio divino Salvatore, infiamma il mio cuore con l’amore ardente di cui il Tuo è tutto infuocato. Versa nel mio cuore le grandi grazie di cui la Tua è la fonte, e fa che il mio cuore sia così unito al Tuo che la Tua volontà sia mia e la mia sia eternamente conformata alla Tua, poiché desidero fin d’ora che la Tua santa volontà sia la regola di tutti i miei desideri e di tutte le mie azioni. Così sia.

Anonimo ha detto...

2 GIUGNO.
Guardiamo con sentimento di commossa riconoscenza a quel sublime mistero che potentemente attrae il Cuore di Gesù verso la sua creatura; guardiamo alla grande degnazione con cui assunse le nostre medesime carni per vivere in mezzo a noi la misera vita della terra; raccogliamo le forze tutte dell'intelletto per considerare degnamente il tenace fervore e la durezza del suo apostolato, per rievocare gli orrori della sua passione e del suo martirio, per adorare il sangue suo... regalmente offerto fino all'ultima stilla per la redenzione del genere umano: e poi con umile fede, con lo stesso ardente amore ond'egli circonfonde e persegue le anime nostre, pieghiamo al suo piede la nostra fronte impura (GF, 170).

Anonimo ha detto...

Viganò parla chiaro! Forse Strickland gli è pari. Gli altri tutti con il bilancino. Non è possibile salvare capre e cavoli! Ricordo che Gesù Cristo, in persona, i mercanti li cacciò dal tempio senza tante cerimonie! Ricordiamoci che esiste anche la Santa Ira di Dio, che andrebbe meglio conosciuta ed agita. Noi siamo afflitti, ma dietro di noi ci sono i nostri figli e nipoti che non hanno conosciuto, anche se per poco, Pio XII. Noi quell'aria lì l'abbiamo respirata e non possiamo far finta di niente. Purtroppo poi siamo stati travolti dal nostro tempo, ma oggi è difficile essere presi per il naso. Ora abbiamo il dovere di parlar chiaro per coloro che non sanno e sono dentro al loro tempo, anche per colpa nostra!

Catholicus ha detto...

Grazi, caro Aninimo 15:13, del suo coraggio e della sua testimonianza di fedeltà alla vera fede cattolica bimillenaria, senza se e senza ma, aliena da ogni compromesso con il male che ammiorba l'intero orbe terracqueo, risultato di decenni di menzogne e inganni di ogni genere, in primis ecclesiastici, poi anche civili, sanitari, politici, istituzionali. Come dice lei, dobbiamo salvare il seme, la verità tutta intera, per le future generazioni, per i nostri figli e nipoti. Non riusciranno mai ad ingannare tutti per sempre..

Anonimo ha detto...

Cristo è Re, ma in quel “sociale” la soluzione a tanti problemi
P. Serafino Maria Lanzetta
https://www.youtube.com/watch?v=qEq8pwrqvak
02 Giugno 2025 h.21:00 Streaming avviato 8 minuti fa
Quest’anno celebriamo 100 anni da quando Pio XI nel 1925 istituì la festa di Cristo Re, spiegando, con la Lettera Enciclica “Quas Primas”, che il Regno di Cristo è universale e sociale. Mentre tutti oggi nella Chiesa sarebbero d’accordo nel dire che Gesù è Re di tutto e di tutti (in modo impoverito si dice dell’universo!), forse pochi, molto pochi, aggiungerebbero che questa regalità ha un valore sociale, cioè deve essere visibile e pubblica all’interno della società civile. Cosa implica ciò? Molto. Che si distingua ma non si separi la fede e la morale insegnate dalla Chiesa dall’amministrazione della cosa pubblica; che la fede sia professata apertamente da politici cattolici e magari in un Parlamento: anche lo Stato ha il dovere di adorare Dio; che la Chiesa non si ritiri in una nicchia spirituale, lasciando totale autonomia alle realtà temporali e alla politica; che si faccia ordine quanto alla libertà religiosa, la quale non può essere, come avviene di fatto, fomentatrice del relativismo e del sincretismo religioso all’interno della società. La libertà religiosa non giustifica una libertà illimitata nella scelta e nella professione di qualsiasi religione. Si tratta quindi di affermare che c’è una sola religione vera e rivelata: quella di Nostro Signore Gesù Cristo. Tutto avverrebbe facilmente se si predicasse e s’insegnasse di nuovo che la regalità di Cristo è “sociale”, pubblica e quindi universale. Leone XIII avrebbe molto da suggerire in questo campo.